Culture

Bad Ischl, Tartu e Bodø: le tre Capitali europee della cultura 2024

L’iniziativa delle European Capitals of Culture ha l’obiettivo di “valorizzare la ricchezza, la diversità e le caratteristiche comuni delle culture” dell’Ue. Quest’anno le città scelte si trovano rispettivamente in Austria, Estonia e Norvegia
Credit: Wikimedia commons 
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21 febbraio 2024 Aggiornato alle 20:00

L’iniziativa “Capitale europea della cultura” è stata lanciata nel 1985 per creare unione tra tutti i cittadini Ue, ma solo nel 1999 ha assunto il nome definitivo che conosciamo noi oggi (appunto, “Capitale europea della cultura”).

“L’iniziativa - si legge sul sito ufficiale - è stata istituita con ‘lo scopo di valorizzare la ricchezza, la diversità e le caratteristiche comuni delle culture europee e di contribuire a migliorare la comprensione reciproca tra i cittadini europei’ (art. 1 della Decisione n. 1622/2006/CE)”.

Le European Capitals of Culture (Ecoc) punta, inoltre, al progresso socioeconomico delle città attraverso la promozione e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico e culturale. Il programma, da quando è stato istituito, ha offerto a numerosi centri abitati l’opportunità di ampliare e rafforzare il proprio bagaglio culturale.

Secondo il Ministero della Cultura, fino al 2021 il titolo è stato attribuito a più di 65 città europee: alcune di queste sono italiane e, la più recente, è Matera. Comune della Basilicata con quasi 60.000 abitanti, la città è stata riconosciuta Capitale europea della cultura nel 2019 aggiudicandosi così il primato nel Mezzogiorno per la nomina. Nota già da tempo anche grazie al riconoscimento Unesco (Patrimonio dell’umanità nel 1993 per i suoi “Sassi”) e al celebre film di Mel Gibson La Passione di Cristo, la città lucana, subito dopo essere stata nominata Capitale della cultura, ha visto crescere il suo turismo: comparando i dati del 2019 con quelli degli anni passati, sono stati registrati almeno 302.000 pernottamenti in più e un impatto consistente sui posti di lavoro.

L’iniziativa “Capitale europea della cultura”, quindi, è a tutti gli effetti, un’occasione per la riqualificazione di un determinato territorio, la ripresa dei flussi turistici e l’incremento dell’occupazione. La nomina dura un anno solare e ogni città ha la possibilità di mostrare le proprie doti artistiche e culturali (in Europa e nel mondo); fino al 2023, molti Paesi hanno approfittato del progetto per rianimare e rinvigorire il proprio background culturale tramite l’iniziativa: così facendo, hanno amplificato la loro visibilità a livello internazionale.

Per quest’anno, ci sono Bad Ischl (Austria) insieme a 22 Comuni rurali del territorio di Salzkammergut (Altmünster, Bad Goisern, Ebensee am Traunsee, Gmunden, Gosau, Grünau im Almtal, Hallstatt, Kirchham, Laakirchen, Obertraun, Pettenbach im Almtal, Roitham, St. Konrad, Scharnstein, Steinbach am Attersee, Traunkirchen, Unterach am Attersee e Vorchdorf, Altaussee, Bad Aussee, Bad Mitterndorf, Grundlsee), Tartu (Estonia) e Bodø (Norvegia).

Nello specifico, Bad Ischl si trova in Alta Austria e, con i suoi 13.895 abitanti, risulta essere il centro più popoloso del distretto di Gmunden; dista 50 km da Salisburgo e 105 da Linz e viene considerata la “piccola Vienna” anche per gli edifici architettonici e storici circondati dal verde.

Tartu, invece, si trova nell’Estonia meridionale, a circa 2 ore di treno dalla Capitale; è la seconda città più grande del Paese. Secondo le stime di IndexMundi, nel 2021 aveva circa 1.220.042 abitanti.

Infine, Bodø, una città nel nord della Norvegia nella regione del Salten: popolata da circa 50.000 abitanti non appartiene all’Unione ma, ogni 3 anni, anche le regioni extra Ue possono tentare e candidarsi per il titolo di Capitale della cultura.

Austria: Bad Ischl e la regione del Salzkammergut

Salzkammergut viene da “salz - sale” e da qui il motto “la cultura è il nuovo sale”. Questa area, infatti, era già molto conosciuta ai tempi dei popoli celtici per i suoi giacimenti di sale, la cui estrazione cominciò ben 7.000 anni fa generando una forte ricchezza diffusa poi, con il tempo, su tutto il territorio. Infatti, rientra nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco per il suo paesaggio, anche grazie al Comune di Hallstatt e alla montagna Hoher Dachstein.

Il nuovo programma adottato da Bad Ischl in quanto Capitale della cultura, e in generale nella regione del Salzkammergut, si articola su 4 temi principali: potere e tradizione, cultura in movimento, l’arte di viaggiare, globalokal. L’obiettivo è riconoscere la diversità come un punto di forza e unione, non di separazione.

Estonia: Tartu

Anche se non è nota come Tallinn, Tartu viene considerata la metropoli più antica dei Paesi Baltici e il cuore pulsante della cultura estone. Giocano un ruolo fondamentale i numerosi musei e l’ateneo storico, la University of Tartu.

Tartu e la regione meridionale dell’Estonia nel suo complesso celebrano l’iniziativa “Capitale europea della cultura 2024” con numerosi eventi aperti a tutti: esibizioni musicali e teatrali, installazioni artistiche all’aperto e proiezioni di film il cui tema principale è sempre lo stesso: la libertà e la forza nella diversità.

Il sindaco di Tartu, Urman Klass, ha spiegato che «un prerequisito per un’Unione europea funzionale è dire “sì”. Sì alle differenze che a loro volta sono un sì alla forza. Credo e spero che l’anno di Tartu e dell’Estonia meridionale come Capitale europea della cultura sarà un anno in cui si dirà sì in tutta Europa».

Tra gli eventi e i progetti più caratteristici: il Kissing Tartu per ricordare la gioia del bacio; Stencibility, il festival dedicato alla street art; Curated Biodiversity, per realizzare aree verdi nel centro della città.

Norvegia: Bodø

Considerata un posto unico per i suoi colori e la sua aurora boreale in inverno, anche Bodø è stata nominata quest’anno Capitale della cultura. Per l’occasione, verranno organizzati tutto l’anno numerosi incontri culturali, concerti e mostre: ci saranno infatti più 1.000 eventi concentrati nel quartiere Culturale Stormen e saranno dedicati soprattutto ai giovani.

Gli obiettivi principali, anche in questo caso, sono: far conoscere il territorio alla comunità internazionale; attrarre i turisti per creare un punto di unione tra culture diverse.

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