Ambiente

L’Europarlamento ha approvato la Nature Restoration Law

A 100 giorni dalle elezioni europee, a Strasburgo arriva la luce verde sulla legge europea sul ripristino della natura. Adesso manca solo il via libera del Consiglio
Credit: Larisa birth  

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27 febbraio 2024 Aggiornato alle 15:00

Proprio oggi, quando mancano appena 100 giorni alle elezioni europee, che determineranno la nuova configurazione politica dell’Unione, dalla seduta plenaria in corso a Strasburgo arriva una bellissima notizia.

Con 329 voti a favore, 275 contrari e 24 astensioni, la legge europea sul ripristino della natura è stata definitivamente approvata dal Parlamento Europeo.

A seguito della prima votazione avvenuta lo scorso luglio, con il voto favorevole di 336 MEPs, e a dispetto delle polemiche emerse lo scorso autunno in merito all’approvazione di emendamenti che avevano ridimensionato l’ambizione originaria della legge, il testo della Nature Restoration Law oggi vede la luce.

Se approvata anche dal Consiglio, che dovrebbe esprimersi in materia entro la fine di marzo, la nuova legge, considerata ormai un pilastro del Green Deal Europeo, stabilirà obiettivi vincolanti fondamentali per la protezione e la conservazione della biodiversità sul continente europeo. Su tutti, il ripristino del 20% delle aree terrestri e marine entro il 2030, e di tutti gli ecosistemi degradati entro il 2050.

Attualmente, secondo la Commissione europea, più dell’80% degli habitat europei si trova in cattivo stato. Per questa ragione, le novità introdotte da questa normativa saranno cruciali per raggiungere gli obiettivi climatici di mitigazione e di adattamento dell’Ue, nonché per adempiere agli impegni internazionali previsti dal quadro delle Nazioni Unite sulla biodiversità di Kunming-Montreal.

La legge sul ripristino della natura costituisce un unicum nel quadro legislativo mondiale sui cambiamenti climatici, e rappresenta per questo un’opportunità unica per l’Europa di ribadire la sua leadership nella lotta al cambiamento climatico e di ottenere vantaggi competitivi attraverso l’innovazione del settore agroalimentare, con ricadute positive per le attività degli agricoltori.

La pensano diversamente i membri dell’EPP, gruppo dei conservatori europei che attualmente gode del maggior numero di seggi nell’Europarlamento, che proprio facendo leva sulle proteste degli agricoltori che nella giornata di ieri hanno messo a ferro e fuoco il centro di Bruxelles, hanno tentato di affossare la legge causando lo sdegno dei movimenti ambientalisti e dichiarando che si sarebbero opposti alla stessa in seno alla votazione di oggi.

«Il Gruppo del EPP continua ad avere seri dubbi sulla Legge sul Ripristino della Natura. Non vogliamo nuove e ulteriori forme di burocrazia e obblighi di segnalazione per gli agricoltori. Lasciamo che gli agricoltori coltivino», aveva dichiarato l’europarlamentare Siegfried Mureșan, Vicepresidente del Gruppo del PPE.

Il posizionamento politico dell’EPP va letto alla luce delle prossime elezioni europee, per cui si voterà a giugno: mai come in questo momento gli esponenti politici sono consapevoli del fatto che le decisioni prese in questa fase potrebbero influenzare direttamente le loro possibilità di rielezione.

Se fino a ora molte organizzazioni agricole hanno avvertito che l’approvazione della legge potrebbe avere conseguenze significative sulla produzione alimentare e sull’economia rurale, e che la sua efficacia dipenderà da come questa legge verrà implementata a livello nazionale, va ribadito che la Nature Restoration Law apporterà benefici indiscutibili, e non solo per l’ambiente.

Questa legge, come sottolineato da oltre 140 aziende in una lettera aperta a sostegno di un’Europa sempre più orientata a soluzioni definite nature-positive, ha un enorme potenziale trasformativo. Infatti, la fissazione di obiettivi vincolanti per invertire gli effetti dell’inquinamento e della distruzione degli ecosistemi costituirà non solo, da qui in avanti, un forte segnale politico agli investitori e agli attori finanziari, ma genererà, secondo la Commissione, benefici economici significativi ai lavoratori dell’agro-business.

Non solo: come ricordato da Mick Wallace, che ha guidato le negoziazioni sulla legge per conto della sinistra europea: «Gli obiettivi di ripristino non si applicano agli agricoltori, ma solo agli Stati membri […] l’unico modo per gli Stati membri di raggiungere gli obiettivi per gli ecosistemi terrestri e agricoli è proprio quello di incentivare gli agricoltori a partecipare a progetti di ripristino».

Ad ogni modo, l’esito positivo della votazione è sicuramente un’ottima notizia in vista del processo di implementazione del Green Deal, che entrerà nella sua fase più delicata nel corso del prossimo mandato 2024-2029 della Commissione (2024-2029), decisivo per il raggiungimento dell’obiettivo di riduzione delle emissioni del 55% stabilito dal pacchetto Fit for 55.

Tira un sospiro di sollievo anche Ursula Von Der Leyen, che incassa un altro successo e può (in parte) scrollarsi delle critiche ricevute a seguito della controversa decisione di eliminare l’obiettivo di riduzione nell’uso dei pesticidi del 50%.

Insomma: nonostante le crescenti pressioni dei partiti conservatori e di estrema destra, delle lobby dell’agrobusiness e delle associazioni industriali, a meno di sorprese la legge sarà definitivamente approvata entro il mese di marzo.

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di Andrea Giuli 3 min lettura