Città

Quali sono le città più vivibili al mondo?

Il rapporto Eiu stila la classifica dei luoghi con le migliori e peggiori condizioni di vita: scuola, sanità e infrastrutture premiano Vienna, al primo posto. Ultima posizione per Damasco, poco distante da Kyiv
Credit: Leonie Zettl
Tempo di lettura 4 min lettura
26 giugno 2023 Aggiornato alle 14:00

Ogni anno il rapporto dell’Economist Intelligence Unit (Eiu) studia e valuta quali sono i luoghi del mondo che offrono le migliori e peggiori condizioni di vita, sulla base dell’analisi comparativa di 5 grandi indicatori: stabilità, assistenza sanitaria, cultura e ambiente, istruzione e infrastrutture. Il rating calcolato dalla business unit dell’Economist Group rappresenta una base su cui, a esempio, le aziende possono calcolare l’indennità da corrispondere al proprio personale che si trasferisce in una nuova città e mira a fornire una classifica fedele della vivibilità delle varie città del mondo.

L’andamento dell’ultimo report, costruito valutando le condizioni di vita in 173 città, è il più alto degli ultimi 15 anni, con un punteggio medio di 76,2 su 100, 3 punti in più dell’anno scorso. È il segno di una ripresa evidente e sostenuta dell’economia, dopo il blocco degli anni passati provocato dalla pandemia, che ha portato diverse grandi città a posizionarsi su ranking molto bassi.

Una situazione che Vienna non ha mai vissuto, trovandosi per la quarta volta in 5 anni in cima alla classifica grazie al suo “eccellente mix di stabilità, cultura e intrattenimento e infrastrutture affidabili”. A seguire sul podio troviamo Copenaghen (Danimarca) e Melbourne (Australia), tutte e 3 con il massimo dei punti su educazione e infrastrutture. A livello globale, però, sono Australia (e Nuova Zelanda) e Canada a dominare la scena, con 3 città a testa sparse in tutta la top 10, seguite dalla Svizzera con Zurigo e Ginevra.

Londra e New York subiscono un fortissimo calo rispetto all’anno scorso, posizionandosi rispettivamente al numero 46 e 69. Mentre le neozelandesi Wellington e Auckland salgono di 35 e 25 posizioni, insieme ad Hanoi (Vietnam) e Kuala Lumpur (Malesia) che conquistano circa 20 caselle di classifica a testa, a rappresentanza del forte miglioramento generalizzato che Asia, Africa e Medio Oriente hanno ottenuto nell’ultimo anno sia nell’istruzione che nella sanità. Anche Hong Kong è riuscita a migliorare la sua qualità di vita, raggiungendo il posto numero 61 nonostante i postumi delle restrizioni Covid Zero della Cina, allentate gradualmente soltanto pochi mesi fa.

Se guardiamo all’Europa, l’Eiu registra un calo della stabilità provocato sia dal carovita che dall’aumento dei crimini, oltre che da diversi disordini civili. La mente va immediatamente alla Francia, dove fiumane di cittadini si sono riversate per le vie di Parigi per protestare contro la riforma delle pensioni, ma anche ai vari scioperi dei lavoratori in Grecia. In generale “i prezzi ancora elevati delle materie prime a livello globale e la debolezza della valuta rispetto al dollaro americano” hanno trascinato città importanti e solide del Vecchio continente, come Francoforte e Amsterdam, fuori dalle prime 10 posizioni.

A pesare maggiormente sulle categorie di ranking, però, è la guerra. Damasco, capitale della Siria, devastata dalla guerra civile da 12 anni, continua a essere l’ultima città della classifica da un decennio senza mostrare alcun miglioramento nella vivibilità. Nell’elenco degli ultimi 10, tra le africane Douala e Harare, compare Kyiv che, nonostante presenti 75 punti alla categoria dell’educazione, soffre i 23 punti sulle infrastrutture, provocati ovviamente dai bombardamenti che la Russia effettua ormai senza sosta da febbraio 2022 e che, proprio l’anno scorso, avevano impedito alla Eiu di inserirla in classifica per difficoltà nella rilevazione dei dati.

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