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Elena Ketra: «La sologamia è una dichiarazione d’amore»

L’artista e autrice della performance Sologamy ha spiegato a La Svolta cosa significa (e come) sposarsi con sé stessi: «non è una scelta di isolamento, né un comportamento antisociale: non esclude, anzi connette le persone»
Elena Ketra
Elena Ketra
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14 dicembre 2023 Aggiornato alle 14:00

Sono migliaia gli italiani e le italiane che negli ultimi mesi si sono sposati con loro stessi: la sologamia è il nuovo fenomeno sociale basato sull’inclusività.

La Svolta ne ha parlato con Elena Ketra, artista e autrice della performance artistica Sologamy.

Cosa significa “sposarsi con sé stessi” e da dove è partito questo nuovo fenomeno sociale?

Il fenomeno sociale della sologamia, recentemente giunto in Italia dopo aver catturato l’attenzione all’estero, dagli Stati Uniti dove c’è stato il primo caso di matrimonio sologamico fino al Giappone dove sono nate le prime agenzie di self wedding, rappresenta un affascinante intreccio di concetti filosofici e pratiche quotidiane. In breve, la sologamia è l’atto simbolico di unire se stessə in matrimonio: è un connubio intrapersonale. Tuttavia, il suo significato va ben oltre la mera formalità di una cerimonia: essa incarna l’idea che per essere rispettatə dalle altre persone bisogna innanzitutto rispettare se stessə, e per essere amatə bisogna amarsi.

A prima vista, questa concezione potrebbe sembrare semplice, ma in realtà richiede una dose significativa di coraggio e la capacità di sfidare le norme sociali. Implica l’atto di dire “no” e di disobbedire, atteggiamenti che spesso vanno controcorrente rispetto all’immaginario sociale, specialmente per le donne. Queste, tradizionalmente viste come brave madri dedite all’assistenza degli altri, sono ora chiamate a dedicarsi a sé stesse, a rompere con gli schemi consolidati, per abbracciare la propria individualità.

La mia ricerca su questo tema si è concentrata sulla profonda filosofia intimista che la sologamia offre. Questa pratica mette in discussione l’individualismo, inteso non come isolamento, ma come una forma positiva e inclusiva di affermazione di sé. La sologamia diventa una dichiarazione d’amore rivolta a noi stessə, un atto di indipendenza affettiva che porta alla consapevolezza di sé e delle proprie capacità, forza e bellezza, al di là delle restrizioni imposte dagli standard estetici, sociali e sessuali. Il percorso della sologamia, non smetto di ripeterlo, è inclusivo, non è una scelta di isolamento né un comportamento antisociale, non esclude o toglie nulla, anzi include e connette le persone, perché se stai bene tu e capisci cosa o chi vuoi veramente, sei più libero o libera, sereno o serena di condividere la tua vita con le altre persone. Questo concetto è fondamentale.

Recentemente ha esposto l’opera Utereyes in difesa dei diritti delle donne al museo Madre di Napoli; a Roma ha proposto un matrimonio sologamico di massa nei 3 giorni di apertura al pubblico della fiera Roma Arte in Nuvola (24 - 26 novembre 2023). Com’è nata quest’idea?

Le mie prime esplorazioni artistiche legate al concetto di sologamia risalgono al 2021, quando ho presentato una serie di lastre specchianti su cui era impressa una torta nuziale stilizzata a più piani, sovrastata da un pezzo degli scacchi femminile, maschile e neutro. Sotto quest’immagine, emergeva la definizione della parola “sologamia”, che ancora oggi manca di una presenza ufficiale persino nella Treccani. Ho cercato di colmare questa lacuna, spiegandola in modo diretto e semplice, attraverso un dialogo con un’altra opera-specchio intitolata Nontiscordardite.

Dopo questa serie iniziale, ho sentito il desiderio di rendere l’opera un’esperienza più personale e accessibile a chiunque, indipendentemente da mostre o eventi specifici. Nell’era dei social e del lavoro smart working noi facciamo quasi tutto davanti a uno schermo, fa parte della nostra quotidianità, lavoriamo, creiamo, progettiamo, parliamo, discutiamo, litighiamo e ci amiamo. Allora mi son chiesta, perché non ci sposiamo pure con noi stessə? In collaborazione con il team di Supermartek, la galleria con cui collaboro, abbiamo così concepito la piattaforma interattiva sologamy.org. Questo sito consente a chiunque, attraverso qualsiasi dispositivo, di sposarsi con se stessə gratuitamente e senza alcun vincolo. L’opera diventa così un’esperienza intima e personale, dove la vera essenza è rappresentata da te.

Come ci sposa tecnicamente con se stessə?

Collegandosi alla piattaforma www.sologamy.org chiunque può sposarsi con se stessə. Seguendo una semplice procedura e solo dopo aver flaggato le varie promesse viene rilasciato il certificato che attesta il matrimonio sologamico. Il certificato unico ed esclusivo, in quanto riporta il tuo nome e cognome è esso stesso un’opera d’arte, unica e esclusiva.

Sicuramente ha avuto il merito di portare in Italia un concetto ancora poco noto: solo di recente, infattim il termine ha fatto capolino e sembra avere tutti i connotati di un autentico fenomeno sociale contemporaneo. Considerata la fluidità del concetto, ha presentato allo stand di Supermartek alla fiera Roma Arte in Nuvola, oltre a una speciale wedding box numerata e firmata, un progetto editoriale creato in collaborazione col graphic designer Fabio Lazzari. Ci può dire qualcosa in più?

Alla fiera Roma Arte in Nuvola ho presentato un progetto editoriale dedicato alla sologamia e al percorso artistico di Sologamy. È la prima pubblicazione italiana che affronta il tema. Per la veste grafica ho chiamato a collaborare il graphic designer Fabio Lazzari per la sua spiccata creatività e sensibilità nell’affrontare tematiche sociali. Il risultato è una fanzine pieghevole multicolor che in un lato racconta la genesi e lo sviluppo della sologamia e nell’altro riporta uno scatto fotografico che mi ritrae in grandezza reale vestita da sposa e il testo che spiega il percorso artistico di sologamy. È stato una bellissima combo artistica. Durante la fiera c’era la possibilità di stampare in real time il proprio certificato sologamico che insieme alla fanzine componeva la personale wedding box numerata e firmata.

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