Ambiente

C’è un paradiso conteso su Google Maps

A cercarle sulle mappe, le isole Chagos appaiono tra i “Territori Britannici dell’Oceano Indiano”. Tuttavia, dal 2019 diverse sentenze internazionali hanno stabilito che sono delle Mauritius
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23 febbraio 2022 Aggiornato alle 07:00

C’è un’isola paradisiaca contesa a causa di Google Maps. Provate a cercare sulla famosa mappa le isole Chagos. Vi apparirà un puntino nel bel mezzo dell’Oceano indiano, più o meno in un triangolo di mare fra Maldive, Seychelles e Mauritius. E sotto al localizzatore vedrete una scritta: Territori Britannici dell’Oceano Indiano.

Ecco, quella scritta è il motivo della discussione. La contesa è tra Mauritius e il Regno Unito. Nel 2019 le prime sono state infatti riconosciute come legittime proprietarie dell’arcipelago Chagos in una serie di sentenze dei tribunali internazionali e voti anche delle Nazioni Unite, ma il Regno Unito insiste sul mantenere ancora la sovranità delle isole.

I motori di ricerca della società di Mountain View, mantenendo come riferimento geografico la dicitura “Territori Britannici dell’Oceano Indiano” (o “BIOT”), sembrano dare ragione alla Gran Bretagna. La cosa però non va giù alle Mauritius, il cui governo ha chiesto formalmente a Google di indicare queste isole remote e paradisiache come parte del suo territorio. Il giornale britannico Guardian scrive di aver visionato le lettere che le Mauritius hanno inviato al quartier generale di Google, in California, chiedendo di aggiornare la mappa.

Una prima richiesta è stata fatta nel gennaio 2020: “Correggete immediatamente questo errore”, c’era scritto, includendo i testi delle sentenze e il parere consultivo della Corte internazionale dell’Aia. La missiva indicava inoltre che “l’errore potrebbe essere interpretato come tacita approvazione dell’amministrazione illegale del Regno Unito” e ribadiva a Google la necessità di scrivere “Arcipelago di Chagos (Repubblica di Mauritius)”. Dato che però non è avvenuta alcuna modifica, Mauritius ha insistito con altre lettere, senza ottenere risultati, e ora minaccia di aprire un procedimento legale nei confronti della società del famoso motore di ricerca.

Come ha detto Jagdish Koonjul, ambasciatore mauriziano alle Nazioni Unite: «Non abbiamo mai ricevuto risposta. È deludente. Si supponeva che Google fosse il luogo ideale per ottenere informazioni accurate. Quello che sta mostrando non sembra avvalorare ciò». Google ha risposto, via Guardian, che stava prendendo in esame la questione, senza però fornire dettagli sulle tempistiche. Le mappe di Apple invece, se cerchi “BIOT” o i “British Indian Ocean Territory”, danno - giustamente, direbbero alle Mauritius - nessun risultato.

Nel frattempo però il Foreign, Commonwealth and Development Office della Gran Bretagna insiste: «Il Regno Unito non ha dubbi sulla nostra sovranità sul territorio britannico nell’Oceano Indiano, che deteniamo ininterrottamente dal 1814. Le Mauritius non hanno mai detenuto la sovranità sul territorio e il Regno Unito non riconosce la loro pretesa».

Di contro le Mauritius continuano a parlare di “occupazione illegale del Regno Unito delle isole Chagos”. Come andrà a finire, forse, ce lo dirà Google Maps fra qualche tempo.

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