Diritti

Piccola guida agli errori giudiziari: cosa sono e chi li paga

Analisi forense sbagliata e falsa testimonianza sono alcuni dei fattori che possono portare a una condanna ingiusta. Dal ‘91, l’Italia ha speso quasi 1 miliardo in risarcimenti per le vittime
Credit: Cottonbro studio
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18 settembre 2023 Aggiornato alle 18:00

Non sempre la giustizia è giusta: dal 1991 al 31 dicembre 2022 le vittime di ingiusta detenzione in Italia sono state 30.778, in media più di 961 l’anno. Il tutto per una spesa complessiva dello Stato, tra indennizzi e risarcimenti veri e propri, pari a 932 milioni 937.000 euro, circa 29 milioni e 200.000 euro l’anno.

Secondo l’Osservatorio sull’Errore Giudiziario dell’Unione delle Camere Penali Italiane, parte del problema è l’abuso della custodia cautelare, che conduce a detenzioni ingiuste, ma anche il mancato rispetto di principi e garanzie durante i processi.

Sono definite vittime dell’errore giudiziario quelle persone che, dopo essere state condannate con sentenza definitiva, vengono assolte in seguito a un processo di revisione. Quest’ultimo è concesso in via straordinaria quando, per esempio, emergono nuove prove che non erano state considerate durante il processo precedente.

L’ingiusta detenzione è una delle conseguenze più gravi di questo tipo di errore e si verifica soprattutto a fronte dell’abuso della custodia cautelare in carcere. Nonostante la legge lo consideri come una misura da utilizzare solo in via eccezionale, il carcere preventivo è l’approccio cautelare più utilizzato in Italia.

Gli effetti che gli errori giudiziari provocano sulle persone ingiustamente condannate sono d’altra parte enormi. La loro vita è perduta, spiegava l’Osservatorio sull’Errore Giudiziario a febbraio 2023, in seguito all’assoluzione di Michele Padovano avvenuta dopo 17 anni di processo e 9 anni di arresti domiciliari: per le vittime, “lavoro, reputazione, rapporti sociali, ciò di cui sono fatte le nostre giornate non esiste più”.

Le cause di errore giudiziario sono innumerevoli: dall’errata analisi forense, ai pregiudizi dei giudici, alla falsa testimonianza. Ma in alcuni casi, gli errori sono legati anche a disattenzioni, come nel famoso caso del presentatore televisivo Enzo Tortora, arrestato nel 1983 e condannato in primo grado per traffico di droga, poi assolto. Oltre alle false testimonianze dei membri del gruppo camorristico coinvolto nell’indagine, che lo accusavano di essere un loro complice, tra le prove che avevano contribuito alla sua condanna c’era un nome rinvenuto nella rubrica di una delle mogli dei camorristi: “Tortosa”, che i magistrati lessero per sbaglio “Tortora”.

I dati raccolti ed elaborati dall’associazione Errorigiudiziari.com mostrano che la tendenza all’errore giudiziario è rimasta pressoché costante negli ultimi 30 anni. La loro contabilità comincia nel 1991 e registra una media di circa 7 errori ogni anno. Nel 2022 sono stati in tutto 8, uno in più rispetto all’anno precedente. Ad aumentare però è la spesa dei risarcimenti che lo Stato deve alle vittime, che secondo le stime l’anno scorso è stata 7 volte superiore a quella del 2021.

Le città che spendono di più per risarcire chi subisce un errore giudiziario, e in particolare coloro che sono finiti in custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari per poi essere dichiarati innocenti con sentenza definitiva, sono soprattutto al Sud. Reggio Calabria, Palermo, Napoli, Catania, Lecce, Salerno e Catanzaro presentano la concentrazione di risarcimenti più alta.

Dopo Reggio Calabria, dove solo nel 2022 le vittime sono state 90, è Palermo la città che spende di più. Segue Roma, che l’anno passato ha rimborsato quasi 2 milioni di euro. Il triste primato colpisce anche L’Aquila e Milano. Entrambe hanno aumentato la loro spesa rispetto al 2021, sebbene il capoluogo lombardo abbia dimezzato il numero delle vittime dei propri tribunali (18).

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