Ambiente

I funghi micorrizici catturano 1/3 della CO2

Secondo lo studio pubblicato su Current Biology, gli organismi che vivono in simbiosi con le piante assorbono nel terreno 13,12 Gt di carbonio ogni anno. Circa il 36% delle emissioni annuali
Credit: Irina Iacob
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
8 giugno 2023 Aggiornato alle 19:00

Abbattere le emissioni di gas serra come la CO2 è una priorità. Eliminare dall’atmosfera quelle già presenti, anche. Un insospettabile aiuto arriva da un’alleanza tra piante e funghi, capaci di assorbire ogni anno oltre un terzo delle emissioni generate dalla combustione delle fonti fossili.

I responsabili di questo straordinario processo di sequestro del carbonio sono i funghi micorrizici, ovvero quei funghi che vivono in associazioni simbiotiche con le radici delle piante. Per più di 400 milioni di anni, i funghi e le piante micorriziche – come, a esempio, i tartufi e le querce – hanno formato associazioni cruciali per lo sviluppo e il funzionamento degli ecosistemi globali.

L’importanza di questo rapporto simbiotico per la nutrizione delle piante è ormai ben studiata: è noto che, grazie ai funghi, le piante riescono ad assorbire meglio i nutrienti, mentre a loro volta forniscono ai funghi composti a base di carbonio e altri elementi, come l’azoto.

Ora, uno studio dell’University of Cape Town ha studiato il ruolo dei funghi micorrizici nel trasporto del carbonio nel suolo su scala globale. Secondo la ricerca, pubblicata su Current Biology, ogni anno le comunità vegetali globali forniscono ai funghi con cui sono in simbiosi 13,12 Gt di CO2 (3,93 Gt ai funghi micorrizici arbuscolari, 9,07 ai funghi ectomicorrizici e 0,12 Gt CO2e ai funghi micorrizici ericoidi). Si tratta di una quantità pari a circa il 36% delle emissioni annuali di CO2 provenienti da combustibili fossili.

La coautrice dello studio Katie Field, professoressa di processi pianta-suolo all’University of Sheffield, ha descritto i numeri come sbalorditivi: «I funghi micorrizici rappresentano un punto cieco nella modellazione, conservazione e ripristino del carbonio: i numeri che abbiamo scoperto sono sbalorditivi e quando pensiamo a soluzioni per il clima dovremmo anche pensare a ciò che possiamo sfruttare che esiste già».

I suoli necessari a sostenere questi funghi, però, sono in pericolo e vengono erosi a una velocità allarmante. Al ritmo attuale, secondo le stime delle Nazioni Unite il 90% del suolo potrebbe essere degradato entro il 2050. Questo, secondo gli scienziati potrebbe essere “catastrofico” non solo per il contenimento del cambiamento climatico e dell’aumento delle temperature, ma anche per la produttività delle colture e delle piante.

Ora i ricercatori stanno studiando per quanto tempo il carbonio è immagazzinato dai funghi nel suolo e stanno cercando di esplorare ulteriormente il ruolo che i funghi svolgono negli ecosistemi terrestri: «Una delle principali lacune nelle nostre conoscenze è la permanenza del carbonio all’interno delle strutture micorriziche. Sappiamo che si tratta di un flusso, con alcuni trattenuti nelle strutture micorriziche mentre il fungo vive e anche dopo la sua morte. Alcuni saranno decomposti in piccole molecole di carbonio e da lì si legheranno alle particelle nel terreno o saranno addirittura riutilizzati dalle piante. E certamente, parte del carbonio andrà perso sotto forma di anidride carbonica durante la respirazione da parte di altri microbi o del fungo stesso».

Questi funghi potrebbero aiutare a conservare il carbonio nel suolo anche dopo la morte: il carbonio, infatti, può rimanere sottoterra all’interno di una “necromassa” fungina per un decennio, prima di essere rilasciato nell’atmosfera.

Le stime, avvertono però i ricercatori, sebbene basate sulle migliori evidenze disponibili, potrebbero essere sovra o sottostimate: «sono imperfette e devono essere interpretate con cautela. Tuttavia, le nostre stime sono prudenti e sosteniamo che questo lavoro conferma il contributo significativo apportato dalle associazioni micorriziche alla dinamica globale del carbonio».

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