Diritti

I bambini invisibili degli Emirati Arabi Uniti

Nel Paese, dove quasi il 90% della popolazione è straniera, è in crescita il numero di figli di immigrati che non hanno un certificato di nascita. Né la possibilità di essere vaccinati, disporre di un passaporto o andare a scuola
Credit: Victor Furtuna
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23 febbraio 2022 Aggiornato alle 09:00

Nascere senza avere il diritto di ricevere un certificato di nascita. Crescere senza avere la possibilità di richiedere un passaporto o un visto. O senza poter andare a scuola o essere vaccinato. E così via. Tra i grattacieli e i negozi di lusso negli Emirati Arabi Uniti, secondo i dati delle Nazioni Unite, nel 2019 quasi il 90% della popolazione era formata da immigrati: 9 persone su 10. Molti dei quali invisibili e senza nessuna tutela.

Gli attivisti in difesa dei diritti umani stimano siano migliaia i bambini negli Emirati Arabi Uniti non registrati, molti nati da lavoratori migranti provenienti dall’Africa e dall’Asia. Tra i motivi, gli ospedali che non rilasciano i documenti di nascita per conti non pagati o perché i bambini sono frutto di una relazione extraconiugale.

Nonostante una legge approvata a novembre 2020 consenta la convivenza legale di coppie non sposate, prima di allora considerata illegale, le madri single sono ancora quelle più discriminate: in molti ospedali i medici continuano a chiamare la polizia per avvertire di un parto fuori dal matrimonio. Inoltre, il mese scorso la legge è cambiata di nuovo: avere un figlio fuori dal matrimonio può comportare una pena di 2 anni di carcere.

In questi anni gli Emirati Arabi Uniti, tra i Paesi più ricchi del mondo, hanno cercato di aprire le porte a stranieri facoltosi – i pacchetti turistici vaccinali durante la pandemia ne sono un esempio – senza tutelare gli immigrati che vivono e lavorano nell’emirato.

Tra le storie di denuncia raccolte dal Washington Post, quella di Chinwe, 37 anni nigeriana, assistente in una scuola locale. La donna racconta come i figli di 4 e 6 anni ufficialmente non esistano. Dopo il parto, Chinwe e suo marito, non potendo permettersi di pagare le spese mediche pari a 16.000 dollari, non sono riusciti a ritirare i certificati di nascita dei figli: l’ospedale si è rifiutato di fornirli fino a quando il debito non fosse stato saldato.

«I miei figli non possono andare a scuola; non hanno né visto né passaporto. È un problema grave. Piangono, vogliono andare a scuola», ha dichiarato Chinwe. Sebbene sia illegale per gli ospedali trattenere i documenti di nascita per fatture non pagate, i genitori spesso non denunciano per paura di avere conseguenze legali ed economiche.

Anche Pearl, 32 anni filippina, lo scorso marzo ha dato alla luce una bambina in un ospedale statale di Dubai. Nessun certificato di nascita neanche per lei per non aver potuto saldare il conto dell’ospedale di 29.000 dollari. Nata prematura, la bambina è rimasta in terapia intensiva per 2 mesi. Non potendo permetterselo, l’ospedale ha negato a Pearl i documenti di nascita della figlia, lasciando che diventi un’altra invisibile.

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