Culture

Italo Calvino era uno scrittore ecologista

In occasione del centenario della sua nascita che si celebra quest’anno, ricordiamo i molti scritti nei quali si è occupato del rapporto uomo-natura e di una società che già all’epoca definiva effimera e consumistica
Credit: Via illibraio.it
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16 luglio 2023 Aggiornato alle 08:00

Rapporto uomo-natura, disastro urbanistico, inquinamento e alienazione dell’individuo in città sempre più industrializzate. Sono questi alcuni dei temi centrali delle opere di Italo Calvino, uno dei maggiori intellettuali italiani del Novecento, tradotto in tutto il mondo e di cui quest’anno si celebra il centenario della nascita (1923-1985).

Figlio di un noto agronomo e di una botanica di grande valore, ha riportato nella sua produzione letteraria una particolare attenzione all’ecologia, intesa come relazione tra la dimensione antropologica e quella naturale, dove l’essere umano è solo una delle specie che popolano il pianeta Terra.

Grandi spunti di riflessione pongono, a esempio, le pagine de Le città invisibili, libro pubblicato nel 1972 che racconta con grande potenza evocativa 55 ritratti di città immaginarie che in alcuni passaggi risultano profondamente attuali, come nel caso di Leonia, città simbolo della civiltà consumistica che in quegli anni cominciava a incidere sulla quotidianità delle persone.

Così scrive Calvino: “Ogni mattina la popolazione si risveglia tra lenzuola fresche, si lava con saponette appena sgusciate dall’involucro, indossa vestaglie nuove fiammanti, estrae dal più perfezionato frigorifero barattoli di latta ancora intonsi, ascoltando le ultime filastrocche dall’ultimo modello d’apparecchio”, mettendo in luce una società tanto effimera quanto fragile, animata di beni percepiti come necessari ma in realtà superflui e dalle abitudini consumistiche di cui oggi siamo quasi assuefatti e la cui “opulenza si misura dalle cose che ogni giorno vengono buttate via per far posto alle nuove. Sui marciapiedi, avviluppati in tersi sacchi di plastica, i resti della Leonia d’ieri aspettano il carro dello spazzaturaio. Non solo tubi di dentifricio schiacciati, lampadine fulminate, giornali, contenitori, materiali d’imballaggio, ma anche scaldabagni, enciclopedie, pianoforti, servizi di porcellana”.

Italo Calvino racconta quindi un sistema capitalistico che soppianta l’Italia contadina, quella fatta di aratri, mietiture, sudore, canti e riti legati al raccolto, esaltata da Pier Paolo Pasolini, altro importante esponente culturale del Novecento, che scriverà: “Calvino non inventa nulla, tanto per inventare: semplicemente si concentra su un’impressione reale – uno dei tanti choc intollerabili, che meriggi o crepuscoli, mezze stagioni o canicole ci causano negli angoli più impensati o più famigliari delle città note o ignote in cui viviamo”.

Ne Il Barone Rampante, romanzo del 1957, il protagonista Cosimo, decide di vivere su un albero da cui non scenderà più, dando vita a un avvincente racconto legato alla sinergia tra uomo e natura, ambientato nel ‘700, fase storica in cui avviene la frattura tra la coscienza umana e contesto naturale.

Ne La Nuvola di Smog (1958) un giornalista, senza nome e né volto, avrà l’arduo compito di scrivere un articolo sullo smog, impresa che gli risulterà difficile perché ormai adattato al grigiore urbano.

E ancora, in Ritratto su Misura del 1960 l’autore racconterà l’esperienza partigiana che sarà al centro di molte altre opere: “La guerra partigiana si svolgeva negli stessi boschi che mio padre m’aveva fatto conoscere fin da ragazzo; approfondii la mia immedesimazione in quel paesaggio e vi ebbi la prima scoperta del lancinante mondo umano”.

Attento e profondo osservatore, quest’anno il Paese lo celebrerà ne “la casa dei suoi libri”, come ha detto la figlia Giovanna riferendosi alla Biblioteca Nazionale di Roma, attraversando il suo pensiero, anche in termini di ecologia. La stessa cosa ha fatto la Scuola Normale di Pisa con seminari aperti a tutte le scuole di ogni ordine e grado, raccontando i suoi luoghi, come Sanremo, cittadina ligure che gli ha dedicato un percorso.

Alle Scuderie del Quirinale, è prevista l’apertura di una mostra a ottobre 2023.

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