Cina: creato il primo organo umano-ibrido in un animale

Un passo in avanti verso la creazione di organi umani è stato compiuto quest’anno in Cina, grazie alle sperimentazioni di un gruppo di ricercatori del Guangzhou Institute of Biomedicine and Health, che sono riusciti per la prima volta a generare un organismo ibrido che potrebbe portare in futuro a usare i mammiferi come fonte di organi umani per i trapianti.
Il team di ricerca guidato dallo scienziato cinese Liangxue Lai, con la partecipazione del medico spagnolo Miguel Ángel Esteban, ha riprogrammato le cellule umane adulte e le ha inserite negli embrioni dei maiali, geneticamente modificati per non riprodurre reni suini. I ricercatori hanno impiantato 1.800 di questi embrioni ibridi nelle zone riproduttive di 13 scrofe, permettendo una crescita fino a 25-28 giorni prima di rimuoverli per questioni etiche. In questo modo 5 degli embrioni impiantati hanno generato con successo un rene sperimentale, con le prime strutture renali, costituito fra il 50% e il 65% da cellule umane, mentre il restante sono cellule suine.
L’esperimento ha lo scopo di accelerare gli studi per la creazione degli organi umani, dato che ogni anno ne vengono trapiantati 150.000 su scala globale e, solo negli Stati Uniti, c’è una lista di attesa di circa 100.000 persone. «Organi di ratto sono stati riprodotti nei topi e organi di topo sono stati riprodotti nei ratti, ma i precedenti tentativi di coltivare organi umani nei maiali non hanno avuto successo. Il nostro approccio migliora l’integrazione delle cellule umane nei tessuti riceventi e ci consente di far crescere organi umani nei maiali» ha affermato l’autore senior Liangxue Lai della Wuyi University.
Il team ha proseguito sulla strada indicata dai lavori sperimentali del ricercatore spagnolo Juan Carlos Izpisua, direttore del San Diego Science Institute, presso gli Altos Laboratories, che nel 2017 aveva annunciato la creazione di embrioni umani-suini, con una cellula umana per ogni 100.000 dei maiali. Gli esperimenti erano stati autorizzati dalla Universidad de Murcia, in Spagna, nonostante i rischi biologici per la generazione di chimere suine-umane.
Secondo Juan Carlos Izpisua con la nuova ricerca «si fa un ulteriore passo avanti e dimostra che le cellule possono essere strutturate e dare origine a strutture tissutali organizzate. Non è stato ancora possibile sviluppare organi umanizzati maturi nei maiali, ma questo studio ci porta un passo avanti».
Uno dei timori condivisi dalla comunità scientifica è che possano venire superate le “linee rosse” sul piano etico, nel tentativo di ottenere dei reni umani funzionanti. Una di queste vieta espressamente di far arrivare le cellule umane nel cervello del maiale o nelle sue gonadi. Il rischio di avere di un “cervello umanizzato” ha portato all’emanazione di numerose restrizioni in diversi Paesi.
«La domanda è se sia etico lasciare che i maiali nascano con reni umani maturi. Tutto dipenderà dal grado di contributo [delle cellule umane] negli altri tessuti del maiale. Per eliminare ogni tipo di problema etico, stiamo modificando ulteriormente le cellule umane in modo che non possano in alcun modo raggiungere il sistema nervoso centrale del maiale», ha affermato il ricercatore spagnolo Miguel Angel Esteban.
Le future ricerche potrebbero condurre a spazi inesplorati nel campo dell’ingegneria genetica e avviare una rivoluzione nella medicina moderna. Per il nefrologo Josep Maria Campistol, direttore generale dell’Hospital Clínic Barcelona, le potenzialità sono enormi: «Sono convinto che nel prossimo futuro saremo in grado di rigenerare reni, fegati e cuori affetti da malattie croniche, per ripristinare completamente o parzialmente la loro funzione ed evitare il trapianto».