Futuro

“Alexa, dì la tua”: ActionAid e Amazon contro la violenza verbale

L’assistente vocale risponderà agli insulti e alle offese che riceve con messaggi educativi per sensibilizzare contro ogni forma di abuso: fisico, economico e psicologico
Credit: Dynamic Wang 
Tempo di lettura 4 min lettura
8 marzo 2024 Aggiornato alle 09:00

A quante domande può rispondere Alexa? Tra le moltissime richieste e affermazioni, purtroppo, si contano anche le offese.

Seppur in numero inferiore rispetto alle dichiarazioni di affetto, come “Alexa ti voglio bene”, all’assistente personale sviluppato da Amazon vengono rivolti anche innumerevoli insulti: “Sei un’idiota”, “Sei bruttissima”, “Fai schifo” sono solo alcuni di quelli ricevuti da Alexa nel 2023 in Italia.

Alexa è solo un’assistente vocale ma sono molte le persone che subiscono nella vita di tutti i giorni la violenza verbale, in particolar modo le donne, nella sfera pubblica, online, privata, dove solitamente sono inclusi anche atteggiamenti umilianti, ridicolizzanti e l’uso di insulti e minacce che possono avere come oggetto la religione, la cultura, la lingua, l’orientamento sessuale (percepito) dalla vittima. A seconda delle aree emotivamente più sensibili per la vittima, l’autore della violenza sceglie consapevolmente quale argomento utilizzare per attaccare.

A partire da oggi, 8 marzo, Giornata internazionale della donna, Alexa collaborerà con ActionAid per contribuire a sensibilizzare quante più persone possibili sull’impatto della violenza verbale, evidenziando anche i rischi e prestando la propria voce per diffondere un messaggio tanto importante quanto educativo: basterà dire “Alexa, dì la tua” e gli utenti potranno ascoltare informazioni e approfondimenti legati alla violenza verbale.

Di fronte alle offese, l’assistente digitale non reagirà in maniera passiva restando in silenzio, come d’altronde molti consumatori si aspetterebbero, credendo solo di appellarsi a un oggetto domestico, ma risponderà a tono, sottolineando come la violenza verbale sia in grado di lasciare un’impronta profonda sulla salute e nella vita sociale di chi ne è oggetto.

Per milioni di persone le offese e gli insulti rappresentano una realtà molto dolorosa da affrontare. L’uso di un linguaggio aggressivo è a tutti gli effetti una forma di violenza in grado di suscitare sentimenti di disagio, paura e sfiducia. Pertanto, un abuso può prendere forma anche solo attraverso le parole. Nel caso delle donne, questo tipo di abuso coesiste con altre forme di violenza come quella fisica, sessuale o economica.

I dati ActionAid rivelano che tra le donne che stanno affrontando un percorso di uscita dalla violenza il 66,7% ha subito una molestia fisica, il 50,7% una minaccia, l’11% uno stupro o tentato stupro. A queste si aggiunge il 14,4% che ha subito altre tipologie di violenze sessuali, come abusi sessuali, abusi online, revenge porn, costrizioni ad attività sessuali umilianti e/o degradanti.

Un’altra tipologia di violenza molto diffusa è inoltre quella psicologica che, essendo quasi sempre esercitata insieme ad almeno un’altra forma di abuso, riguarda quasi 9 donne su 10, mentre 4 su 10 affermano di subire violenza economica.

«Parlare di violenza psicologica contro le donne e sensibilizzare sull’impatto che determina nelle loro vite è uno dei passi fondamentali per sradicare la diffusa cultura patriarcale che continua a produrre discriminazione e violenza di genere in Italia. Siamo fieri della collaborazione con Amazon Alexa e di questo progetto; creare alleanze con le aziende e unire le forze per combattere il fenomeno della violenza, in tutte le sue forme, è molto importante», ha dichiarato Katia Scannavini, vice segretaria generale di ActionAid Italia.

La ricerca condotta da Ipsos per ActionAid su un campione rappresentativo di circa 800 ragazze e ragazzi tra i 14 e i 19 anni ha raccolto le opinioni degli adolescenti su cosa pensano sia la violenza, come reagiscono e si difendono, e quanto influiscono stereotipi di genere e pregiudizi sul loro vissuto: per 7 giovani su 10 (69%) insultare una persona è una violenza; prendere in giro qualcuno è violenza per il 67% degli intervistati (soprattutto per le ragazze, 71%).

Inoltre, le persone che hanno partecipato alla ricerca hanno citato una serie di conseguenze relative alla molestia subita: il primo danno citato dal 27%, senza distinzione di genere, è il malessere psicologico; al secondo posto isolamento e depressione (21%) e al terzo disagio e vergogna (18%).

«Siamo felici di poter contribuire attraverso Alexa a sensibilizzare quante più persone possibili rispetto a un fenomeno globale così pericoloso. Essendo un interlocutore costantemente interpellato nelle case degli italiani, l’assistente vocale di Amazon vuole farsi parte attiva del cambiamento e, nella collaborazione con ActionAid, valorizzare la potenza della propria voce», ha dichiarato Giacomo Costantini, business development manager di Amazon Alexa.

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