Economia

La Commissione Ue taglia le stime di crescita 2023-2024

Corrette al ribasso le previsioni economiche presentate a maggio; a pesare sul Pil dell’euro-zona: l’incertezza provocata dalla guerra e l’instabilità climatica che ha colpito numerosi Paesi durante l’estate
Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea
Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea Credit: Boris Roessler/dpa
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19 settembre 2023 Aggiornato alle 15:00

Non potrebbero essere più chiare le previsioni della Commissione europea riguardo il futuro economico del 2023-2024 dei Paesi membri, che annunciano un “rallentamento delle dinamiche di crescita” nonostante il “contesto di inflazione in calo e un mercato del lavoro vigoroso”.

Si tratta di una previsione intermedia che va a correggere quella già presentata nel maggio 2023 alla luce delle persistenti incertezze provocate dagli enormi shock causati «dalla pandemia e della guerra provocata della Russia in Ucraina», commenta il vice presidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis, il quale tuttavia attende con fiducia una lieve ripresa per il prossimo anno, «sostenuta da un mercato del lavoro vigoroso, da un tasso di disoccupazione mai così basso e da un allentamento delle pressioni sui prezzi».

Nel frattempo, però, la Commissione taglia le stime previste in primavera, passando da un aumento del Pil dell’1,1% a un modico 0,8% nel 2023, mentre nel 2024 la crescita sarà dell’1,3% e non più dell’1,6%. Le politiche restrittive della Banca Centrale Europea, dove i falchi spadroneggiano con continui rialzi dei tassi di interesse, hanno portato risultati magri ma non irrilevanti.

L’inflazione dei prezzi al consumo, infatti, continua lievemente a calare, attestandosi al 5,3% nel mese di luglio (metà del valore registrato a Ottobre 2022), ed è previsto che plani verso il 5,6% nel 2023 per poi diminuire fino al 2,9% l’anno prossimo, poco distante dal target del 2% a cui puntano sia Bce che Fed (Federal Reserve System).

Come sottolinea il comunicato stampa ufficiale, l’attività economica dell’Ue è stata piuttosto modesta nella prima metà dell’anno, con una domanda interna debole e prezzi al consumo ancora in aumento, “nonostante il calo dei prezzi dell’energia e un mercato del lavoro eccezionalmente forte”, grazie alla costante espansione dell’occupazione e del progressivo aumento dei salari.

Tra i principali attori dell’area euro, la Germania è decisamente il Paese con maggiori difficoltà. La Commissione infatti prevede una contrazione economica annuale allo 0,4% (in rialzo rispetto allo 0,2% di maggio), con il serio rischio di recessione verso la fine dell’anno (cioè un temporaneo ma significativo calo dell’attività economica caratterizzato generalmente da Pil negativo, redditi più bassi e crescita del tasso di disoccupazione). Anche se per il commissario per l’Economia Paolo Gentiloni «è un’economia forte che ha gli strumenti per riprendersi» già durante il 2024.

Anche l’Italia è interessata dai ribassi della Commissione, che ha tagliato fino allo 0,9% le previsioni di crescita del 2023, mentre si stima un aumento dello 0,8% per l’anno prossimo. Stime sempre in positivo ma inferiori a quanto preventivato in primavera per il nostro Paese, rispettivamente 1,2% e 1,1%, specialmente con il tramonto dei “temporanei e straordinari incentivi” nel campo delle ristrutturazioni edilizie introdotti durante la pandemia (uno fra tutti, il Superbonus).

Gentiloni, a margine della conferenza stampa relativa alle previsioni economiche, ha sottolineato la continua sollecitazione della Commissione verso l’eliminazione di quelle misure agevolative introdotte durante il Covid e relative ai prezzi dell’energia in quanto «hanno un costo economico difficile da sostenere» e dunque per la loro straordinarietà devono essere progressivamente eliminate.

A rendere più tesa l’economia della zona euro non ci sono solo l’invasione russa in Ucraina e le varie tensioni geopolitiche che ne conseguono. Tra le principali fonti di incertezza spiccano infatti anche i crescenti rischi climatici che hanno colpito numerosi Paesi europei durante l’estate. Basti pensare alle tantissime isole greche, fra tutte Rodi e Corfù, avvolte dalle fiamme per giorni interi, senza tralasciare l’ondata di caldo che ha avvolto l’Italia intera sin da giugno con forti ripercussioni sulla mortalità dovuta alle temperature eccessive, per poi estendersi nel resto d’Europa.

Il mutamento del clima, sempre meno prevedibile e violento, mette a dura prova l’economia in quanto i danni provocati dai disastri ambientali richiedono costi di ricostruzione esosi (circa 25 milioni di euro per Rodi, con più di 8.000 turisti evacuati) e, di riflesso, influisce sia sulla produttività delle imprese che sulla crescita interna del prodotto interno lordo.

Ecco perché l’estate ha visto un rallentamento generalizzato dell’attività economica “con una persistente debolezza dell’industria e un rallentamento dei servizi, nonostante la brillante stagione turistica in molte parti d’Europa”.

Nonostante i tagli previsti in via cautelare dalla Commissione, «dobbiamo avere fiducia nel futuro dell’economia europea» conclude Gentiloni, secondo cui per supportare una crescita sostenuta e sostenibile «l’efficace attuazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza rimane una priorità fondamentale».

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