Ambiente

Risparmio energetico: al governo serve la scossa

Per salvare economia e clima bisognerebbe anche essere molto più attenti a quando accendiamo un interruttore o modifichiamo un termostato. Occorrono, però, campagne informative nazionali. E una comunicazione ambientale che, pur inclusa nel Pnrr, non s’è ancora vista
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18 febbraio 2022 Aggiornato alle 08:00

Il 18 febbraio è una giornata molto importante: si celebra la Giornata Internazionale del Risparmio Energetico, una delle strategie chiave della decarbonizzazione. Un’arma utile per ridurre emissioni e inquinamento atmosferico, a casa e al lavoro, contribuendo inoltre al bilancio famigliare o aziendale.

Eppure su questa ricorrenza di grande potenziale educativo, nel pieno della prima crisi energetica ai tempi della transizione ecologica (causata dal gas naturale), sembra esserci poco interesse.

Sparuti comunicati stampa, grande silenzio dai media, totale assenza del ministero della transizione ecologica, che continua a parlare di fonti energetiche, di trivelle per il gas, ma nemmeno una parola sul tema del risparmio energetico. Niente campagne di informazione, zero, niet. Eppure avrebbero i 30 e più milioni di euro del PNRR che dovrebbero gestire sulla comunicazione ambientale, di cui non si sa nulla.

Un gravissimo errore dato che non esiste kWh più rinnovabile di quello risparmiato, mantra ripetuto dai sostenitori dell’efficientamento energetico.

Oggi il consiglio dei Ministri dovrebbe varare un nuovo pacchetto di interventi, dove sicuramente verranno confermate e probabilmente rafforzate le misure a favore di famiglie e piccole imprese (azzeramento degli oneri accessori, Iva ridotta sul gas e bonus sociali), e arriverà il sostegno per le grandi aziende energivore, che rischiano di essere messe fuori mercato dall’impennata dei costi di luce e gas.

Da anni i vari governi che si sono alternati a partire dal Conte-Salvini, hanno sistematicamente ignorato la questione del risparmio energetico a eccezione del mediocre 110%, che peraltro evita la spinosa questione della povertà energetica. Un vero fallimento per partiti come M5S, PD e sinistra che ne avrebbero dovuto fare una bandiera della transizione ecologica.

Dall’altro lato non sono state fatte campagne informative sui buoni comportamenti domestici. Dalla scelta di elettrodomestici di classe energetica superiore (con bonus per chi non può permetterseli) alle strategie di installare interruttori a prese e ciabatte (oggi controllabili anche da smartphone), passando per la buona pratica di usare il meno possibile l’illuminazione artificiale, accendendo solo le luci necessarie e dimenticando abitudini come quelle di lasciare sempre una luce accesa in casa anche quando si è fuori. Attenzione anche sulla temperatura: 19°C con un buon maglione è una temperatura più che confortevole a casa. Eppure capita sovente che uffici hotel, abitazioni abbiano il termostato settato su 24°C.

L’efficienza energetica non risolverà certo problemi strutturali come la dipendenza dal gas russo, i problemi autorizzativi sulle rinnovabili, l’inadeguatezza di un piano di efficientamento energetico degli edifici, lo scarso supporto alle comunità energetiche, un mercato immobiliare incapace di premiare gli edifici in classe A. Ma è innegabile il suo ruolo. Per salvare la nostra economia e il clima, basterebbe essere molto più attenti a quando accendiamo un interruttore o modifichiamo un termostato.

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