Ambiente

Quanti anni di vita ti toglie l’inquinamento?

In Asia 5, a Milano quasi 2. Un report pubblicato dalla University of Chicago mette in guardia dagli effetti nocivi delle polveri sottili, la cui diffusione negli ultimi 10 anni è aumentata del 59%
Credit: EPA/MATTEO CORNER
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1 settembre 2023 Aggiornato alle 16:00

“L’inquinamento atmosferico rappresenta la più grande minaccia esterna all’aspettativa di vita umana sul pianeta”, scrivono gli autori dell’Air Quality Life Index 2023, Michael Greenstone e Christa Hasenkopf.

Ogni anno l’Energy Policy Institute dell’University of Chicago pubblica un report in cui analizza le conseguenze sulla salute umana provocate dalle polveri sottili nel mondo. Anche quest’anno, secondo la ricerca, a subire maggiormente gli effetti nocivi sono le regioni dell’Asia meridionale, dove l’aspettativa di vita di ogni abitante si è ridotta di oltre 5 anni.

A livello globale l’impatto dell’inquinamento sull’aspettativa di vita è paragonabile a quello del fumo: supera quello legato alla malnutrizione infantile ed è 3 volte superiore all’impatto del consumo di alcol e di acqua non potabile, nonché 5 volte maggiore rispetto agli effetti degli incidenti automobilistici e 7 volte superiore a quelli dell’Hiv.

Tra Bangladesh, India, Pakistan, Cina, Nigeria e Indonesia si concentrano circa i 3 quarti degli effetti negativi causati dall’inquinamento. In particolare, in Bangladesh, il Paese più inquinato al mondo, le persone vivono in media 6,8 anni in meno rispetto ai 3,6 mesi di chi vive negli Stati Uniti, dove la regione più esposta all’inquinamento è la California, a causa degli incendi che continuano a devastare il territorio.

Mentre i livelli medi di inquinamento mondiale sono leggermente diminuiti negli ultimi 10 anni grazie alla “guerra all’inquinamento” cinese, che ha ridotto le emissioni del 40% dal 2013, l’India, da sola, è responsabile di circa il 59% dell’aumento globale dell’inquinamento a partire dallo stesso anno.

Qui la diminuzione dell’aspettativa di vita è la maggiore in assoluto: a Nuova Delhi, la megalopoli più inquinata al mondo, la durata media della vita degli abitanti si è ridotta di oltre 10 anni.

Dal 1998 il Paese ha registrato un aumento delle polveri sottili pari a circa il 70%, ma da 4 anni il governo prova a contenere il problema attraverso il Programma nazionale per l’aria pulita, che dovrebbe migliorare la qualità dell’aria in oltre 131 città indiane.

In Africa, intanto, l’aumento del consumo di energia ha portato le morti correlate all’inquinamento a raggiungere quelle dovute ad Hiv e malaria. In quest’area, i livelli medi delle polveri sottili sono 4,2 volte superiori alle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Questo significa che la popolazione africana ha perso 1 miliardo di anni di vita a causa dell’inquinamento.

Le cose non vanno meglio in America Latina. In alcune località di Guatemala, Bolivia e Perù, infatti, la concentrazione di qualità dell’aria pessima è simile a quella che si trova in India e in Cina. In queste regioni, il residente medio guadagnerebbe fino a 4,4 anni di vita se la qualità dell’aria fosse conforme alle linee guida dell’Oms.

In Europa, nonostante la minore esposizione delle persone alle polveri sottili, le rilevazioni mostrano che il 98,4% della popolazione vive attualmente in zone con livelli di inquinamento non sicuri.

Di queste, la maggior parte si trova nell’Est Europa, come la Bosnia Erzegovina, individuata come lo Stato maggiormente inquinato del continente insieme ad alcune aree della Turchia. Ma anche nella Pianura padana l’aspettativa di vita è a rischio a causa dell’inquinamento, dicono i ricercatori: a Milano - città più inquinata della zona - i residenti guadagnerebbero 1,6 anni se i livelli di inquinamento rispettassero le linee guida dell’Oms.

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