Ambiente

In Ucraina la guerra minaccia anche le specie a rischio

Dai piccoli roditori fino a rare betulle e mammiferi in difficoltà, gli effetti delle bombe stanno mettendo a repentaglio la sopravvivenza di piante e animali
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1 marzo 2022 Aggiornato alle 13:23

Le implicazioni della guerra sono molteplici e anche la natura rischia di pagare un conto durissimo. Oltre alle vite umane, agli edifici distrutti e alle società lacerate, l’attacco della Russia all’Ucraina avrà un pesantissimo impatto sulla flora e sulla fauna, in un territorio già devastato in passato dal disastro nucleare di Chernobyl.

Proprio le condizioni relative all’ex centrale, secondo i politici ucraini, destano preoccupazioni per un possibile disastro ecologico. Qui, dopo l’incidente del 1986, si sono registrate due situazioni: da una parte la contaminazione degli ecosistemi da parte delle radiazioni e dall’altra la lenta e graduale ripresa della vita nelle foreste dove la fauna selvatica ha prosperato in assenza di esseri umani.

Mentre moltissime specie sono attualmente in letargo, gli esperti ricordano che in caso di un’ulteriore destabilizzazione dell’area a causa della guerra, i danni potrebbero essere ingenti seppur complessi da calcolare.

Ma c’è un altro aspetto di come la guerra può influenzare la natura, al di là del chiaro impatto della distruzione: lo stop, per forze di causa maggiore, alle politiche di conservazione, alla protezione degli animali, agli studi e le ricerche scientifiche. Anche per questo su The Revelator l’editor John R.Platt ha provato a tracciare l’elenco di quelle specie che in Ucraina sono già a rischio estinzione o particolarmente vulnerabili. E che potrebbero pagare un prezzo altissimo per via del conflitto.

Fra gli animali in pericolo c’è, per esempio, il desman russo (Desmana moschata), piccolo mammifero semi-acquatico simile a una talpa che vive nei bacini ucraini e russi ed è la sola specie del genere Desmana. Si crede che sia recentemente estinto nella vicina Bielorussia ma sopravvive in Ucraina, nonostante a causa di reti da pesca, perdita di habitat e caccia sia fortemente minacciato. Fu reintrodotto in Ucraina negli anni Cinquanta e da allora si sta pian piano ripopolando.

Un roditore unico in questo Paese oggi sotto le bombe è lo spalace di Ucraina (Spalax arenarius), animale fra i simboli della nazione. Specie più minacciata del genere Spalax, vive soprattutto all’interno della riserva della Biosfera del Mar Nero, soggetta a deforestazione. La sua immagine è anche rappresentata su alcune monete.

Originaria dell’Ucraina è anche una pianta rara che vive in pochissimi luoghi, chiamata Sorbus tauricola o sorbo della Crimea. Dalla Crimea arriva anche una piccola lumaca in via di estinzione, la vitrea nadejdae. Chi arriva da fuori, ma trascorre lunga parte dell’anno in Ucraina è il falco cherrug, falco sacro presente in vari territori d’Europa e che, secondo il Centro di ricerca sugli uccelli rapaci ucraino, è “estremamente vulnerabile” nel Paese. In difficoltà è anche un piccolo insetto noto per le sue “canzoni”, l’Isophya zubowskii, così come l’Orthonevra plumbago o la cavalletta Asiotmethis tauricus.

A causa di estrazioni minerarie c’è poi una pianta, endemica dell’Ucraina, che oggi sopravvive in poche località: la Betula klovovii, betulla che rischia di essere distrutta dai razzi o dalle conseguenze del conflitto. Stessa sorte richia un piccolo pesce probabilmente estinto in paese vicini ma ancora presente in Ucraina, l’Alburnus sarmaticus e come lui anche il Gobio delyamurei, chiamato anche ghiozzo Chornaya, specie ittica che vive nel fiume Ucraina, sotto la gola di Chornaya, fortemente minacciato da siccità e crisi climatica.

E ancora diversi tipi di mosche, piante officinali, aglio e tante altre specie che secondo le classificazioni IUCN (unione internazionale per la conservazione della natura) sono oggi già a rischio a causa di altri fattori, come il surriscaldamento globale o l’ingerenza dell’uomo, e che per via della guerra, le sue armi e i suoi detriti, potrebbero risultare ancor più colpiti. Naturalmente, ci sono poi milioni di animali da allevamento, centinaia di migliaia di cani e gatti, molti dei quali abbandonati, che pagano il prezzo durissimo del conflitto.

Diverse organizzazioni, come la PETA e non solo, stanno cercando di aprire corridoi di assistenza per gli amici a quattro zampe e ci sono anche “coraggiosi eroi”, definiti così dall’opinione pubblica, come l’italiano Andrea Cisternino che nella sua fattoria fuori Kiev sta resistendo proteggendo oltre 400 animali. Impossibile non ribadirlo: dal più piccolo degli insetti sino all’essere umano, la guerra è un male che colpisce tutti.

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