Diritti

Al via i negoziati Russia-Ucraina

Mentre i primi profughi arrivano in Italia, l’attenzione della comunità internazionale è rivolta all’incontro in corso tra le delegazioni dei due Paesi in conflitto. Il faccia a faccia nell’area del fiume Pripyat
Riccardo Liguori
Riccardo Liguori giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
28 febbraio 2022 Aggiornato alle 12:21

Kyiv è una di noi, la vogliamo nell’Unione europea. Un messaggio inequivocabile e potentissimo quello lanciato ieri dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

«Abbiamo un processo con l’Ucraina che consiste nell’integrazione del mercato ucraino nel mercato unico. Abbiamo una cooperazione molto stretta sulla rete energetica, per esempio. Così tanti argomenti in cui lavoriamo a stretto contatto e in effetti, nel tempo, ci appartengono», ha sottolineato la numero uno della Commissione Ue alla vigilia dell’incontro tra le delegazioni russa e ucraina iniziato poco fa al confine ucraino-bielorusso, vicino al fiume Pripyat. L’appuntamento, cui tutto il mondo guarda con speranza, è il primo tentativo di dialogo dall’inizio della guerra innescata dall’invasione ordinata dal presidente russo Vladimir Putin.

«Abbiamo convenuto che la delegazione ucraina si sarebbe incontrata con la controparte russa senza precondizioni», ha fatto sapere il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo i contatti con il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, il quale garantirà che tutti gli aerei, elicotteri e missili di stanza sul territorio bielorusso rimangano a terra durante il viaggio, i colloqui e il ritorno della delegazione di Kyiv.

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha fatto sapere che il Paese ascolterà ciò che la Russia ha da dire e discuterà del ritiro dei soldati russi dall’Ucraina per porre fine all’occupazione.

Intanto, da ieri mattina l’Italia ha accolto i primi profughi in fuga dal conflitto. Alla porta più orientale dell’Italia, il valico triestino di Fernetti al confine con la Slovenia, hanno fatto capolino autobus carichi soprattutto di donne e bambini. Dopo i regolari controlli di frontiera da parte delle forze dell’ordine e una sosta per rifocillarsi, sono ripartiti, diretti in varie città: da Milano a Genova, fino a Napoli, passando per Roma.

Il presidente del Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga ha fatto sapere: «Le Regioni sono pronte a fornire la massima collaborazione per l’accoglienza di donne e bambini provenienti dall’Ucraina e per la fornitura di farmaci e materiale sanitario. In queste ore ho sentito i presidenti e c’è una disponibilità unanime di tutte le Regioni, stiamo già attivando i dipartimenti regionali di Protezione civile e gli assessorati alla salute».

Mercoledì, il tema sarà al centro della Conferenza delle Regioni, «per condividere le scelte, coordinare le azioni e assicurare al governo la massima collaborazione istituzionale. Anche per questo, nella stessa sede, avremo modo di confrontarci con il Capo del dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio. Per organizzare al meglio l’accoglienza, sia sotto il profilo logistico che sul piano sociosanitario». L’auspicio, ha fatto sapere Fedriga, è che anche questi interventi possano rappresentare un contributo affinché cessino al più presto le ostilità.

Ora a Kyiv l’emergenza si chiama anche ossigeno. L’Organizzazione mondiale della Salute ha lanciato l’allarme sull’approvvigionamento di questo elemento chimico sempre più prezioso, soprattutto in un momento bellico aggravato dall’emergenza pandemica. Nel Paese sono circa 1.700 i malati Covid ricoverati e altri pazienti critici, dai neonati agli anziani, che rischiano di rimanerne sprovvisti.

L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) e l’Oms Europa, al lavoro per stabilire un transito sicuro delle spedizioni attraverso la Polonia, stanno chiedendo forniture mediche indispensabili. I camion non sono in grado di trasportarle dagli impianti agli ospedali di tutto il Paese: in questo modo, gran parte delle strutture sanitarie potrebbe esaurire le proprie riserve entro le prossime 24 ore mettendo a rischio migliaia di vite, hanno fatto sapere il direttore generale Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus e quello dell’ufficio regionale Oms Europa Hans Henri P. Kluge.

Peraltro, i produttori di generatori di O2 medico devono fronteggiare le carenze di zeolite, prodotto chimico necessario per produrre ossigeno medico sicuro. Ad aggravare la situazione, il fatto che «servizi ospedalieri importanti sono messi a repentaglio dalla mancanza di elettricità ed energia e le ambulanze che trasportano i pazienti rischiano di rimanere intrappolate nel fuoco incrociato», hanno dichiarato Ghebreyesus e Kluge.

Leggi anche
giornalismo
di Maria Michela D'Alessandro 3 min lettura
Le truppe russe sono ormai entrate in varie città dell’Ucraina, tra cui Melitopol, nel sud est del Paese, e nella periferia della capitale ucraina, Kyiv
esteri
di Chiara Manetti 5 min lettura