Economia

Povertà energetica: un problema per il 64% degli italiani

La situazione cambia in base al territorio, ma la difficoltà di procurarsi un paniere minimo di servizi e beni energetici riguarda tutta la Penisola. Lo attestano i dati Ipsos
Credit: Maxim Berg
Tempo di lettura 4 min lettura
30 maggio 2023 Aggiornato alle 14:00

Secondo il sondaggio condotto da Ipsos, nel nostro Paese la povertà energetica riguarda il 64% dei cittadini. Ma che cos’è la povertà energetica? Con questa espressione si intende la difficoltà o l’incapacità, di famiglie o di singoli individui, di procurarsi un paniere minimo di servizi e beni energetici quali riscaldamento, illuminazione, raffreddamento o gas: il minimo indispensabile per poter vivere in maniera dignitosa.

Non riguarda, quindi, la sola impossibilità di pagare le bollette ma tiene conto anche dell’impossibilità, da parte di una famiglia o di un singolo, di far fronte a quelle spese necessarie per migliorare l’efficientamento energetico degli impianti dell’abitazione.

Il sondaggio ci propone una desolante fotografia dell’Italia: il 27% teme di non riuscire a pagare le bollette, le quali, secondo 1 italiano su 4, aumenteranno di oltre il 30% nel 2024. L’81% teme di non essere in grado di sostenere le spese in futuro e il 52%, più della metà, avrà difficoltà a sostenere una spesa imprevista.

Ovviamente, la situazione è stata aggravata da crisi come la pandemia o la guerra in Ucraina, che hanno lasciato le famiglie svantaggiate in condizioni ancor più sfavorevoli, rendendo le disuguaglianze ancora più marcate soprattutto dal 2022 in poi.

La situazione è diversa in base al territorio ma anche in base alle differenze sociali: secondo i dati raccolti da Save the children, si ha maggiore povertà energetica nelle famiglie con minori, nel Sud Italia il 12,3% delle famiglie con minori ha difficoltà nel reperire i servizi energetici essenziali, al Nord la percentuale scende all’8,3% e tocca il 6,2% nelle famiglie delle regioni centrali.

«È necessario agire su due fronti. Da un lato deve continuare il lavoro per governare i costi dell’energia e mitigare le conseguenze che un’impennata dei costi può avere su famiglie e imprese, dall’altro lato è necessario avviare parallelamente un percorso di educazione all’utilizzo consapevole dell’energia e degli strumenti per poter gestire meglio i propri consumi» ha dichiarato Lucia Albano, sottosegretaria del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Quindi, una politica per l’abbassamento dei prezzi – che da sola non basta – unita a un consumo consapevole: molto spesso non ci rendiamo conto di quanto consumiamo, ma una parte importante è svolta anche dall’efficientamento energetico degli impianti delle abitazioni, spesso inadeguato.

Un altro degli elementi fondamentali per cercare di contrastare la povertà energetica è l’alleanza tra le grandi aziende, al fine di fornire aiuti concreti alle famiglie: è proprio questo lo scopo per cui è nato il Manifesto del Banco dell’energia. Si tratta di un’alleanza tra le grandi aziende che, a oggi, conta 70 firmatari, tra cui Eni Plenitude e Enel.

Comunque, la povertà energetica non riguarda solo l’Italia ma costituisce un problema a livello globale: l’obiettivo è quello di creare le condizioni adatte per una transizione energetica inclusiva a livello territoriale ma anche a livello sociale.

È fondamentale puntare sulle rinnovabili, in particolare nelle zone più rurali e remote che molto spesso hanno un livello più alto di povertà energetica. Questi posti rappresentano il luogo ideale per sviluppare progetti di energia rinnovabile e possono costituire un punto di partenza.

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