Futuro

Spazio: che cos’è Euclid?

È una sonda che permetterà di studiare l’energia oscura del cosmo, che compone il 70% del nostro universo. Eppure, non sappiamo ancora con certezza cosa sia…
Uno dei primi scatti di Euclid
Uno dei primi scatti di Euclid Credit: ESA/Euclid/Euclid Consortium/NASA
Tempo di lettura 4 min lettura
21 agosto 2023 Aggiornato alle 10:00

Nella vastità del cosmo, si cela un enigma che non possiamo più ignorare: l’ignoto che costituisce la maggior parte di ciò che conosciamo. I nostri occhi scrutano l’universo attraverso strumenti sempre più avanzati: abbiamo catturato l’eco della radiazione di fondo del Big Bang e percorso le prime frazioni di secondo in cui la materia iniziò a plasmare le forme che ora conosciamo e riconosciamo.

Ma l’universo, nella sua forma, è composto dal 5% di materia ordinaria e luce, mentre il restante 95% è, per così dire, ancora un mistero. Più nello specifico, il 25% si identifica con “materia oscura”, una sostanza che ancora non riusciamo a comprendere, mentre il restante 70% è rappresentato da ’”energia oscura”.

Ed è proprio questa energia oscura, che sembra avere a che fare con il vuoto stesso, che sta per essere sondata. Ma ripercorriamo brevemente il lungo percorso che ci ha portati fino a qui.

Dalle scoperte di Hubble a Euclid

Fu l’astronomo statunitense Edwin Hubble negli anni ‘20 a gettare le basi per arrivare alla nostra comprensione odierna del cosmo: osservando il cielo dal Mount Wilson Observatory negli Stati Uniti, rilevò un curioso spostamento verso il rosso della luce emessa dalle galassie lontane.

Questo redshift indicava che le galassie si stavano allontanando non solo da noi, ma anche l’una dall’altra. E questo fenomeno, tanto più evidente quanto più lontana la galassia osservata, portò alla definizione della cosiddetta costante di Hubble, un parametro utilizzato per misurare l’espansione dell’universo.

Un’immagine, quella dell’universo in espansione, tanto suggestiva quanto rivoluzionaria: l’idea che il cosmo non fosse eterno e immutabile ma avesse un inizio definito catturò l’attenzione di moltissimi studiosi. E la concezione del Big Bang, l’esplosione primordiale da cui tutto ebbe origine, iniziò a prendere forma.

Verso l’inizio del nuovo millennio, studi basati sulla luminosità delle supernove (esplosioni stellari violente) rivelarono che l’espansione dell’universo stava accelerando, un fenomeno che poteva essere spiegato attraverso l’aggiunta di una nuova “costante cosmologica” alle teorie della relatività generale sviluppate da Albert Einstein e Willem De Sitter.

Ma che cosa genera questa costante cosmologica? Ed ecco che entra in scena l’energia oscura, un tipo di energia misterioso che sembra riempire lo spazio vuoto dell’universo collegandosi, in qualche modo, alle proprietà del vuoto stesso.

Dunque, l’espansione del cosmo non rappresenta la diffusione della materia in uno spazio già esistente, ma piuttosto un allargamento dello spazio stesso. E questo processo trascina con sé la materia, oltre a dar vita all’aumento dello spazio vuoto e dell’energia oscura, la quale assume un ruolo sempre più centrale.

Nonostante i progressi, a oggi, il senso di questa energia oscura rimane un interrogativo. Infatti, più si cercano indizi e più emergono contraddizioni. Per esempio, varie misurazioni della stessa grandezza (e dunque con la medesima unità di misura) hanno fornito valori diversi, un fenomeno noto agli esperti come “tensioni cosmologiche”. E, in questo contesto, anche la costante di Hubble è stata sottoposta a interpretazioni divergenti.

Il ruolo di Euclid

Ed ecco che entra in gioco Euclid, una missione spaziale lanciata per far luce su questi misteri.

Euclid si concentra infatti sulla comprensione dell’energia oscura e sull’accelerazione dell’espansione: studiando la distribuzione della materia oscura e misurando le distanze locali, ha come obiettivo una migliore definizione delle caratteristiche dell’universo.

Insieme alle osservazioni del telescopio Webb, che esplora l’universo da una prospettiva complementare, Euclid ci guiderà attraverso l’universo, consentendoci di afferrare i dettagli dell’espansione nei 10 miliardi di anni passati.

Se si riuscisse infatti ad attenuare le tensioni cosmologiche attraverso misurazioni sempre più accurate, potranno forse essere svelati i segreti custoditi nel cuore dell’energia oscura. Ma una cosa è certa: ogni passo avanti nella comprensione del mistero cosmico ci avvicina un po’ di più alla rivelazione di ciò che veramente si nasconde dietro il velo dell’ignoto.

Leggi anche
Spazio
di Enrico Verga 6 min lettura
Rho Ophiuchi, la regione di formazione stellare più vicina alla Terra, catturata dal James Webb
Spazio
di Antonio Pellegrino 2 min lettura