Ambiente

Giornata mondiale degli Oceani: tutto quello che devi sapere

L’edizione 2023 ha per tema Pianeta oceano: le correnti stanno cambiando. Le preziose distese blu sono diventate più calde e acide, minacciate da inquinamento di plastiche e pesca illegale e intensiva
Credit: Francesco Ungaro
Tempo di lettura 6 min lettura
8 giugno 2023 Aggiornato alle 15:00

Rappresentano i “polmoni blu” del Pianeta. Gli oceani sono la più grande risorsa di ossigeno per la Terra ma non sempre ne siamo consapevoli.

Per capire quanto siano importanti l’8 giugno si celebra la loro giornata mondiale, istituita con l’obiettivo di celebrare la bellezza e la ricchezza di mari e oceani, ma soprattutto di sensibilizzare opinione pubblica e istituzioni sull’importanza della loro salvaguardia, considerando la loro importanza per la nostra sopravvivenza anche economica. Gli oceani non sono solo dei produttori naturali di ossigeno, ma custodiscono tantissime forme di vita. Quale impatto hanno le distese blu sull’esistenza stessa dell’umanità?

Come nasce la Giornata mondiale degli Oceani

La Giornata mondiale degli Oceani è stata istituita per la prima volta durante Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e sviluppo (Unced) che si svolse a Rio De Janeiro in Brasile proprio l’8 giugno del 1992 e riconosciuta ufficialmente dalle Nazioni Unite nel 2008.

In particolare due organizzazioni canadesi, il Canada’s International Centre for Ocean Development (Icod) e l’Ocean Institute of Canada (Oic) insistettero nell’istituire una Giornata mondiale di sensibilizzazione sugli Oceani

La salute dei mari è indubbiamente in pericolo ed è ora di lavorare collettivamente per creare un nuovo equilibrio e ripristinare la vitalità degli oceani. Si continua a parlare di biodiversità e resilienza, blue economy e gestione responsabile delle risorse oceaniche.

Quest’anno il tema della Giornata mondiale degli Oceani è Pianeta oceano: le correnti stanno cambiando, sempre più nazioni, insieme a decisori istituzionali, scienziati, dirigenti privati e la società civile, devono rendersi consapevoli della necessità di mettere il mare e gli oceani al primo posto delle loro attenzioni.

L’accento è posto anche sul ruolo che gli oceani ricoprono nel mantenimento della vita degli equilibri del Pianeta e tra gli obiettivi elencati nell’Agenda 2030, dove al Punto 14 si sottolinea la necessità di tutelare la vita sott’acqua.

L’importanza dei mari e degli oceani come casa della biodiversità animale e vegetale è nota ma in queste occasione è utile ricordare come questi e i sistemi costieri non solo siano degli enormi “filtri” per l’assorbimento della CO2 rilasciata nell’atmosfera, ma contribuiscano in modo rilevante anche all’economia di intere nazioni.

Si calcola infatti che proprio dagli oceani dipenda circa il 5% del Pil mondiale. Questa giornata quindi è soprattutto un’occasione per riflettere sui benefici che gli oceani e sulla responsabilità individuale e collettiva nei confronti di un mondo che risente inevitabilmente delle nostre scelte di ecosostenibilità.

Qual è la salute degli oceani

Non tutti ci fanno caso ma la nostra Terra è per due terzi formata dai mari, che rappresentano il 96% di tutta l’acqua presente sulla superficie terrestre.

Questo fa capire ancora di più l’importanza della salute degli oceani da cui dipende anche la nostra e quella delle generazioni future. Tra il 50 e l’80% di tutta la vita sulla Terra si svolge proprio all’interno delle sue acque.

Gli oceani sono inoltre dei catalizzatori di CO2 dato che assorbono circa il 25% delle emissioni generate dalle attività antropiche e rilasciano ossigeno. All’interno del mondo marino esiste il fitoplancton, una minuscola alga marina alla base della catena alimentare degli ecosistemi acquatici, perché produce la metà dell’ossigeno che respiriamo quotidianamente.

Queste grandi distese blu sono minacciate da molti e diversi tipi di pericoli. Tra i fenomeni negativi più importanti in questo senso ci sono il riscaldamento globale e l’innalzamento del livello dei mari che si stanno sviluppando molto velocemente accompagnati dell’aumento di anidride carbonica che sta provocando la riduzione del pH con conseguenze su ecosistemi delicati come le barriere coralline.

Un contributo negativo dell’uomo ancora più visibile è l’inquinamento prodotto da oltre 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici riversati ogni anno negli oceani. Gli oceani, oltre a essere diventati più caldi e acidi, sono minacciati sia dall’inquinamento di plastiche, sia dalla pesca illegale e intensiva che altera la biodiversità marina.

A questo vanno aggiunti i disastri ecologici come gli incidenti alle petroliere e alle navi cargo che trasportano tonnellate di materiale chimico. Numeri importanti che continuano considerando la biodiversità marina, da questa dipende il sostentamento di oltre tre miliardi di persone nel mondo. L’impoverimento della biodiversità, la moria delle specie viventi e inquinamento atmosferico e marino hanno svuotato i mari e secondo recenti ricerche dal 1950 a oggi le zone morte oceaniche, in cui non è presente ossigeno, hanno quadruplicato le loro dimensioni.

Abbiamo sempre più bisogno quindi di seguire delle buon pratiche per la tutela degli oceani che parta dai giovani, gli unici in grado di segnare una decisa inversione di tendenza. Dalla sensibilizzazione dei più piccoli al tema della tutela marina passa molto del nostro futuro. Se non si dovesse arrestare il continuo e attuale sversamento in mare di rifiuti plastici e quindi non biodegradabili, nel 2050 il peso della plastica e microplastica sarebbe maggiore rispetto alla fauna che popola gli oceani del pianeta.

Oggi soltanto il 7% dei mari è sotto tutela, troppo poco per evitare catastrofi future, per la salvaguardia dell’ambiente marino, le associazioni impegnate su questo tema chiedono di proteggere almeno il 30% dei mari italiani entro il 2030.

Come tutelarli

Le Nazioni Unite, in collaborazione con la Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’Unesco, hanno definito il Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile, anni che vanno dal 2020 al 2030, pubblicando anche il Manifesto del Decennio del Mare. In questo periodo delimitato l’obiettivo è di perseguire sette risultati, per un oceano più pulito, più sicuro, più sano, in cui vengano protetti i suoi ecosistemi, un oceano sostenibile e trasparente, con accesso libero a dati e tecnologie di ricerca, ispirazionale, un oceano predicibile, per una società in grado di prevederne le condizioni future

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