Diritti

Antartide: le donne abusate non vengono ascoltate

Le testimonianze raccolte da Associated Press denunciano un clima pericoloso in cui si minimizzano le violenze. Nel report della National Science Foundation del 2022, il 59% delle intervistate aveva subito molestie
Credit: Long Ma
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
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8 settembre 2023 Aggiornato alle 10:00

Antartide, terra dei ghiacci. Lavorare in una delle zone più remote del Pianeta, con temperature che vanno ampiamente sotto lo zero, comporta molti rischi. Per le donne, però, è ancora più pericoloso: la dettagliata indagine dell’Associated Press, condotta dal corrispondente con sede a Wellington, in Nuova Zelanda, Nick Perry, dà voce alle lavoratrici che hanno denunciato molestie e violenze sessuali ai superiori e che sarebbero state lasciate a loro stesse. Gli abusi subiti, infatti, sarebbero stati minimizzati e non sarebbero stati presi i dovuti provvedimenti.

Per la prima volta diverse donne hanno parlato pubblicamente delle esperienze vissute, e di come i datori di lavoro avrebbero preso sottogamba per anni le loro testimonianze, costringendole a prendere da sole le misure necessarie per difendersi: Liz Monahon, meccanica nella più grande stazione presente sul continente, McMurdo, ha nascosto per mesi nella tuta o nel suo top sportivo un martello per proteggersi. «Se si fosse avvicinato a me, avrei iniziato a colpirlo - ha raccontato la donna all’AP - Ho deciso che sarei sopravvissuta».

Le testimonianze parlano di episodi ripetuti, di superiori pronti a contenere e ridimensionare episodi violenti che, in tutti i casi emersi, sono stati subiti da donne e perpetrati da uomini. Tutto si sarebbe svolto a McMurdo, la principale base di ricerca degli Stati Uniti in Antartide. D’inverno la popolazione del sito non supera le 300 persone, ma d’estate raggiunge quota 1.000. Solitamente, secondo l’AP, si tratta al 70% di uomini. L’hub conta 85 edifici che “variano in dimensioni da una piccola baracca radiofonica a grandi strutture a tre piani”, spiega sul sito la National Science Foundation - Nsf, l’agenzia governativa statunitense responsabile del finanziamento e della gestione delle attività americane in Antartide, che però non assume direttamente le persone che vi lavorano.

Dal 2017 la principale ditta appaltatrice della stazione è la compagnia Leidos, il cui contratto (che scadrà nel 2025) vale oltre 200 milioni di dollari all’anno. Il subappaltatore Pae, che impiega molti dei lavoratori della base, è stato acquistato l’anno scorso dal colosso dei servizi governativi Amentum. Si tratta di un giro da miliardi di dollari. La sicurezza, invece, è assegnata a un vice maresciallo americano giurato presente sul posto, ma lì non esistono né polizia né prigioni. La vicepresidente senior di Leidos, Melissa Lee Dueñas, ha dichiarato all’AP che «la nostra posizione sulle molestie o aggressioni sessuali non potrebbe essere più chiara: abbiamo tolleranza zero per tali comportamenti… Ogni caso è indagato a fondo».

Tuttavia, Monahon sostiene di essersela cavata solo grazie all’aiuto dei suoi colleghi, non della direzione. Ha raccontato all’AP di essere stata scoraggiata a denunciare le minacce ricevute da un uomo, un idraulico e pugile dilettante di Auckland incontrato nel 2021 in un hotel a Christchurch, in Nuova Zelanda, dove i lavoratori della McMurdo erano in quarantena per il Covid prima di andare in Antartide. L’uomo, assunto dalla Pae, aveva precedenti per reati legati all’alcol. Non si tratta di un dettaglio irrilevante: nel 2015 Nicole Spector di USA Today riferiva che un audit del 2015 della Nsf aveva rilevato che il consumo eccessivo di alcol aveva portato a “risse, atti osceni e dipendenti che arrivavano al lavoro in stato di ebbrezza”. Spesso, secondo l’AP, la Nsf e gli appaltatori dell’Antartide attribuiscono la colpa del comportamento misogino all’alcol.

Nel caso di Monahon, l’uomo si trovava in uno dei due bar principali di McMurdo quando ha iniziato ad alzare la voce contro la donna. In un’altra occasione l’ha minacciata di morte e lei ha riferito a Pae che temeva per la sua sicurezza. Una rappresentante delle risorse umane l’avrebbe scoraggiata a denunciare l’accaduto “in parte perché avrebbe creato grattacapi giurisdizionali e persino un problema internazionale, dato che Buckingham era un cittadino neozelandese”, e poi perché Monahon avrebbe dovuto “considerare attentamente come la presentazione delle accuse avrebbe potuto toccarla personalmente e avere un impatto sull’intero Programma Antartico degli Stati Uniti”. Per questo la donna ha afferrato un martello e l’ha tenuto sempre con sé.

Il suo caso non è isolato. Altre donne sostengono che le loro denunce di molestie o aggressioni siano state minimizzate dai loro datori di lavoro, spesso portando loro o altri in una ulteriore situazione di pericolo. Una, per esempio, ha denunciato di essere stata palpeggiata da un collega ed è stata costretta a lavorare di nuovo al suo fianco. In un altro caso, risalente al 2019, una donna che lavorava nel settore alimentare aveva detto al suo datore di lavoro di essere stata violentata sessualmente: è stata successivamente licenziata. Un’altra ha riferito che i capi della base hanno declassato le sue accuse da stupro a molestie.

Il rapporto della National Science Foundation pubblicato a giugno 2022 evidenzia un clima in cui molestie e aggressioni sono spaventosamente diffuse: il 59% delle donne intervistate ha dichiarato di averne subite mentre si trovava in Antartide. E un inquietante 95% conosce qualcuno che le ha subite all’interno del programma Antartico. 5 mesi dopo il rilascio di questo rapporto, una donna del McMurdo ha detto di essere stata aggredita da un collega maschio. Il suo processo è previsto per novembre.

La Nsf, che a ottobre dello scorso anno, si è detta “sconvolta dalle denunce di molestie sessuali, aggressioni e stalking”, sostiene di aver migliorato la sicurezza in Antartide, di aver creato un ufficio per gestire tali denunce, di aver fornito un avvocato confidenziale alle vittime e di aver istituito una linea di assistenza 24 ore su 24, la Nsf Antarctic Helpline. Ora si richiede a Leidos di segnalare immediatamente episodi di violenza e molestie sessuali. Intanto, i casi emersi hanno spinto alcune donne a formare un proprio gruppo di sostegno, Ice Allies. Più di 300 persone hanno firmato una petizione per chiedere sistemi migliori per la gestione delle aggressioni sessuali.

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