Diritti

Cina: le persone perseguite dai tribunali sono aumentate del 12%

Si tratta di 8,3 milioni dal 2018 al 2022; diminuiti del 31,7% i procedimenti per crimini violenti, mentre sono cresciuti del 43,3% quelli basati su internet, gioco d’azzardo, frode e diffusione di materiale osceno
Credit: Gigi
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30 maggio 2023 Aggiornato alle 10:00

Aumentano le persone perseguite dai tribunali, così come crescono i ricorsi contro le sentenze emesse: secondo i dati dell’ultimo rapporto della Procura suprema del popolo cinese (Spp), l’organo di massima importanza per la supervisione legale e il massimo organo procuratore della Repubblica Popolare Cinese, si tratta di 8,3 milioni di persone tra il 2018 e il 2022, con un aumento del 12% rispetto al periodo precedente. Ma, al tempo stesso, sono cresciuti anche i ricorsi presentati contro le sentenze penali.

Le cifre, scrive il Guardian, mostrano come il “notoriamente opaco” sistema giudiziario cinese abbia operato negli ultimi anni, in un contesto di sicurezza interna sempre più rigido. Basti pensare che l’ultimo report di Amnesty International riguardo la pena di morte non citasse le cifre relative alla Cina perché si tratta di dati non disponibili. Eppure si ritiene che le esecuzioni, in Cina come in Corea del Nord e in Vietnam, siano state usate in modo massiccio.

Ad aprile, per esempio, lo studioso di diritto cinese Xu Zhiyong e l’avvocato per i diritti umani Ding Jiaxi sono stati sono stati condannati rispettivamente a 14 e 12 anni di reclusione per aver partecipato, nel 2019, a un incontro informale per discutere della situazione della società civile e di temi di attualità. I 2, membri di spicco del Movimento dei nuovi cittadini, una rete di attivisti fondata nel 2012 per promuovere la trasparenza del Governo e denunciare la corruzione, sono solo un caso tra le decine di persone prese di mira dalle autorità: sotto il presidente Xi Jinping è cresciuta l’attenzione sui presunti crimini di sicurezza nazionale e pubblica, tra cui la presa di mira di dissidenti, manifestanti e avvocati per i diritti umani.

Il quotidiano britannico scrive che Zhang Jun, direttore uscente dell’Spp, ha dichiarato che i procedimenti giudiziari per crimini violenti sono diminuiti del 31,7%, mentre sono cresciuti del 43,3% quelli per crimini basati su internet, gioco d’azzardo, frode e diffusione di materiale osceno.

A fine aprile sono entrati in vigore nuovi emendamenti alle leggi anti-spionaggio che hanno esteso i loro poteri di perquisizione e sequestro, oltre alla possibilità di attuare divieti di ingresso e di uscita per le persone. Negli ultimi anni decine di stranieri o cinesi che lavorano per organizzazioni straniere sono stati arrestati per motivi di sicurezza nazionale. I processi, in questo caso, spesso legati ad accuse di spionaggio o sovversione, si sono svolti perlopiù in segreto, e un precedente rapporto Spp rilevava che tra il 2018 e il 2022 ce n’erano stati 1.400.

Secondo gli esperti questa tendenza potrebbe riflettere l’eccessiva criminalizzazione da parte dei Governi di tutto il mondo e l’attuazione di un sistema, in vigore dal 2016, di clemenza. Ovvero: incoraggia gli imputati a dichiararsi colpevoli in cambio di una sentenza più soft. Sarebbe stato applicato «a circa il 90% dei casi penali trattati negli ultimi anni e ha aumentato notevolmente l’efficienza del trattamento dei casi nel sistema giudiziario penale, rendendo l’azione penale molto più facile di prima», ha spiegato al Guardian Enshen Li, docente senior di criminologia presso la University of Queensland. Questo sistema ha portato a un profondo calo del numero di detenzioni cautelari preventive: tra il 2018 e il 2022 hanno toccato un minimo storico, dal 54,9% al 26,7%.

Il rapporto Spp ha anche mostrato un aumento del 30% dei rigetti degli arresti eseguiti dagli organi di pubblica sicurezza, e un notevole aumento del numero dei ricorsi contro le condanne o le sentenze. Secondo i dati si tratta di 41.000 ricorsi presentati, dai pubblici ministeri e non dagli imputati, contro sentenze penali ritenute viziate, con un aumento del 18,9% rispetto al periodo di riferimento precedente. Inoltre, lo Spp ha rivelato che 78.000 funzionari, tra cui più di 100 con l’incarico di leader provinciali o ministeriali, sono stati perseguiti per corruzione e concussione nel periodo analizzato.

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