Ambiente

La misteriosa morte delle foche in Sudafrica

Da settembre a oggi oltre 1000 cuccioli di questi mammiferi marini sono stati ritrovati, senza vita, sulle spiagge. I decessi potrebbero essere stati causati da una neurotossina, ma le indagini sono ancora in corso. Tra i sospettati c’è anche la crisi climatica
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17 febbraio 2022 Aggiornato alle 09:00

Morte senza un perché. Da settembre 2020 in Sudafrica, nella zona di Città del Capo e su diverse spiagge della nazione, sono stati ritrovati diversi esemplari di foche senza vita. La loro morte resta però un mistero: anche dopo che sono state concluse le prime indagini ufficiali e gli esami necroscopici non si hanno infatti notizie certe. Gli animali sono stati rinvenuti sia lungo le coste del Sudafrica che della Namibia, luoghi dove questa specie è simbolo di straordinaria biodiversità.

Tra le possibili cause ci sono tossine, malattie non ancora definite e anche malnutrizione. Secondo Tess Gridley, co-direttrice dell’organizzazione per la conservazione ambientale di Sea Search che sta indagando sulla questione, ci sono anche moltissime foche che sembrano riuscire a scampare alla morte, ma sembrano aver perso le forze e la capacità di reagire.

Il Department of Environment, Forestry and Fisheries (Deff), il Western Cape State Veterinary Services e il Cape Of Good Hope SPCA per ora hanno rilasciato una nota in cui spiegano che non ci sono certezze sul perché dei decessi.

Ai cittadini viene chiesto di segnalare la presenza di foche morte, in modo da poter approfondire grazie alle necroscopie gli esami che potrebbero definire le cause dei decessi. In particolare, a essere colpiti, sono i cuccioli. Il tasso di mortalità più alto finora è stato registrato tra il settembre scorso e l’inizio del 2022, ma continuano a “apparire” foche senza vita sulle spiagge o in evidente stato di difficoltà.

«È molto frustrante non avere una risposta definitiva sul motivo per cui le foche stanno morendo. Continuiamo a lavorare a stretto contatto con i veterinari per trovare la causa di tutti i decessi. Siamo determinati a trovare la causa scatenante», hanno spiegato gli esperti che indagano sul caso.

Una delle possibili spiegazioni, indicano i segni clinici (comprese convulsioni mostrate in un filmato inviato ai veterinari), è l’avvelenamento da biotossine. Ma anche su questo non c’è certezza. Solo tra settembre e novembre 2021 si contano circa 1600 foche morte.

Una serie di decessi che segue altre tristi morti, come quelle dei cormorani, uccisi in gran numero in Sudafrica a causa di una epidemia di influenza aviaria nel 2021. Anche i pinguini, altro simbolo di Cape Town, stanno soffrendo a causa della perdita di habitat e la diminuzione degli stock ittici legata alla sovrapesca e il surriscaldamento degli oceani.

Secondo un’ipotesi, la tossina che potrebbe aver causato la morte delle foche sarebbe in grado di rappresentare una minaccia anche per gli esseri umani e il cibo che consumiamo. Sotto stretta indagine è soprattutto l’acido domoico, rilasciato da alcune alghe durante la fioritura: si tratta di una neurotossina che entrando nella catena alimentare attraverso crostacei e pesci potrebbe causare seri danni sia alla fauna sia all’uomo che se ne ciba.

Questa neurotossina è stata legata per esempio alla morte di alcuni leoni marini in California e ha avuto forti ripercussioni sull’industria dei molluschi negli Stati Uniti, ma non è chiaro se riguardi anche i cuccioli di foca ritrovati senza vita in Sudafrica. Il problema è che è difficile individuarla: scompare dagli animali morti in poche ore e provoca anche vomito, così che negli stomaci delle foche è complesso trovarne traccia.

Se gli scienziati non riusciranno a comprovare che la moria di foche è causata proprio da questa tossina, gli esperti ritengono che sarà difficile riuscire a risolvere il mistero di queste morti. Purtroppo, chiosano dal Sudafrica, anche in questo periodo di parziale ripresa del turismo e di altre attività, le scene che possono palesarsi davanti agli occhi di chi cammina su una spiaggia sudafricana a volte sono terribili: in alcuni casi sono stati trovati anche 40 cuccioli di foca senza vita riversati sulle coste. Gli esperti sperano dunque di scovare al più presto le cause dei decessi: non escludono infine, oltre alle tossine, la possibilità che ci sia una relazione con la sovrapesca e gli effetti della crisi climatica che stanno impattando sempre di più sugli ecosistemi.