Diritti

Patrick Zaki è stato condannato a 3 anni di carcere

Al termine dell’11° udienza del processo, il ricercatore 32enne è stato portato via dall’aula. Si tratta del “peggiore degli scenari possibili” secondo Riccardo Noury di Amnesty Italia
Credit: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
18 luglio 2023 Aggiornato alle 15:10

Aggiornamento del 19 luglio 2023 alle 17:45

Il presidente egiziano Al-Sisi ha concesso la grazia a Patrick Zaki, l’attivista egiziano di 32 anni condannato ieri a tre anni di reclusione dal Tribunale per la sicurezza dello Stato di emergenza di Mansoura. Il segretario del Comitato per i diritti umani della Camera dei deputati egiziana e componente del Comitato per la grazia presidenziale, Mohamad Abdelaziz, ha scritto su Facebook che “il presidente Abdel Fattah al-Sisi […] usa i suoi poteri costituzionali ed emette un decreto presidenziale che concede la grazia a un gruppo di persone contro le quali sono state pronunciate sentenze giudiziarie, tra cui Patrick Zaki”. Insieme all’attivista egiziano, infatti, sarebbe stata concessa la grazia anche a Mohamed al-Baqer, l’avvocato di Alaa Abdel Fattah, uno dei più noti prigionieri politici egiziani.

Non appena appresa la notizia, Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, ha commentato: “Se ieri era un giorno catastrofico oggi è un giorno di felicità. Auspichiamo, se questo provvedimento non lo contempla, anche che sia abolito il divieto di viaggio. E la piazza che si sta riempiendo al Pantheon, se un’ora fa era preoccupata, ora è una piazza felice”.

Matteo Lepore, sindaco di Bologna, in cui Zaki ha frequentato l’università e lo scorso 5 luglio si è laureato a pieni voti, ha dichiarato: «È una grande gioia per Bologna, spero significhi abbracciarlo presto e riaverlo in città. Bisogna ringraziare anche tutti gli attivisti che si sono spesi per Patrick Zaki, Amnesty, il rettore, la professoressa Rita Monticelli, i governi che si sono succeduti e anche l’ultimo governo, che ha dialogato con l’Egitto». Dopo il verdetto del 18 luglio, non appellabile, sia il governo italiano che quello statunitense avevano invocato la grazia per Zaki, che ora potrà riabbracciare la sua famiglia.

Articolo del 18 luglio 2023

Patrick George Zaki, ricercatore presso l’Egyptian Initiative for Personal Rights, è stato condannato a 3 anni di carcere dal Tribunale per la sicurezza dello Stato di emergenza, sulla base di un articolo di opinione pubblicato nel 2020. La sentenza non è soggetta ad appello o cassazione. Patrick è stato arrestato in tribunale in preparazione del suo trasferimento alla stazione di polizia di Gamasa”. Il tweet del fondatore e direttore della Ong egiziana per la difesa dei diritti umani con cui ha collaborato Zaki, Hossam Bahgat, arriva dopo l’11° udienza del processo che vede imputato il ricercatore a Mansoura, in Egitto.

Zaki, secondo quanto riportato da Ansa, è stato portato via dall’aula in cui è stata proclamata la sentenza attraverso il passaggio nella gabbia degli imputati, tra le grida della madre Hala Sobhi e della fidanzata Reny che aspettavano all’esterno. Ora lo attendono altri 14 mesi di prigione, poiché ne ha già scontati 22 quando era stato incarcerato per la prima volta nel 2021.

Patrick Zaki, 32 anni da poco compiuti, va incontro al “peggiore degli scenari possibili”, scrive su Twitter il portavoce di Amnesty International Italia Riccardo Noury. Ieri, in vista della nuova udienza, Noury aveva dichiarato: «Ogni volta pensiamo le stesse cose: speriamo che sia l’udienza decisiva, che un giudice riconosca che Patrick è innocente e che possa assolverlo, e che venga rimosso il divieto di viaggio nei suoi confronti, così che possa tornare nella sua Bologna».

La sensazione, ha aggiunto, «è che in questo periodo di Patrick si parli sempre meno, come se fosse tutto risolto. Con il ritorno a casa, con la laurea, non c’è più quel senso di urgenza. In realtà Patrick è incastrato in un processo di cui non si vede ancora la fine, quindi è tutto molto urgente».

Meno di 2 settimane fa, il 5 luglio 2023, lo studente egiziano ha concluso il percorso di studi del Master Erasmus Mundus GEMMA - Women’s and Gender Studies ed è stato proclamato dottore presso il dipartimento di Lingue, Letterature e Culture moderne dell’Università di Bologna. In collegamento dal Cairo, Zaki ha discusso la sua tesi di laurea alla presenza del Rettore di Unibo Giovanni Molari.

La vicenda di Zaki prosegue da oltre 3 anni: il 7 febbraio 2020 il ragazzo è stato arrestato all’aeroporto del Cairo, mentre stava rientrando in Egitto per un periodo di vacanza. Sarebbe dovuto rientrare a Bologna, ma non vi ha mai fatto ritorno. Secondo i suoi legali, nel corso di un interrogatorio di 17 ore sarebbe stato bendato e ammanettato, avrebbe subito minacce, colpi allo stomaco e alla schiena, oltre a scosse elettriche.

Zaki è stato accusato di “diffusione di notizie false”, “danneggiamento della sicurezza nazionale” e “incitamento a rovesciare lo Stato” per aver denunciato la discriminazione dei cristiani copti in Egitto in un articolo.

Dopo una serie di trasferimenti da un carcere all’altro, dopo il prolungamento della detenzione preventiva, in cui sono state pochissime le occasioni di contatto con il mondo esterno, e in seguito ai continui rinvii delle udienze, dopo quasi 2 anni di reclusione, Zaki è stato scarcerato a dicembre 2021 e il suo processo rimandato per l’ennesima volta. In questo periodo ha potuto riprendere gli studi, ma non ha mai potuto abbandonare l’Egitto.

La condanna è arrivata nel corso dell’11° udienza. Prima dell’udienza, Zaki aveva scritto sul suo profilo Twitter: “In attesa della decisione, dopo aver chiesto ai legali di fissare una seduta per pronunciare il verdetto”.

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