Nicaragua: studentesse in carcere e gesuiti al bando

«Fuori casa ci sono due persone…Immagino che mi stiano per arrestare».
Sono le ultime concitate parole che Joseling Mayela Campos Silva pronuncia, alle 4.30 del pomeriggio di lunedì, in un video-denuncia prima che gli agenti in borghese irrompano nella sua abitazione nella periferia della capitale Managua. La giovane è un’attivista femminista e studentessa del terzo anno di ingegneria civile. Si tratta della terza universitaria arrestata in poche ore nel Nicaragua di Ortega.
Adela Espinoza Tercero e Gabriela Morales López sono i nomi delle altre due vittime della polizia del regime. La prima è stata Espinoza Tercero, leader studentesca e madre single di due bambini, che è trattenuta da sabato scorso.
Le tre giovani verranno trasferite nel carcere femminile Esperanza.
L’ex ambasciatore del Nicaragua presso l’Organizzazione degli Stati Americani (Oas) Arturo McFields ha affermato che questi «arresti illegali dimostrano che la dittatura di Daniel Ortega continua il suo cammino di assedio, arresti, spionaggio e confisca». Anche la comunità internazionale ha espresso la sua condanna per gli atti commessi. Sabato 19 agosto gli Stati Uniti hanno annunciato sanzioni nei confronti di 100 funzionari di Ortega, ritirando loro il visto statunitense.
Un cammino di violenza che - secondo l’attivista politico Félix Maradiaga - il regime sta percorrendo muovendosi sempre più rapidamente verso un sistema di controllo totale. La caccia agli universitari è iniziata dopo la chiusura e la confisca, il 15 agosto, dell’Uca, la prestigiosa Università Centroamericana fondata nel 1960 dalla Compagnia di Gesù. Il 23 agosto, appena otto giorni dopo, a essere colpita è la Compagnia di Gesù stessa: ne è stato annullato lo status giuridico e ne sono stati confiscati i beni immobili e finanziari, che sono stati trasferiti allo Stato.
Secondo la ministra degli Interni, María Amelia Coronel Kinloch, la cancellazione è giustificata dal fatto che la Compagnia di Gesù sarebbe venuta meno ai suoi obblighi, non presentando i bilanci degli ultimi tre anni e avendo un consiglio di amministrazione scaduto.
La Provincia Centroamericana dei gesuiti ha replicato affermando che “la decisione è stata presa senza che siano state eseguite le procedure amministrative stabilite dalla legge”. E lo stesso, si legge nella nota, “è avvenuto nella maggior parte degli oltre 3.000 casi simili di cancellazione della personalità giuridica effettuati dal regime dal 2018”.
Proprio al 2018 si deve far risalire la crisi tra Chiesa e Governo. Allora erano scoppiate una serie di dure proteste contro Ortega, guidate soprattutto da studenti universitari. La repressione fu brutale e centinaia di giovani vennero uccisi.
In questo contesto l’Uca divenne un rifugio per i manifestanti in fuga dalla violenza dei paramilitari del regime e un luogo di libertà e di difesa dei diritti umani. Per questa ragione, tra le motivazioni che hanno portato alla confisca dell’ateneo si legge che l’Uca ha operato come “un centro di terrorismo” ed è colpevole di “aver organizzato gruppi criminali armati e incappucciati che hanno usato metodi terroristici, distrutto università pubbliche, edifici pubblici e privati”.
Dal dicembre 2021 sono 26 le università private cadute nelle mani del regime di Ortega.
A preoccupare è il futuro degli studenti e la qualità dell’istruzione nel Paese.
Con l’inizio del nuovo anno accademico, centinaia di ex studenti dell’Uca si sono iscritti all’Università Americana (Uam) per proseguire gli studi.
Fino alla scorsa settimana, l’Uam stava infatti portando avanti un processo di accoglienza degli studenti appena arrivati dall’Uca, allestendo stand di orientamento. Ma martedì 22 agosto le loro iscrizioni sono state sospese e gli account universitari sono stati disattivati.
La motivazione ufficiale fornita dalla Uam è che gli studenti si siano iscritti senza presentare i loro diplomi ufficiali. Ma, secondo quanto riportato dagli studenti al sito nicaguarense Divergentes, l’ateneo, di proprietà dell’Esercito, aveva accettato la loro ammissione accordando che il documento richiesto venisse consegnato entro sei mesi.
Di fatto, gli ex studenti dell’università confiscata sono costretti a frequentare la neonata Casimiro Sotelo, nuovo nome scelto dal governo per quella che era, fino a pochi giorni fa, l’Uca. Le lezioni, nell’università di proprietà Ortega, inizieranno lunedì.