Ambiente

Sì, anche i pesci parlano

Creare una biblioteca dei suoni sottomarini: è la missione di un gruppo di scienziati di 9 Paesi nel mondo, che sta cercando di catalogare i rumori acquatici per monitorare la vita marina. E identificare le specie ittiche più chiacchierone
Credit: David Clode
Tempo di lettura 3 min lettura
27 febbraio 2022 Aggiornato alle 17:00

Immagazzinare i rumori e catalogarli per monitorare la salute degli ecosistemi marini. È la missione di un gruppo di scienziati di 9 Paesi per creare la Global Library of Underwater Biological Sounds (la raccolta globale dei suoni biologici sottomarini). Dai versi di una balenottera a quelli di un piranha, sono sempre di più i suoni irriconoscibili che si dipanano nelle acque di oceani, fiumi e laghi. Come riporta un articolo pubblicato sulla rivista Frontiers in Ecology and Evolution, tra le circa 250.000 specie marine conosciute, tutti i 126 mammiferi emettono suoni.

Secondo gli scienziati, almeno 100 invertebrati e 1.000 delle 34.000 specie di pesci conosciute nel mondo fanno dei rumori, ma forse altrettanti suoni sono in attesa di essere scoperti e identificati. Grazie ai cataloghi esistenti di pesci, rane e altre specie marine, è stato studiato che alcuni sembrano sviluppare dialetti a seconda della regione in cui si trovano, mentre alcuni richiami evolverebbero nel tempo come per le balenottere azzurre.

«Gli habitat più estesi del mondo sono [quelli] acquatici e sono ricchi di suoni prodotti da una varietà di animali», ha affermato uno degli autori Miles Parsons dell’Australian Institute of Marine Science. «Con la biodiversità in declino e gli esseri umani che alterano incessantemente i paesaggi sonori sottomarini, è necessario documentare, quantificare e comprendere le fonti dei suoni degli animali prima che possano potenzialmente sparire».

Negli esempi forniti dagli esperti, il pesce anemone puzzola del Madagascar produce suoni di combattimento diversi da quello dell’Indonesia, i richiami delle balenottere comuni differiscono tra le popolazioni dell’emisfero settentrionale e meridionale e nel corso delle stagioni, mentre quelli dei globicefali sono simili in tutto il mondo.

FishSounds e FrogID ospitano già un inventario online di suoni marini, anche se l’idea di creare un’unica piattaforma consentirebbe agli scienziati di monitorare la salute delle barriere coralline, del mare e degli ecosistemi di acqua dolce, grazie all’uso dell’identificazione dei diversi rumori con l’intelligenza artificiale. Inoltre, chiunque potrebbe contribuire con le proprie registrazioni subacquee a inviare delle segnalazioni.

Il monitoraggio del rumore sott’acqua è stato utilizzato per studiare l’effetto degli uragani, come le prede cambiano il loro comportamento vicino ai predatori, e per documentare i modelli di migrazione delle grandi balene.

Molte specie di pesci e invertebrati vivono solo di notte, il che rende spesso il monitoraggio audio l’unico metodo di studio possibile. I ricercatori hanno spiegato come i suoni possono trasmettere un’ampia gamma di messaggi - da un meccanismo di difesa, a un avvertimento di un pericolo, come parte dell’accoppiamento e della riproduzione - o semplicemente essere il rumore passivo di un animale che mastica. Saperne di più vorrebbe dire poter conoscere meglio i bisogni e le caratteristiche delle specie, capire persino le discussioni. E cantare con loro.

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di Redazione 2 min lettura