Bambini

Bambini e salute mentale: servono azioni di contrasto condivise

Al Seminario Internazionale di Formazione in Psichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza si è parlato dell’importanza di occuparsi del tema a livello globale e di come nelle zone di guerra la situazione sia drammatica
Credit: Zhivko Minkov  
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16 marzo 2024 Aggiornato alle 17:00

Durante il 17° Seminario Internazionale di Formazione in Psichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, tenutosi a Roma e promosso da Fondazione Child e Telefono Azzurro, è stato ricordato un concetto tanto elementare quanto stigmatizzato: la salute mentale è un diritto umano fondamentale per tutti gli individui, anche i più piccoli.

«Il problema globale della salute mentale dei bambini e degli adolescenti richiede un intervento, un aumento della ricerca e la creazione di maggiori conoscenze, non solo in ambito sanitario ma anche sociale - ha ricordato Alberto Siracusano, direttore del tavolo tecnico sulla salute mentale. - Il Ministero della Salute è pronto e disposto ad assumersi la responsabilità di affrontare i problemi di salute mentale di bambini e adolescenti. Per questo accogliamo l’innovazione nelle conoscenze e nelle metodologie, enfatizzando gli approcci multidisciplinari e globali».

Numeri alla mano, è evidente che quello della salute mentale dei giovanissimi non è una questione da sottovalutare, anzi. Stando ai dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, a livello mondiale 1 individuo su 7 tra i 10 e i 19 anni soffre di disturbi mentali. In Europa, invece, sono ben 9 milioni gli adolescenti che lottano contro ansia, depressione e disturbi comportamentali, e il suicidio sembra essere la principale causa di morte per i giovani tra i 15 e i 19 anni, con un rischio più marcato per emarginati e discriminati.

«In termini di episodi di suicidio, si nota un’enorme differenza per quanto riguarda le ragazze rispetto ai ragazzi. Quelli che hanno maggiori probabilità di suicidarsi sono i ragazzi e i giovani adulti, ma in realtà le giovani donne sono quelle che hanno maggiori probabilità di avere un’intenzione suicida che può essere piuttosto grave» spiega James Frederick Leckman, docente alla Yale University.

Lo scenario italiano è altrettanto preoccupante: secondo l’ultima indagine di Telefono Azzurro, condotta grazie al supporto di BVA Doxa, 1 ragazzo su 5 si sente in ansia e per 1 su 3 chiedere aiuto a un esperto è fonte di vergogna. «Ascoltare le voci dei bambini e degli adolescenti è fondamentale per rispondere in modo adeguato ed efficace ai loro bisogni di salute mentale - spiega Ernesto Caffo, presidente di Fondazione Child. - Il benessere mentale è un problema globale che riguarda diversi attori e allo stesso tempo richiede nuove categorie per essere compreso».

Proprio per questo motivo numerosi esperti sottolineano la necessità di cooperare a livello internazionale: «la situazione varia a seconda della parte del mondo da cui si proviene - continua Leckman. - Dobbiamo però fare tutti di più e lavorare insieme per trovare un modo per fare davvero la differenza in termini di benessere e salute dei bambini e delle loro famiglie».

Durante il convegno, è stato dedicato uno spazio alla situazione dei Paesi protagonisti di scenari di guerra. Come ha ricordato Bennett L. Leventhal, docente di Psichiatria infantile e dell’adolescenza alla University of Chicago, le guerre e tutto ciò che comportano fanno alzare esponenzialmente i casi di giovani che soffrono di disturbi mentali e pensano al suicidio come via di fuga: «i tassi aumentano a causa di questi eventi, quindi è urgente lavorare tutti su questo tema».

Sono infatti milioni le famiglie che si trovano a vivere situazioni di estremo pericolo, in alcuni casi aggravate da cambiamenti climatici e disastri naturali: «oggi 1 bambino su 6 vive in una zona di conflitto e più di 43 milioni sono stati sfollati con la forza. Sono numeri che aumentano di giorno in giorno e questo stress tossico porta a danni significativi per la salute mentale e il benessere dei bambini, sul breve e sul lungo termine».

Basti pensare che solo nel 2022 sono state commesse oltre 27.600 gravi violazioni nei confronti dei più piccoli, che sempre di più soffrono di ansia, depressione e altri sintomi associati al disturbo da stress post traumatico.

«L’assistenza psicologica è fondamentale per prevenire il trauma a lungo termine e proteggere bambini e adolescenti dai danni psicologici più gravi. Ogni bambino dovrebbe aver accesso a una gamma di servizi dedicati alla salute mentale e di supporto psicosociale. Dobbiamo fare fronte comune per salvaguardarne i diritti e il benessere nelle zone di conflitto, perché ognuno di loro merita un’infanzia libera da violenza e sfruttamento», conclude Caffo.

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