Chi vuole togliere il voto a chi non ha figli?

“Elon Musk vuole togliere il diritto di voto a chi non ha figli”. Durante il week-end, la notizia che il co-fondatore di Tesla e proprietario di Twitter avrebbe appoggiato l’abolizione del suffragio per le persone childless si è rincorsa sulle principali testate statunitensi e sui social.
Galeotto è stato un tweet di 3 semplici lettere, uno “yup” (sì) in risposta a una serie di post dell’utente @fentasyl, che sosteneva che “la democrazia è probabilmente impraticabile a lungo termine senza limitare il suffragio ai genitori”. Questo post era già una risposta a un tweet di Musk che, nei commenti a un video di un’organizzazione no profit islamofoba, in cui gli utenti insinuavano che le donne bianche single stavano trasformando la Francia in un Paese a maggioranza musulmana, ha affermato: “Chi non ha figli ha poco interesse nel futuro”.
Un po’ poco, forse, per gridare all’ennesimo assalto di Musk alla democrazia, ma in fondo non sorprendente viste le sue opinioni relative alla crisi della natalità (“di gran lunga il più grande pericolo che la civiltà deve affrontare”) e le sua vicinanza, almeno ideologica, al movimento prenatalista; ma anche per le sue dichiarazioni politiche e le pubbliche interazioni con figure appartenenti al mondo della destra sul social network che ha comprato 9 mesi fa. E proprio una parte di questa destra vorrebbe, almeno parzialmente, rendere concreto l’auspicio che Musk sembra aver condiviso col suo “yup”.
Impedire di votare a chi non fa figli non è un’idea nuova, né originale. Solo questo fine settimana, ricorda il Washington Post, il gruppo emergente Moms for Liberty ha tenuto una conferenza a cui hanno partecipato numerosi candidati repubblicani alla Presidenza. La missione del gruppo? Fare in modo che siano i genitori a essere i decisori finali.
Ma le “mamme per la libertà” (gruppo che dichiara di combattere “l’indottrinamento woke” dei bambini, sostenendo il divieto di libri nelle biblioteche scolastiche, promuovendo una propaganda cospirazionista e diffondendo immagini e retorica odiose contro la comunità Lgbtq+, tra le altre cose) non sono le sole né le prime a promuovere l’idea che i genitori debbano avere più voce in capitolo: un pensiero che gira già da anni in alcuni ambienti della destra.
“Il voto dei genitori dovrebbero contare di più?” Chiedeva The Week nel luglio 2021, quando il senatore JD Vance dell’Ohio aveva suggerito di lasciare che i genitori votassero per i loro figli. “Un sapore diverso della stessa discussione”, secondo Philip Bump del Wp.
“I Democratici stanno parlando di dare il voto ai sedicenni - aveva detto Vance - Facciamo invece questo. Diamo il voto a tutti i bambini di questo Paese, ma diamo il controllo su quei voti ai genitori dei bambini. Questo significa che i non genitori non hanno la stessa voce dei genitori? Questo significa che i genitori hanno più voce in capitolo su come funziona la democrazia?”. La sua risposta, secondo il sito web di The Federalist, era stata “sì”.
«Penso che sia un’idea interessante - ha commentato il presentatore Will Cain, co-conduttore di Fox & Friends Week-end su Fox News - Mi piacciono le idee interessanti. Pensiamoci. Parliamone. Sta dicendo che i leader senza figli stanno prendendo decisioni a breve termine, non focalizzate sulla salute futura a lungo termine di questo Paese perché non lo fanno hanno un interesse nel gioco. I genitori hanno un interesse nel gioco, hanno figli, quindi diamo ai genitori voce in capitolo».
Eppure, ricorda il Washington Post, non è detto che far votare solo i genitori giocherebbe a favore dei conservatori. Dopo la proposta del senatore JD Vance, il Wp aveva esaminato il possibile effetto di questa riforma, che ha riassunto in un articolo (dopo il tweet di Musk) utilizzando gli ultimi dati del General Social Survey.
“Più della metà di coloro che non hanno figli si identificano come democratici o indipendenti di tendenza democratica - ha spiegato Bump - Più di un terzo di quel gruppo si identifica come democratici liberali. Tra quelli con figli che hanno tutti meno di 18 anni, poco meno della metà si identifica come democratico, quasi il doppio della percentuale che si identifica come repubblicano. Questo ha senso! I genitori tendono a essere più giovani, grazie alla biologia e alle aspettative sociali (anche se sono più vecchi di prima)”.
Le cose cambiano se guardiamo ai genitori che hanno almeno un figlio adulto e che sono decisamente più grandi, “un gruppo che include molte persone tra i 60 ei 70 anni che hanno figli tra i 40 ei 50 anni”.

