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Cambogia: chi è Theary Seng, detenuta per post anti Governo?

Il Gruppo di lavoro Onu sulla detenzione arbitraria chiede il rilascio immediato e incondizionato dell’attivista per i diritti umani. Nel 2022 è stata accusata di tradimento: sta scontando 6 anni di carcere
L'attivista cambogiano-americana per i diritti umani Theary Chan Seng grida fuori dal Tribunale municipale vestita da Lady Liberty, a Phnom Penh, Cambogia, 14 giugno 2022.
L'attivista cambogiano-americana per i diritti umani Theary Chan Seng grida fuori dal Tribunale municipale vestita da Lady Liberty, a Phnom Penh, Cambogia, 14 giugno 2022. Credit: EPA/KITH SEREY
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
13 luglio 2023 Aggiornato alle 17:00

“Figlia dei campi di sterminio”. Così si definisce l’attivista e avvocata per i diritti umani Theary Seng, condannata a 6 anni di carcere nel 2022 per aver pubblicato sui social media dei post critici nei confronti di Hun Sen, il primo ministro cambogiano. Dopo un’attenta indagine, un gruppo di esperti delle Nazioni Unite chiede il suo rilascio immediato e incondizionato, sostenendo che il suo processo violi il diritto internazionale e il suo diritto alla libertà di espressione.

La donna, con doppia nazionalità cambogiano-americana, sarebbe stata punita per i contenuti pubblicati sul suo profilo Facebook (la cui ultima attività risale al 7 giugno 2022), ma la sentenza di condanna del tribunale municipale di Phnom Penh non fa alcun riferimento ai post online: secondo i giudici sarebbe colpevole di cospirazione per alto tradimento, associazione a delinquere, incitamento a commettere un reato e complotto per rovesciare il Governo.

Il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria (Ohchr) sta affrontando il caso di Seng in piena campagna elettorale, quando manca poco più di una settimana dalle elezioni generali in Cambogia: Hun Sen, 70 anni, al potere dal 1985 e a capo del Partito Popolare Cambogiano, ha la vittoria in tasca.

2 mesi fa il Partito del lume di candela, il principale partito di opposizione del Paese, è stato escluso dalle elezioni dal Comitato elettorale nazionale perché non avrebbe presentato entro i termini previsti i documenti necessari per partecipare al voto. Nel 2018 era toccato al Partito della Salvezza Nazionale della Cambogia, sciolto mesi prima del voto da una controversa sentenza del tribunale che sosteneva che avesse complottato per rovesciare illegalmente il Governo. Stavolta, nonostante i 18 partiti in lizza per il voto del 23 luglio, è quasi certo che Hun Sen continuerà a governare indisturbato, come fa da 38 anni a questa parte.

I gruppi pro-democrazia hanno regolarmente criticato il Governo per aver soffocato qualsiasi opposizione e ritengono che i tribunali cambogiani siano sotto l’influenza del Primo Ministro in carica. Si inserisce in questo contesto la condanna di Theary Seng, risalente a giugno 2022, per tradimento e istigazione a creare “un grave caos che influisce sulla sicurezza pubblica”.

Il processo di massa in cui è stata giudicata ha coinvolto circa 60 esponenti dell’opposizione: a lei sono stati dati 6 anni di reclusione, agli altri oppositori da 5 a 8 anni. Quel giorno si è presentata in tribunale travestita da Statua della Libertà, con una catena simbolica legata ai polsi: sapeva che l’avrebbero giudicata colpevole. Da allora è imprigionata in una regione remota della Cambogia.

Theary è sempre stata un’attivista per i diritti umani: come ha raccontato nel 2021 in un’intervista al New York Times, i suoi genitori sono stati uccisi dal movimento dei Khmer rossi, i seguaci del partito comunista cambogiano che nel 1975 furono responsabili del genocidio della popolazione cambogiana. «Ricordo la puzza di carne umana, molto, molto chiaramente - ha raccontato - È un ricordo personale, la puzza di morte. Avevo 7 anni. Il mio lavoro era raccogliere il letame delle mucche per il fertilizzante. Giravo per i campi, e i campi erano ricoperti di tombe».

Lei, imprigionata da bambina, è riuscita a fuggire ed è stata portata negli Stati Uniti, dove è cresciuta nel Michigan. Qui, spiega la Robert F. Kennedy Human Rights, che la rappresenta legalmente insieme al Working Group by Perseus Strategies e a Freedom House, ha conseguito la laurea alla Georgetown University e il dottorato di ricerca alla University of Michigan Law School.

Nel 2004 è tornata in Cambogia per fondare 2 Ong che si occupano di diritti umani e impegno civico: il Centro cambogiano per la giustizia e la riconciliazione e il Centro per l’educazione civica cambogiana. Poi, il suo nome è comparso in una lista di circa 130 oppositori e critici del Governo: «Non sarò cacciata dalla mia patria nel modo in cui sono stata cacciata come rifugiata», ha detto al Nyt.

«Dopo essersi formata negli Stati Uniti, Theary è tornata in Cambogia, dove per decenni ha coraggiosamente difeso apertamente i diritti umani e la democrazia, nonostante i grandi rischi che ha corso per farlo - ha spiegato Jared Genser, consulente legale internazionale di Theary - È un’eroina cambogiana e americana la cui detenzione è una parodia della giustizia e merita il sostegno del mondo intero».

La storia di Theary Seng è «emblematica delle molte persone imprigionate in Cambogia per aver denunciato abusi dei diritti umani, per aver sostenuto la libertà di espressione e per aver chiesto elezioni libere ed eque», ha dichiarato Margaux Ewen, direttore dell’iniziativa sui prigionieri politici di Freedom House.

Il suo caso, preso in giudizio dall’Ohchr su richiesta delle organizzazioni che la difendono pro bono, “si colloca all’interno di un più ampio giro di vite sulla libertà di espressione”, spiegano gli esperti delle Nazioni Unite, e le violazioni del giusto processo a cui è stata sottoposta Theary sono state “concepite per intimidirla e costringerla al silenzio”. Il Gruppo di lavoro dell’Onu ritiene che la sua detenzione sia “arbitraria” per varie ragioni: “Tenendo conto di tutte le circostanze del caso, il rimedio appropriato sarebbe quello di rilasciare immediatamente la signora Seng e di accordarle un diritto esecutivo al risarcimento e ad altre riparazioni, in conformità con il diritto internazionale”.

Poco più di un mese fa, riporta Associated Press, Hun Sen ha escluso la grazia per Theary Seng parlando con gli operai di una fabbrica di abbigliamento cambogiana, e ha ordinato pubblicamente al suo ministro della Giustizia di non accogliere alcuna richiesta di amnistia o riduzione della pena per lei.

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