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Safer Internet Centre – Generazioni Connesse: per un web sicuro e inclusivo

Il progetto co-finanziato dalla Commissione Ue propone a educatori e docenti corsi di formazione di cittadinanza digitale, per portare in classe il tema del cyberbullismo e sensibilizzare gli studenti sull’utilizzo dei social
Credit: jana bemol 
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20 dicembre 2023 Aggiornato alle 20:00

In diverse occasioni e contesti è stata posta l’attenzione sull’utilizzo massiccio della tecnologia da parte dei più giovani e sugli eventuali pericoli che ne possono derivare. Tra i rischi più gravi, è in crescita il cyberbullismo: in Italia, il 15% degli adolescenti dichiara di essere stato vittima di azioni, gesti e manifestazioni di bullismo e cyberbullismo.

Il report del Center for Disease Control and Prevention evidenzia che, a livello mondiale e nell’arco temporale 2017 - 2018, il 20% tra ragazze e ragazzi con un’età maggiore di 11 anni è stato vittima di cyberbullismo.

Con l’obiettivo di eliminare queste situazioni di forte disagio, la Commissione europea ha co-finanziato il progetto Safer Internet Centre – Generazioni Connesse rivolto principalmente ai docenti degli Istituti Comprensivi e delle Scuole Secondarie di Primo e Secondo Grado.

Il programma in questione ha realizzato un percorso online dove gli insegnanti hanno la possibilità di seguire vari corsi di formazione ad hoc grazie ai quali proporre attività didattiche volte a sensibilizzare tutta la classe a un utilizzo più sicuro dei social network.

In generale è indirizzato anche ai bambini, agli adolescenti, alle famiglie e agli educatori con lo scopo principale di garantire un sostegno e trasmettere loro tutte le informazioni relative ai problemi che possono nascere a causa di un uso inappropriato delle tecnologie.

Il progetto annuale (di cui è in atto la sesta edizione partita l’anno scorso) ha messo in piedi e portato avanti alcune attività essenziali, tra cui la realizzazione di campagne di comunicazione, proposte di sensibilizzazione e percorsi di formazione per adulti, infanti e adolescenti.

Particolare attenzione, poi, alla fascia di età preadolescenziale, più fragile, perché in alcuni casi sono maggiormente esposti a queste situazioni di disagio online. Ma non sono gli unici. La Mappa dell’Intolleranza ideata da Vox – Osservatorio Italiano sui Diritti (insieme a 4 atenei italiani) evidenzia infatti come gli haters prendano di mira anche le persone con disabilità, le donne e i cittadini con etnie, culture e religioni diverse.

Il progetto Safer Internet Centre – Generazioni Connesse mette in campo operazioni di controllo, monitoraggio, studio e analisi degli eventi negativi che possono generare un trauma alle persone coinvolte. Per esempio, secondo il Journal of Adolescence, in Giappone ci sono maggiori probabilità che gli adolescenti dai 12 ai 18 anni riscontrino complicanze di salute o sociali se ex vittime di cyberbullismo.

Grazie al progetto della Commissione Ue, vengono organizzate varie iniziative per coinvolgere la collettività e più stakeholder possibili, grazie all’impegno annuale del ministero dell’Istruzione, delle istituzioni, università e organizzazioni, attive per garantire, sostenere e rendere più consapevole la società in merito a tematiche legate alla sicurezza in rete. Secondo gli ultimi dati di Save The Children Italia, Generazioni Connesse ha raggiunto 357.000 adulti e 900.000 bambini. Numeri che continuano a impressionare, ma anche a preoccupare per l’entità del problema su cui urge la necessità di un investimento progettuale, istituzionale e collettivo.

Il web, spesso, sembra essere un luogo pericoloso. L’obiettivo è trasformarlo in un mezzo inclusivo, tollerante e umano per dar voce a delle generazioni davvero connesse ma in maniera positiva e costruttiva.

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