Diritti

Argentina: sì alla pillola “del giorno dopo” senza ricetta

Il Governo ha annunciato che non sarà necessaria la prescrizione medica per ottenere la contraccezione d’emergenza, in commercio da più di 10 anni nel Paese e già disponibile gratuitamente negli ospedali
Credit: Alexander Grey
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
4 giugno 2023 Aggiornato alle 08:00

Niente più ricetta medica per ottenere la pillola “del giorno dopo”, parola del Governo argentino. Mercoledì 31 maggio, con una delibera del ministero della Salute pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, si è deciso che l’acquisto in farmacia della contraccezione ormonale d’emergenza in Argentina sarà consentito senza bisogno di prescrizione medica.

Il Governo ha approvato la “libera vendita” dei medicinali che contengono 1,5 milligrammi del componente levonorgestrel, un progestinico approvato come contraccettivo ormonale di emergenza sicuro ed efficace. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità la contraccezione d’emergenza può prevenire fino a più del 95% delle gravidanze, se assunta entro 5 giorni dal rapporto sessuale (la sua efficacia è massima entro 72 ore, ma soprattutto entro le prime 12), e può essere utilizzata in seguito a rapporti non protetti, preoccupazioni per possibili fallimenti contraccettivi, uso scorretto di contraccettivi e violenza sessuale se senza copertura contraccettiva.

Il levonorgestrel è uno dei regimi di pillola contraccettiva di emergenza raccomandati dall’Oms. Si tratta di un farmaco disponibile senza prescrizione medica in almeno 70 Paesi, inclusi gli Stati Uniti (che, al contrario, stanno facendo passi indietro sui diritti sessuali e riproduttivi delle donne). In America Latina, la maggior parte dei Paesi consente l’accesso ai contraccettivi di emergenza, ma alcuni richiedono prescrizioni o prevedono un requisito minimo di età per ottenerli.

In Argentina la contraccezione d’emergenza è disponibile da più di 10 anni, ed è già gratuita nei centri sanitari e negli ospedali. Ma il Ministero della Salute ha dichiarato che “per aumentarne l’efficacia, è necessario garantire meccanismi che facilitino l’accesso immediato o il più rapido possibile al metodo”. Il Governo argentino ha sottolineato che “non possono negartelo a causa della tua età, identità di genere o perché non hai un documento d’identità” e “non è necessario disporre dell’autorizzazione di un adulto” per ottenerlo.

Rendere la cosiddetta pillola “del giorno dopo” più disponibile ha rimosso una «barriera importante» per coloro che cercano di abortire, ha detto all’agenzia Reuters Valeria Isla, direttrice della salute sessuale e riproduttiva del ministero della Salute. In Argentina, l’interruzione volontaria di gravidanza è consentita fino alla 14° settimana di gestazione. Per quanto riguarda le ragazze di età inferiore ai 13 anni, per accedere a questo diritto è necessario che siano assistite da una persona che esercita “formalmente o informalmente” ruoli di cura.

Vanessa Gagliardi, leader del gruppo femminista Juntas ya la Izquierda, ha dichiarato a Reuters che la mossa aiuterà a «de-stigmatizzare» la pillola del giorno dopo in un Paese in cui, secondo i dati ufficiali, 7 gravidanze adolescenziali su 10 non sono pianificate. Nel 2018, spiegano i dati del ministero della Salute, tra le donne che hanno partorito in strutture sanitarie pubbliche, il 60% non ha pianificato la gravidanza (243.571 donne): di queste, circa 175.000 (72%) non utilizzavano alcun metodo contraccettivo. Facendo riferimento alle critiche dei gruppi anti-abortisti alla contraccezione d’emergenza, Gagliardi ha spiegato che «per molto tempo si è pensato che (questa mossa, ndr) inducesse all’aborto, il che non è vero».

DerquiXlaVida, un movimento “pro-vita” argentino, ha dichiarato in una nota che la misura è preoccupante perché “lo Stato si sta essenzialmente orientando verso la promozione di misure abortive. È un modo per riconoscere il fallimento della prevenzione della gravidanza, dell’educazione sessuale e la responsabilità e persino la persecuzione di autori e promotori di abusi sessuali”. In Argentina l’aborto è stato legalizzato nel 2020, nonostante la contrarietà della Chiesa cattolica che aveva invitato i senatori a respingere il disegno di legge.

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