Ambiente

Allarme siccità lampo: di che si tratta?

Gli eventi siccitosi improvvisi in Europa potrebbero passare dal 32% nel 2015 al 53% nel 2100. Una soluzione definitiva non c’è ma abbandonare le fonti fossili aiuta
Credit: Miguel Bruna
Tempo di lettura 3 min lettura
30 maggio 2023 Aggiornato alle 13:00

Allarme siccità lampo. Uno studio dell’Oklahoma University pubblicato la settimana scorsa sulla rivista Communications Earth & Environment stima che la siccità improvvisa, caratterizzata da un’essicazione insolitamente rapida, aumenterà a livello globale con picchi in Nord America e in Europa.

Modelli che sembrano confermare la tendenza analizzata ad aprile su Science dalla Nanjing University of Information Science and Technology, che ha evidenziato come “c’è stata una transizione verso più siccità improvvise nel 74% delle regioni globali identificate dal rapporto speciale sugli eventi estremi del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc)”.

In particolare nel Vecchio Continente si prevede che, nello scenario di emissioni più estremo, la siccità lampo possa passare da un’incidenza del 32% registrata nel 2015 al 53% nel 2100, corrispondente a un aumento di 1,7 volte del rischio annuale.

«Dato il loro rapido sviluppo, le strategie di mitigazione della siccità sono difficili da attuare durante le siccità improvvise perché questi eventi spesso si sviluppano con un preavviso limitato, provocando al contempo impatti di vasta portata su tutta la superficie terrestre», spiegano i ricercatori.

Gli autori hanno proiettato futuri eventi di siccità lampo in tre diversi scenari, che esplorano come il mondo potrebbe cambiare in base a diverse politiche climatiche, spaziando da uno scenario sostenibile a uno scenario ad alte emissioni. In tutti e tre gli scenari, si prevedeva che il verificarsi di siccità lampo aumenti tra il 6% e il 9,5% entro la fine del secolo.

I rischi non riguardano soltanto l’ambiente. Gli scienziati suggeriscono che con l’aumento della popolazione globale – le previsioni della Nazioni Unite prevedono 9,7 miliardi nel 2050 e a 10,4 miliardi nel 2100 – la domanda di cibo e i cambiamenti causati dalle siccità improvvise potrebbero mettere sotto pressione la sicurezza alimentare.

«I produttori agricoli, sia nazionali che esteri, dovranno affrontare rischi crescenti associati alla disponibilità di acqua a causa del rapido sviluppo della siccità – sostiene Jeffrey Basara, coautore dello studio – Le pressioni socioeconomiche associate alla produzione alimentare, inclusi prezzi più elevati e disordini sociali, aumentano anche quando si verificano perdite di raccolto a causa di siccità improvvise».

In un quadro in cui le soluzioni sembrano aver lasciato il posto ai rimedi, conforta però un dato che si evince da un secondo studio pubblicato lo stesso giorno sulla medesima rivista, per il quale lo sviluppo sostenibile ridurrebbe l’esposizione della popolazione alla siccità del 70% rispetto a quello basato sui combustibili fossili.

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