Ambiente

Chi sono i giovani che fanno lo sciopero della fame per il clima

Alcuni attivisti della campagna Ultima Generazione di Extinction Rebellion protestano da 10 giorni davanti al MiTe di Roma. Chiedono un dibattito pubblico con il governo per affrontare il problema del global warming nel Paese
Gli attivisti di Ultima Generazione a Roma.
Gli attivisti di Ultima Generazione a Roma.
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17 febbraio 2022 Aggiornato alle 17:45

«Lo sciopero della fame di 3 persone non porterà a un cambiamento sistemico, ma può iniziare a smuovere qualcosa». È Michele Giuli, 26 anni, attivista di Ultima Generazione, a raccontare cosa sta succedendo da giorni davanti al ministero della Transizione Ecologica, a Roma.

Beatrice, Laura e Peter hanno smesso di mangiare 10 giorni fa e lo hanno fatto per una richiesta ben precisa: avere un incontro pubblico con i rappresentanti del governo italiano per dibattere apertamente sul futuro climatico dell’Italia e “fermare l’ecocidio in corso”. Ma anche per chiedere che venga istituita un’Assemblea di Cittadini nazionale vincolante sulla giustizia climatica ed ecologica.

La campagna “Ultima Generazione - Assemblee Cittadine Ora”, nata a dicembre 2021 all’interno del movimento Extinction Rebellion, si inserisce in un contesto internazionale dove attivisti italiani ed europei hanno intrapreso delle “azioni di disobbedienza civile nonviolenta a oltranza, per pretendere maggiore partecipazione democratica sulla crisi eco-climatica”.

L’Assemblea di cittadini, spiega Ultima Generazione, permetterebbe ai politici di affrontare l’emergenza ecologica aiutandoli a impegnarsi in un programma di azioni più radicali. «Ci sarebbe molta meno corruzione», aggiunge Michele Giuli, oltre che attivista anche responsabile della comunicazione della campagna. Extinction Rebellion Italia, oltre ad aver aderito al comitato Politici Per Caso, un’iniziativa per portare in Italia cittadini sorteggiati in base a specifici criteri che dibattono e deliberano su questioni di pubblico interesse, è promotore della campagna Cittadini per il Clima per la raccolta delle 50.000 firme necessarie per presentare la proposta di legge in Parlamento.

Nessun incontro pubblico per ora con il Ministro della Transizione ecologica, che ieri ha comunque ricevuto gli attivisti climatici in sciopero della fame: secondo il MiTe, Roberto Cingolani avrebbe rassicurato i ragazzi sul fatto che il governo italiano ha come priorità quella di una transizione equa sul fronte ambientale e sociale, e ha ribadito di essere al lavoro in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici.

Come ha commentato una delle giovani attiviste dopo l’incontro svoltosi a porte chiuse per volontà del ministro, Cingolani ha dichiarato che «non spetta a lui decidere se concedere un incontro pubblico sul tema, in quanto è un sottoposto del Presidente del Consiglio Draghi».

I 3 ragazzi in sit-in a Roma non sono gli unici ad aver intrapreso azioni dirette per riportare l’attenzione al problema della crisi climatica: a gennaio il giovane militante di Extinction Rebellion Torino, Ruggero Reina, ha portato avanti per 8 giorni uno sciopero della fame in piazza Castello per chiedere la convocazione di un Consiglio regionale aperto sulla questione ecologica, terminato solo quando le sue richieste sono state accolte.

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