Futuro

Vaccini Covid per i più piccoli: c’è chi dice sì, c’è chi dice no

Milioni di bambini fra i 5 e gli 11 anni hanno già ricevuto la prima dose nel mondo. Ma alcuni Paesi non hanno autorizzato la somministrazione: le disposizioni nazionali sono molto diverse tra loro
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
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19 febbraio 2022 Aggiornato alle 13:00

Gli aghi fanno paura a tutti, forse ai bambini un po’ di più. Eppure, sono già milioni quelli che, in tutto il mondo, hanno già ricevuto il vaccino contro il virus Covid-19. Soprattutto da quando la variante Omicron, più contagiosa della Delta, ha iniziato a diffondersi molto velocemente.

In Italia potrebbe essere a disposizione il vaccino anti-Covid anche per la fascia di età 0-5 anni a partire dall’inizio della primavera. Lo ha spiegato il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli in un’intervista a Sky Tg24: anche in questo caso saranno previste 2 dosi e ci sarà un dosaggio “ulteriormente ridotto” rispetto a quello che viene proposto per i bambini tra i 5 e gli 11 anni. Naturalmente, dopo che le agenzie regolatorie avranno dato il via libera.

Il 25 novembre l’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, aveva autorizzato l’uso del vaccino anti Covid per i bambini tra i 5 e gli 11 anni. «I dati epidemiologici mostrano che le infezioni e i ricoveri di bambini di età compresa tra 5 e 11 anni sono in aumento negli ultimi mesi […] Tutti, in questa fascia di età, dovrebbero essere presi in considerazione per la vaccinazione», aveva dichiarato l’Agenzia a inizio dicembre 2021. Dopo l’ok dell’Agenzia italiana del farmaco, la somministrazione per la fascia 5-11 anni è iniziata il 16 dicembre. Finora sono stati più di un milione i bambini a ricevere almeno una dose (il 32,5%), mentre a completare il ciclo vaccinale è stato il 13,8%.

Questa la situazione in Italia. E all’estero? Dal 17 febbraio anche nel Regno Unito è stata autorizzata la vaccinazione tra i 5 e gli 11 anni. La mossa è stata raccomandata dal Comitato congiunto per la vaccinazione e l’immunizzazione, dopo lunghe discussioni ed esitazioni. In Belgio il via libera è arrivato durante la conferenza interministeriale sulla salute il 20 dicembre, poco dopo il nostro Paese. Punti cruciali: priorità ai bambini a maggior rischio e utilizzo del vaccino Pfizer-BioNtech, l’unico attualmente somministrabile a questa fascia d’età in Europa.

In Spagna, dopo il via libera della Commissione per la salute pubblica, la procedura di immunizzazione alla fascia 5-11 anni è iniziata a metà dicembre: l’ultimo aggiornamento del ministero della Sanità ha mostrato che il 56,3% ha ricevuto la prima dose. Sono forti, però, le differenze a seconda della regione: in Galizia, per esempio, si tratta dell’82,2%, mentre alle Baleari del 34,4%. In Francia la campagna è cominciata con i bambini più fragili, per poi essere estesa a dai 5 agli 11 anni il 22 dicembre. Ma l’8 gennaio si segnalava che solo l’1% di loro era stato vaccinato. Danimarca e Austria hanno addirittura anticipato l’Ema: il 15 novembre, 200 bambini hanno ricevuto la prima dose a Vienna. E un bambino danese su 4 era già stato vaccinato nelle prime 2 settimane dall’inizio della somministrazione.

Fuori dall’Europa, negli Stati Uniti, secondo i dati dei Centers for Disease Control and Prevention, che più di 2 mesi fa hanno raccomandato il vaccino Pfizer per i bambini tra i 5 e gli 11 anni, sono poco più di 8 milioni coloro che hanno ricevuto almeno una dose. Si tratta di più di un quarto dei piccoli in quella fascia d’età. E gli Usa ora raccomandano anche la terza per i soggetti con fragilità.

A partire da ottobre, la Cina ha approvato l’uso di due vaccini, Sinovac e Sinopharm, per i bambini dai tre anni in su. Più della metà dei 160 milioni di bambini cinesi tra i 3 e gli 11 anni ha già ricevuto una dose di vaccino. Anche l’Argentina, dove si usano i vaccini cinesi, è partita nello stesso periodo per i cittadini dai 3 anni in su. Cuba ha respinto Omicron prima che prendesse piede sull’isola anche grazie alla vaccinazione precoce dei bambini: la variante è arrivata a Cuba a dicembre, ma è rimasta molto al di sotto del tasso di casi osservati in molti altri luoghi. Lo Stato, con il suo vaccino Soberana, ha avviato l’immunizzazione a partire dai 2 anni, insieme al Venezuela, che usa lo stesso vaccino.

Israele ha vaccinato alcune centinaia di bambini più fragili la scorsa estate, ma il vero avvio delle immunizzazioni per i bambini più piccoli è partito a novembre. Dal 22 a oggi, più di 100.000 tra i 5 e gli 11 anni hanno ricevuto l’iniezione. In Canada l’autorizzazione per i bambini 5-11 è arrivata il 19 novembre,

Come riporta l’agenzia Reuters, in Africa il Bahrein ha autorizzato le vaccinazioni il 2 novembre con Sinopharm per i bambini compresi tra i 3 e gli 11 anni. In Oman e Arabia Saudita è stata approvata l’iniezione di Pfizer per gli under 5. A fine novembre, Hong Kong aveva abbassato a 3 anni il limite di età per ricevere Sinovac. Ma, a settembre, Cile e El Salvador, avevano già iniziato con i bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni.

Ma in quali Paesi, invece, non si vaccinano i minori?

In Germania, Finlandia e Svezia la dose viene somministrata solo ai bambini fragili, perché secondo le autorità i benefici non supererebbero i rischi.

C’è un Paese che si è drasticamente schierato contro la vaccinazione dei più piccoli: il Messico ha deciso che non vaccinerà i minori di 18 anni, a eccezione di chi soffre di patologie pregresse come asma e diabete, che sono circa un milione, tra bambini e ragazzi. Secondo le autorità sanitarie il virus non contagerebbe gli under 18, o comunque non in forma grave: alcuni genitori, per vaccinare i propri figli, hanno fatto causa al governo.

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