Diritti

Spagna, pedofilia Chiesa: si indaga per insabbiamento

La Procura ha ordinato una ricerca per quella che definisce una “realtà criminale di indiscutibile gravità”: molti casi non giungono alla giustizia ordinaria perché esaminati nei processi ecclesiastici o non denunciati
Credit: Josh Applegate
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
11 settembre 2023 Aggiornato alle 16:00

La Procura spagnola ha chiesto di indagare sui casi di abusi sessuali all’interno della Chiesa cattolica, ordinando ai delegati territoriali di valutare “l’estensione dell’accusa a possibili condotte di insabbiamento da parte di rappresentanti di istituzioni religiose, che potrebbero essere stati messi in atto prima della denuncia”. La richiesta si legge nero su bianco nell’ultimo rapporto della Procura generale dello Stato relativo al 2022, pubblicato giovedì 7 settembre 2023.

«L’Avvocatura dello Stato ha assunto l’impegno istituzionale di offrire una risposta alle vittime di una realtà criminale di indubbia gravità: i reati contro la libertà sessuale commessi nei confronti di minori in contesti religiosi, gli abusi all’interno della Chiesa», ha spiegato il Procuratore Generale dello Stato, Álvaro García Ortiz, durante la presentazione del rapporto, che per la prima volta «include l’attività della Procura della Repubblica in relazione al monitoraggio, allo studio e al coordinamento di questi reati».

Il Procuratore Generale Ortiz, durante la cerimonia di apertura dell’anno giudiziario 2023/2024 presso la sede della Corte Suprema, ha detto che il rapporto esplora alcune possibilità, come «la richiesta di responsabilità civile sussidiaria dell’istituzione religiosa in cui si sono verificati i fatti criminosi; la valutazione dell’estensione dell’accusa a eventuali insabbiamenti; la richiesta, in ogni caso, dell’interdizione professionale dell’imputato a svolgere qualsiasi attività legata ai minori; e la necessaria integrazione dei danni morali e materiali dell’imputato».

Il Rapporto 2022 della Procura spagnola comprende 147 indagini aperte, 61 nelle procure territoriali e 86 nei tribunali, volte a scandagliare i casi di abusi sessuali commessi nei confronti dei minori in congregazioni, scuole e istituzioni religiose. Le inchieste si basano su una raccolta trimestrale di dati provenienti dalle più alte procure di tutta la Spagna, iniziata in modo decisivo lo scorso anno, a febbraio del 2022. In quel periodo la questione è stata portata sotto i riflettori da una serie di articoli sugli abusi sessuali commessi all’interno della Chiesa pubblicati dal quotidiano El País, dopo una lunga attività di raccolta e verifica degli episodi.

La maggior parte delle testimonianze proviene da procedimenti del 2021 e del 2022, ma i dati disponibili sono “molto parziali” poiché non esiste un registro specifico per questi casi nei sistemi informatici dei tribunali. Si tratta di procedimenti molto complessi da rintracciare. Delle 147 indagini totali, circa 60 sono state aperte prima del 2021. Il 67% degli eventi indagati negli 86 casi giunti al tribunale si è verificato dopo il 2000, il 33% prima del 1990. Il rapporto mostra che sono state registrate 20 sentenze di procedimenti giudiziari conclusi, di cui solo una è stata annullata: le altre 19 sono condanne. Tra i motivi di chiusura delle indagini, il 37% è dovuto all’estinzione della responsabilità dell’imputato per prescrizione del reato o morte del responsabile.

Un elemento chiave da non sottovalutare, scrive El País, è che molti casi nemmeno arrivano ai tribunali o alle procure perché vengono affrontati in procedimenti ecclesiastici oppure non vengono denunciati. Il rapporto sottolinea che secondo la “Legge per la protezione dei bambini e degli adolescenti dalla violenza” i tempi di prescrizione per i reati più gravi commessi contro i minori aumentano: la norma prevede che il tempo a disposizione della vittima per denunciare il reato inizia a decorrere dal compimento del 35° anno di età, e non più una volta maggiorenni.

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