I porti turistici vogliono limitare l’ingresso di navi da crociera

Il turismo di massa sta esercitando un’enorme pressione su molteplici località turistiche europee e americane, sia a livello demografico con il rapido aumento della popolazione turistica giornaliera nei mesi estivi, sia a livello ambientale, con l’inquinamento rilasciato dai mezzi di trasporto, specialmente le navi da crociera.
L’aumento dei flussi, in seguito al rimbalzo post-pandemia, ha portato i residenti delle città e dei piccoli borghi situati sul mare a protestare contro le continue crociere e il loro particolare tipo di turismo, considerato fastidioso e poco appetibile a livello economico.
In alcune località portuali degli Stati Uniti, come Juneau in Alaska e Bar Harbor nello Stato del Maine, le autorità hanno iniziato a introdurre delle restrizioni per cercare di arginare le problematiche in corso, senza infliggere troppi danni economici a città che basano parte del proprio indotto sul turismo. «È davvero difficile reagire in modo appropriato» ha dichiarato Alexandra Pierce, responsabile del turismo per la città e il distretto di Juneau. Dal 2024 il governo locale consentirà l’ingresso giornaliero nel proprio porto solo a cinque navi di grandi dimensioni, quelle classificate con un carico superiore ai 950 passeggeri. L’obiettivo è di limitare i flussi, che nel 2023 raggiungeranno il record di 1,7 milioni di visitatori.
Il limite non riguarda però il numero complessivo dei turisti e alcuni temono che in futuro, con l’ingrandirsi delle navi, i flussi possano aumentare comunque. Per questo motivo le autorità di Bar Harbor, concordi con i residenti, hanno approvato un’iniziativa per restringere il numero dei croceristi a 1.000 al giorno. Un misura contestata da alcuni imprenditori legati all’economia locale, nonostante uno studio sociologico del 2021 abbia rivelato che più del 50% degli intervistati ritiene il turismo delle navi da crociera un elemento dannoso per qualità della vita cittadina. Solo il 26% si è dichiarato positivo nei confronti delle crociere.
Anche in Europa diverse grandi città portuali hanno iniziato a porre dei limiti alle navi da crociera, a partire da Amsterdam, dove il consiglio cittadino ha deciso che non permetterà più loro di attraccare ai moli, in modo da ridurre la pressione turistica e l’impatto negativo sull’ecosistema locale. Sulla stessa linea Barcellona, Santorini, Dubrovnik e il sindaco di Marsiglia, che ha criticato più volte questo settore economico, sostenendo che sta soffocando la città con il continuo inquinamento dell’aria.
Le polemiche sono alimentate anche dalla questione economica, visto che i turisti delle crociere tendono a spendere molto poco nelle zone che visitano brevemente una volta scesi dalla nave. Uno studio condotto nella località di Bergen, in Norvegia, famosa per i tour dei fiordi, ha mostrato che fino al 40% dei turisti non scende mai dalla nave e che coloro che lo fanno tendono a effettuare una spesa inferiore ai 23 euro. Questo comportamento è dettato dal fatto che le moderne navi da crociere offrono tutte le comodità a bordo, dagli oggetti di lusso ai vari tipi di ristorazione, spesso con la formula “all inclusive”.
In Italia Venezia è stata una delle prime al mondo a imporre i divieti, specialmente a fronte dei danni causati dall’attraversamento del Canale della Giudecca da parte delle grandi navi, sia da crociera sia portacontainer. Inoltre a partire dal 2024 il comune imporrà un aumento della tassa del soggiorno fino a 5 euro per turista.
Eppure, ha fatto sapere il presidente dell’Autorità portuale di Venezia, Fulvio Lino di Blasio, entro la primavera 2027 è previsto un ritorno delle navi di medie dimensioni che eviteranno il bacino di San Marco e il canale della Giudecca, percorrendo invece il canale Malamocco-Marghera e poi virando verso il canale Vittorio Emanuele III. Che, dalla zona industriale di Porto Marghera, porta verso Venezia.

