Economia

Firenze “adotta una bolletta”. E la notizia fa il giro del mondo

Nonostante gli interventi del governo, i prezzi dell’energia hanno registrato a febbraio aumenti fino al 131%. Il comune toscano ha attivato un sistema di donazioni per i cittadini più in difficoltà, applaudito anche all’estero
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
18 febbraio 2022 Aggiornato alle 13:35

Sono trascorsi solo pochi giorni e l’iniziativa solidale “Adotta una bolletta” ha fatto il giro del mondo. Il comune di Firenze ha deciso di coinvolgere i propri cittadini nella lotta al caro energia che nei prossimi mesi penalizzerà le categorie più fragili, in particolare gli anziani.

I fiorentini non si sono risparmiati e le donazioni sono arrivate numerose. A promuovere l’idea è stata Sara Funaro, l’assessora all’Educazione e al Welfare del capoluogo toscano. La città sull’Arno conta una popolazione over 65 molto alta, circa il 27,6%: stiamo parlando più o meno di 96.000 persone. Molte di queste vivono da sole e altrettante rischiano, con questo colpo decisivo alle proprie finanze, di raggiungere la soglia della povertà.

A dispetto degli interventi straordinari del governo Draghi, infatti, i costi dell’energia sono balzati alle stelle. Rispetto al primo trimestre dello scorso anno, a febbraio del 2022 si è registrato un aumento vertiginoso, pari al 131%, sulle utenze domestiche della luce e del 94% su quelle del gas. Lo riporta Arera (Autorità di regolazione per energia reti ambiente), in un intervento al Senato.

L’impennata dei prezzi all’ingrosso dell’energia si è iniziata a percepire sulle bollette a partire dal secondo semestre del 2021: fra dicembre e gennaio, l’incremento ha sfiorato il 500% per quanto riguarda il gas naturale e il 400% rispetto all’energia elettrica.

«Permane una situazione di significativa volatilità delle quotazioni future per l’anno in corso», ha dichiarato l’Authority, «Dopo una discesa nei primi giorni dell’anno intorno ai 65 €/MWh per il gas naturale e a 170 €/MWh per l’energia elettrica (valori medi anno 2022), si sono rapidamente riposizionati negli ultimi giorni intorno agli 80 €/MWh per il gas naturale e i 200 €/MWh per l’energia elettrica».

Negli ultimi mesi, l’Autorità, fortemente preoccupata dall’andamento dei prezzi di mercato, ha più volte raccomandato al Governo strumenti e modalità volti a contrastare il forte rincaro, con l’intento di garantire comunque l’accessibilità economica alla fornitura di energia, soprattutto alle frange di clienti più a rischio, cercando al contempo di salvaguardare gli investimenti nel settore dell’energia e i progetti di transizione ecologica.

Nel frattempo, gli utenti su Twitter insorgono: alcuni addirittura pubblicano foto e forniscono dati circostanziati. Come chi racconta che il titolare dell’appartamento è deceduto a dicembre 2021, che la casa è rimasta chiusa a gennaio e febbraio, ma l’importo da pagare inspiegabilmente è di 93 euro. O chi mostra l’ammontare della bolletta nello stesso periodo dell’anno, nello stesso appartamento, che è salito da 165,86 euro a 255,20 euro.

Ma anche per le aziende e le imprese commerciali non è uno scherzo. La piscina comunale di Ravenna pubblica sul proprio profilo la bolletta del primo trimestre di quest’anno comparandola con quella dell’anno appena concluso. Se lo scorso febbraio il totale da pagare era di 14.085 euro, quest’anno raggiunge i 64.373 euro. C’è da dire che non tutti vedranno le proprie bollette lievitare a stretto giro: chi, per esempio, dispone di un contratto a prezzo bloccato, accuserà il rincaro più in là.

Come si spiegano, però, questi aumenti? Tra le principali cause, vanno annoverate l’ascesa dei prezzi delle materie prime grazie alla ripresa economica su scala globale e le ridotte forniture di gas, in particolare quelle provenienti dalla Russia. Oltre a questo, bisogna considerare la crescita dei prezzi dei permessi di emissione di CO2, i cosiddetti Ets (Emission Trading Scheme, ndr).

Il principio su cui si basa il sistema dei permessi elaborato dall’Unione europea è uno: le grandi aziende sul territorio dell’Ue - in Italia circa 1.200 - per poter inquinare devono pagare. Il drastico incremento dei prezzi dei permessi delle emissioni di CO2 ha innescato delle speculazioni. Si tratta del metodo cap-and-trade, che consente di scambiare le emissioni: più chiaramente, autorizzazioni a inquinare per le aziende europee, che acquistano, ricevono e scambiano queste quote di emissione.

Se un’azienda inquina di più di quanto previsto si trova costretta a comprare altri permessi, aggiungendo quindi un nuovo costo, mentre l’impresa che riuscirà a contenere le emissioni, potrà permettersi di rivenderli. Per le politiche stringenti dell’Ue abbiamo assistito all’aumento della domanda dei permessi e quindi a un boom dei prezzi. In questi mesi hanno raggiunto i massimi storici, aggirandosi attorno ai 50 euro per tonnellata di CO2. Naturalmente le aziende devono rifarsi delle spese in più, che finiscono sulle nostre bollette.

Nonostante la crescita negli ultimi anni nel settore della produzione energetica e la diffusione di impianti di fonti rinnovabili, la maggior parte del fabbisogno energetico in Italia viene soddisfatta dal gas che, pur essendo meno inquinante di molte altre fonti di energia, viene esclusivamente importato ed è quindi più caro.

Leggi anche
Ambiente
di Michael Mann 2 min lettura
Ambiente
di Chiara Manetti 7 min lettura