Ambiente

Lo sport può essere sostenibile?

Esistono attività più ecologiche e altre meno: il padel, per esempio, è una delle prime ideate in ottica green, con strutture a zero cemento e rinnovabili. Tra le più inquinanti, invece: il motocross
Credit: RDNE Stock project
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5 giugno 2023 Aggiornato alle 19:00

Oltre al lavoro fisico che impegna l’organismo durante un’attività individuale o collettiva, lo sport è da sempre un linguaggio universale capace di unire popoli, culture e generi diversi. Si tratta di un canale privilegiato attraverso cui si è in grado di comunicare concetti che portano al cambiamento, creando anche una maggiore integrazione tra le parti della società.

Tra le 1.000 azioni che portiamo a compimento durante la nostra routine, lo sport occupa quella parte di giornata in cui il corpo si risana e la mente si alleggerisce; un toccasana per il nostro organismo, anche se non sempre lo è nei confronti dell’ambiente che ci circonda.

Seppur il principio dello sviluppo sostenibile nello sport risalga al 1992 (con l’articolo 10 della Carta Europa dello Sport che sottolinea come tutti gli enti impegnati in questo tipo di attività abbiano la responsabilità di tutelare l’ambiente), a distanza di decenni non si è ancora raggiunta una linea del tutto “green”.

Sport e inquinamento

Anche l’attività sportiva può essere, a volte, coinvolta in termini di insostenibilità, soprattutto se praticata in luoghi molto esposti all’inquinamento dell’aria.

C’è da considerare anche il danno inflitto alla nostra salute. Durante ogni attività fisica, infatti, la frequenza respiratoria aumenta, così come la quantità di aria che introduciamo nei nostri polmoni con ogni singolo atto respiratorio (fino a 15 volte superiore). Di conseguenza, sale la quantità di inquinanti e polveri sottili che assimiliamo. Pensiamo alla maratona di Pechino del 2014, quando alcuni atleti si sono ritirati dalla gara perché spaventati dai rischi per la propria salute.

Se conoscere l’ambiente in cui ci alleniamo è importante, ignorare il problema dell’inquinamento dell’aria non è la soluzione, così come non lo è rinunciare allo sport per paura degli effetti negativi che può avere sul nostro organismo. Il Cio (Comitato Olimpico Internazionale) e le Nazioni Unite condividono l’obiettivo di rendere il mondo un posto più pacifico e sostenibile; lo sport ricopre un ruolo cruciale nella promozione dell’istruzione disciplinare, della pace, dell’inclusione sociale e di uno stile di vita sano, tanto che nel 2015 è stato ufficialmente riconosciuto come stimolatore dello sviluppo sostenibile.

Oltre all’escursionismo, il plogging, sport acquatici e yoga, camminare all’aria aperta è l’attività fisica più ecologica in assoluto, ma non solo; andare in bicicletta, a esempio, aiuta a migliorare l’ambiente urbano, riducendo i problemi di traffico e inquinamento in quanto non fa rumore, non consuma petrolio, non produce alcun gas nocivo e non inquina, a differenza di molte altre pratiche sportive.

Il motocross, al contrario è uno sport con un notevole impatto ambientale che si qualifica tra i meno sostenibili; per valutare l’apporto di inquinamento di questa attività, vanno calcolate le emissioni dei motori, che nella maggior parte dei casi consumano 1 litro di carburante a chilometro.

Soluzioni ecologiche

Se da un lato le istituzione governative iniziano ad attuare piani per ridurre le emissioni di anidride carbonica, dall’altro, anche gli sport motoristici (e in particolar modo la Formula 1) si stanno muovendo per ottenere gli stessi risultati.

Secondo vehiclecue.it, l’idea è sperimentare le auto del futuro, la cui progettazione dovrà rispettare norme sempre più stringenti che dovranno garantire un sistema di movimentazione meno dannoso possibile per l’ambiente.

In questa direzione, Giorgio Neri (direttore tecnico di Ambiter, società di ingegneria ambientale di Parma che opera da diversi anni nello sport) suggerisce la stesura di un protocollo istituzionale e riconosciuto a livello internazionale che identifichi i requisiti minimi necessari alla classificazione di un evento sportivo come “ecosostenibile”.

Il primo focus sarà la gestione dei trasporti, che dovranno sempre più essere alimentati da combustibili a basso impatto ambientale e tendere alla diminuzione del ricorso a materia prime non rinnovabili. Oltre a rendere ancor più efficiente ed esaustiva la gestione dei rifiuti e raccolta differenziata, sarà necessaria una divulgazione dell’importanza ambientale.

La Fifa (Federazione internazionale che disciplina il calcio) ha iniziato a occuparsi di sostenibilità nel 2006, facendo interventi sulla compensazione del carbonio già durante i Mondiale in Germania. Da quel momento, l’obiettivo è rimasto quello di far rispettare agli impianti il consumo energetico, idrico e la gestione dei rifiuti, introducendo regolamenti per l’occupazione e l’etica commerciale.

La speranza è quella di immaginare un futuro sempre più sostenibile per il nostro Pianeta e, come riportato da Healty Peolpe, Healty Planet, “il benessere delle persone non può prescindere da quello ambientale”. Il primo passo è quello di rendere le attività sportive sempre più carbon free attraverso l’utilizzo di energie rinnovabili e la creazione di sistemi di luce a led. Tutte innovazioni sulla quali poggiano le strutture del futuro, volte ad alterare sempre meno la biofisicità della Terra. Il padel è stato il primo sport pensato e ideato in ottica green, grazie alle strutture modulari a zero cemento e facilmente rinnovabili.

L’intervento necessità con urgenza di sostenibilità è la rivisitazione di tutti gli strumenti sportivi a disposizione delle rispettive attività. Come riportato da innesti.com, le tavole da surf, per esempio, saranno presto realizzate con plastica riciclata, mentre le reti per la pallavolo saranno realizzate con reti da pesca recuperate dagli oceani (grazie al progetto Good Net).

Lo sport diventerà davvero sostenibile quando l’impatto che esercita sull’ambiente sarà ridotto quasi a zero. Ridurre la quantità di motori a disposizione è il primo passo, così come la ridefinizione di tutto l’equipaggiamento tecnico. Con la diffusione di una cultura sportiva dall’impronta ecologica, sport e ambiente faranno parte della stessa squadra.

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