Culture

Rinascono dalle ceneri le biblioteche di Gaza e Mosul

La prima distrutta dai raid israeliani, la seconda dalle truppe dell’Isis, questi due poli culturali sono stati ricostruiti un mattone dopo l’altro. Oggi ospitano migliaia di studenti e libri, in un numero ben superiore rispetto a quello originario
Credit: Samir Mansour
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
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2 marzo 2022 Aggiornato alle 11:26

Nel 1992 quando la Biblioteca di Sarajevo venne distrutta a colpi di cannone, il giornalista Lucien X. Polastron iniziò una ricerca monumentale, che avrebbe portato alla stesura e alla pubblicazione nel 2004 di Libri al rogo, un’opera approfondita sulle distruzioni, nel corso dei secoli, dei libri e dei luoghi che li custodivano. Una storia di macerie, ma anche di inaspettate rinascite.

Alcune biblioteche, come quella di Alessandria, di Baghdad e della stessa Sarajevo non vennero più riedificate. Altre invece sì, come quella di Samir Mansour sulla striscia di Gaza, riaperta da qualche settimana.

Un vero e proprio polo culturale della regione - al contempo biblioteca, libreria, e casa editrice - spazzato via nel maggio dello scorso anno dai missili israeliani, negli 11 giorni di inasprimento del conflitto fra le due fazioni, che portarono alla morte di 14 israeliani e 250 palestinesi.

La biblioteca è stata ricostruita mattone dopo mattone, a duecento metri dalle rovine dell’altra, nel quartiere occidentale di Rimal, grazie a una campagna di crowdfunding. Si sviluppa per 1000 metri quadri su tre piani.

Le iniziative di qualche benefattore privato, ma soprattutto il contributo della comunità palestinese sparsa in tutto il mondo hanno permesso di riempire gli scaffali della nuova biblioteca con circa 300.000 volumi, come riporta Al Jazeera. Ospita una varietà di libri impressionante, manuali scolastici e universitari, romanzi, ma anche testi di saggistica in inglese e in arabo.

«Contiene 4 volte le opere che ospitava prima di essere rasa al suolo», ha raccontato Mansour all’agenzia di stampa francese Afp. Creata circa 30 anni fa, è stata la prima e la più grande in assoluto della Striscia.

Alcuni giorni fa un’altra storica biblioteca, quella di Mosul, in Iraq - seconda nel Paese solo a quella di Baghdad - ha riaperto grazie al Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, dopo che 8 anni fa era stata distrutta dall’Isis.

Nel 2014, con la presa di potere dello Stato Islamico, la biblioteca universitaria venne bombardata. Andarono persi 8/10mila libri: circa l’85% dell’intero archivio. Nell’attacco venne danneggiati anche alcuni antichi manoscritti riconosciuti come Patrimonio dell’Unesco.

«La biblioteca distrutta da Daesh è stata ufficialmente ricostruita e aperta», ha detto lo storico iracheno Omar Mohammed. Nella struttura possono trovare posto oltre 1.000 studenti e ha spazio per più di 100.000 libri, anche se per ora dispone solo di 32.000 volumi.

Di fronte a certe rinascite, viene in mente un verso del poeta e scrittore tedesco Holderlin: «Lì dove c’è il pericolo, cresce anche ciò che salva».