Economia

Stellantis, le politiche green valgono solo in Europa?

Mentre in Francia il gruppo ha inaugurato una gigafactory per la produzione di batterie elettriche, in Algeria ha aperto uno stabilimento per la produzione di auto a benzina e diesel
Credit: KIMBERLY P. MITCHELL
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6 giugno 2023 Aggiornato alle 09:00

Stellantis, nata dalla fusione tra Fca e Peugeot, in Europa è tra i principali sostenitori del Green Deal.

Fortemente impegnata nel supportare le politiche ambientali e nel promuovere la transizione verso la produzione di veicoli a minor impatto ambientale nell’Ue, la società punta a raggiungere quota zero emissioni entro il 2038. Tuttavia, sembra adottare un approccio diverso nei Paesi in via di sviluppo.

In particolare, Stellantis ha aperto uno stabilimento in Algeria, nella provincia di Orano, per produrre quattro modelli Fiat a benzina e diesel (tra cui la famosa Cinquecento). L’obiettivo? Produrre fino a 60.000 auto il primo anno, per arrivare successivamente a quota 90.000 unità.

Queste vetture, che hanno costi più bassi rispetto alle auto elettriche e non richiedono stazioni di ricarica, non contribuiscono alla riduzione delle emissioni inquinanti.

Stellantis continua perciò a inquinare in alcune regioni del mondo, nello stesso momento in cui si impegna per la sostenibilità in Europa. E a confermarlo è la recente inaugurazione della fabbrica situata tra Billy - Berclau e Douvrin (nel nord della Francia), per la produzione di batterie elettriche agli ioni di litio ad alte prestazioni e con minima produzione di CO2.

Si tratta del primo dei tre stabilimenti che verranno realizzati in Europa da Automotive Cells Company (Acc), joint venture di Stellantis, Mercedes e TotalEnergy.

L’impianto francese copre un’area di 60.000 metri quadrati e, all’inizio, darà lavoro a 600 dipendenti, che dovrebbero arrivare a quota 2.000 entro il 2030.

La sua capacità energetica iniziale sarà di 13 gigawattora (GWh), ma si prevede che aumenti fino a 40 GWh entro il 2030. Questa capacità permetterà di produrre circa 800.000 batterie all’anno, sufficienti per alimentare circa 500.000 veicoli elettrici.

All’interno dello stabilimento verrà gestito l’intero processo produttivo, a partire dalla lavorazione delle materie prime come il litio, cobalto, manganese e nickel, fino alla fabbricazione delle celle delle batterie.

L’impianto, che sarà operativo entro il 2024, fa parte di un progetto europeo che coinvolge anche Germania e Italia, per contrastare il dominio asiatico nel mercato delle batterie elettriche.

Ed è proprio in questi due Paesi che entro il 2024 verranno aperti altri due siti di produzione del gruppo (il sito italiano sorgerà a Termoli, in Molise), con una capacità di produzione totale di 120 GWh, per la fabbricazione di 2,5 milioni di batterie all’anno per le auto elettriche di Stellantis e Mercedes-Benz.

Inoltre, ciascun complesso industriale creerà 2.000 posti di lavoro grazie a un investimento di 7,3 miliardi di euro.

Nel frattempo, è in programma anche l’apertura da parte del gruppo di due ulteriori stabilimenti green in Nord America, di cui uno negli Usa e uno in Canada.

L’approccio ambivalente alla sostenibilità ambientale di Stellantis per i progetti in Africa, Europa e America solleva interrogativi sull’impegno reale della società nei confronti della transizione green, e pone in discussione la coerenza del gruppo automobilistico nelle sue azioni globali.

Sebbene sia comprensibile che ci siano differenze di mercato e di accessibilità alle tecnologie verdi tra le diverse regioni, è importante che le aziende automobilistiche mantengano un impegno costante per ridurre le emissioni nocive ovunque operino.

Un maggior senso di responsabilità nell’affrontare i problemi ambientali globali è ciò che serve per contribuire attivamente alla lotta contro il cambiamento climatico e all’inquinamento atmosferico.

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