Ambiente

L’ultimo ottobre è stato il più caldo di sempre e il 2023 è già da record

Mancano due mesi a fine anno ma quello in corso sarà probabilmente il più bollente della storia. I dati Copernicus ci indicano ancora una volta segnali negativi per il Pianeta
Credit: EPA
Tempo di lettura 4 min lettura
8 novembre 2023 Aggiornato alle 18:00

Mancano poco meno di due mesi alla fine dell’anno ma purtroppo, ci indicano gli scienziati, il 2023 è già candidato a diventare l’anno più caldo della storia.

Il “purtroppo” è ancora una volta doveroso visti gli impatti degli eventi meteo estremi, dagli Usa alla Cina, dall’Italia sino all’Africa o al Giappone, legati a doppio filo al surriscaldamento globale.

L’ottobre appena concluso, ricordano gli esperti del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (Copernicus Climate Change Service - C3S), è stato il più bollente di sempre a livello planetario, con una temperatura media dell’aria in superficie di 15,30°C, 0,85°C al di sopra della media di ottobre del periodo compreso tra il 199 e il 2020 e 0.40°C al di sopra del precedente ottobre più caldo, quello dell’anno 2019.

Non solo, i dati ci dicono che la temperatura globale per il mese di ottobre 2023 è stata “la seconda più alta di tutti i mesi nel set di dati ERA5, dopo il mese di settembre 2023”, una chiara indicazione del futuro sempre più caldo verso cui il Pianeta sta andando, probabilmente oltre la “fatidica” soglia del +1,5 °C.

Infatti ottobre, nel complesso, ”è stato più caldo di circa 1,7 °C rispetto alla media di ottobre del periodo compreso tra il 1850 e il 1900, periodo di riferimento preindustriale”.

Finora, da inizio anno fino al mese scorso, la temperatura media globale è la più alta mai registrata, 1,43 °C al di sopra della media preindustriale del periodo compreso tra il 1850 e il 1900 e 0,10°C superiore al periodo equivalente dell’anno solare più caldo (2016).

Se poi osserviamo nello specifico l’Europa scopriamo che per il Vecchio continente si tratta del quarto ottobre più caldo mai registrato (aumento di 1,30 °C).

I segnali di allarme forse più delicati arrivano però dalle temperature dei mari: come noti mari caldi contribuiscono all’aumento del volume degli oceani e all’innalzamento dei livelli dei mari, ma soprattutto fanno sì che quando gli eventi meteo estremi impattano sui nostri territori venga liberata molta più energia, data quella accumulata con acque calde.

Nello specifico Copernicus fa sapere che “la temperatura media della superficie del mare su 60°S-60°N è stata di 20,79 °C, la più alta mai registrata per il mese di ottobre” e aggiunge che “le condizioni di El Niño hanno continuato a svilupparsi nel Pacifico equatoriale, anche se le anomalie rimangono inferiori a quelle raggiunte in questo periodo dell’anno durante lo sviluppo degli eventi dell’anno 1997 e del 2015”.

Inoltre ottobre è il sesto mese consecutivo “in cui l’estensione del ghiaccio marino antartico si è mantenuta a livelli minimi record, con un valore mensile dell’11% inferiore alla media. L’estensione del ghiaccio marino artico ha raggiunto il 7° valore più basso, registrando un 12% al di sotto della media”.

Al contrario cresce il numero di precipitazioni: in ottobre sono state superiori alla media in gran parte dell’Europa, per esempio con la tempesta Babet e quella Aline che ha colpito il Portogallo e la Spagna, portando forti precipitazioni e inondazioni.

Cresce, nel frattempo, anche il clima umido soprattutto nel sud-ovest del Nord America, alcune zone della penisola arabica, regioni dell’Asia centrale e della Siberia, Cina sud-orientale, Brasile, Nuova Zelanda e alcune regioni dell’Africa meridionale, condizioni spesso associate “al passaggio di cicloni che hanno generato forti piogge e danni consistenti”.

Mentre “negli Stati Uniti meridionali e in alcune parti del Messico a causa della siccità la temperatura è risultata più secca rispetto alla media, come nelle regioni dell’Asia centrale e orientale, e nella maggior parte dell’emisfero meridionale extratropicale, compresa l’Australia” sottolinea Copernicus.

A meno di un mese dalla Cop28 di Dubai e due dalla fine dell’anno, i nuovi dati sono l’ennesima conferma di un problema che l’umanità deve urgentemente affrontare.

Per Samantha Burgess, vicedirettore del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus, ottobre 2023 ha infatti «registrato anomalie di temperatura eccezionali, battendo i quattro mesi precedenti in cui i record di temperatura globale erano già stati ampiamente superati. Possiamo dire quasi con certezza che il 2023 sarà l’anno più caldo mai registrato, attualmente di circa 1,43 °C sopra le temperature medie dell’era preindustriale. Il senso di urgenza per un’azione ambiziosa sul clima in vista della Cop28 non è mai stato così alto».

Leggi anche
Martin Parr - ITALY. Rome.
Cambiamento climatico
di Giacomo Talignani 2 min lettura
Un vigile del fuoco francese in azione durante un incendio boschivo a Landiras, il 17 luglio 2022
Incendi
di Giacomo Talignani 3 min lettura