Diritti

Germania: il 54% delle persone nere è vittima di razzismo

Secondo il report del Centro tedesco per la ricerca sull’integrazione e la migrazione 1 donna afrodiscendente su 5 è stata minacciata o molestata più volte. Gli episodi più comuni si verificano a contatto con la polizia
Credit: Alvin Balemesa
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
10 novembre 2023 Aggiornato alle 11:00

«L’intensità e le conseguenze della discriminazione subita sono distribuite in modo disomogeneo in Germania. I gruppi di popolazione più frequentemente colpiti sono quelli che vengono etichettati sul piano razziale e la cui appartenenza alla Germania è ripetutamente oggetto di dibattito pubblico: neri, asiatici e musulmani». Con queste parole Naika Foroutan, direttrice del Centro tedesco per la ricerca sull’integrazione e la migrazione (DeZIM), ha riassunto alcuni dei punti chiave dell’ultimo Rapporto dell’Osservatorio nazionale sulla discriminazione e il razzismo con un focus sulla salute.

Lo studio, in cui i ricercatori dell’Istituto DeZIM hanno analizzato gli episodi legati a discriminazione e razzismo che le persone hanno subito in Germania, ha coinvolto circa 21.000 persone, intervistate da giugno a novembre 2022. Ciò che è emerso è che più della metà delle persone nere (54%) ha sperimentato il razzismo almeno una volta e quasi 1 donna afrodiscendente su 5 (19%) ha dichiarato di essere stata minacciata o molestata più volte all’anno, così come il 18% degli uomini afrodiscendenti. Le discriminazioni colpiscono anche musulmani e persone di origini asiatiche, tuttavia le più bersagliate risultano essere le persone nere.

Le microaggressioni sono le discriminazioni più comuni: si tratta di espressioni verbali, atteggiamenti e comportamenti, intenzionali e non, che comunicano messaggi offensivi e negativi verso membri di gruppi sociali oppressi o marginalizzati. Il 37% di tutti gli uomini afrodiscendenti sente di essere percepito come una sorta di minaccia dalle altre persone, che ne sono intimorite, e il dato è 4 volte superiore a quello degli uomini non razzializzati (9%). La stessa sensazione la prova anche il 20% delle donne nere, rispetto a circa 1 donna bianca su 30 (4%).

In base allo studio, le vittime subiscono discriminazioni principalmente razziste, meno per quanto riguarda l’abilità (valutata in relazione a standard fissati arbitrariamente nella società), al genere o alla classe. Sesso, età e peso sono le ragioni più comuni per cui le donne non razzializzate vengono discriminate. Per gli uomini non razzializzati sono l’età, il peso e il reddito.

Se si considera il luogo in cui si verificano questi episodi, le persone afrodiscendenti riportano in modo sproporzionato esperienze di discriminazione e/o razzismo in pubblico e nei contatti con la polizia. Le persone di religione musulmana negli uffici e nelle autorità pubbliche, con la polizia e nel settore sanitario. Le persone asiatiche presso uffici e autorità pubbliche e in pubblico.Tra le persone bianche, le donne riportano esperienze di discriminazione più frequentemente degli uomini.

L’Osservatorio nazionale sulle discriminazioni e il razzismo, in questa edizione, presenta un focus sulla salute che indaga il tema dell’accesso ai servizi sanitari, le esperienze di discriminazione e razzismo in quest’ambito e il loro impatto sulla fornitura di assistenza sanitaria. Emerge che gli episodi sono spesso segnalati nel settore sanitario: per esempio, le persone razzializzate ricevono meno appuntamenti e hanno meno probabilità di vedere ascoltati i loro reclami.

Le donne hanno maggiori probabilità di avere esperienze negative rispetto agli uomini: il 39% delle donne nere, il 35% di quelle musulmane, il 29% di quelle asiatiche e il 26% di coloro che non sono razzializzate riferiscono di essere state trattate in modo ingiusto e scadente almeno occasionalmente. Come avviene la discriminazione in questo settore? Quasi 1 persona su 3, quando presenta una richiesta, non viene presa sul serio e questo è particolarmente vero per le donne: musulmane (39%) e asiatiche (37%) hanno cambiato medico per questo motivo. Per le donne non razzializzate, la percentuale è di circa il 29%.

Il risultato è che le persone evitano di andare dal medico, cosa che accade al 13-14% delle donne nere, asiatiche e musulmane, che dichiarano di aver ritardato o evitato completamente le cure per paura della discriminazione. Per gli uomini, la percentuale in tutti questi gruppi è di circa l’8%. “La discriminazione e il razzismo vanno oltre le conseguenze immediate per le persone colpite e possono anche danneggiare indirettamente la società nel suo complesso - conclude il rapporto. Più frequenti sono le esperienze di discriminazione e/o razzismo, più forti sono le indicazioni di un disturbo d’ansia e di sintomi depressivi”. E se questo si verifica in un’istituzione, che al contrario avrebbe il compito di proteggere i cittadini e fornire loro assistenza e rifugio, si manifesta una grave perdita di fiducia.

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