Ambiente

Taglio pesticidi Ue: scontro tra Timmermans e Partito Popolare europeo

Il vicepresidente della Commissione ha lasciato intendere di voler vincolare l’eliminazione delle sostanze dannose e di erbicidi all’approvazione per le tecniche di editing genetico
Credit: MUS LIHAT
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30 maggio 2023 Aggiornato alle 11:30

Scontro tra la Commissione Europea e il Partito Popolare di centrodestra riguardo il piano per tagliare pesticidi e diserbanti all’interno dell’Unione.

Il vicepresidente Frans Timmermans, durante una discussione in commissione Agricoltura al Parlamento di Strasburgo, ha lasciato intendere di voler vincolare l’applicazione della misura allo sviluppo delle tecniche di evoluzione assistita. Le Tea (o Ngt – nuove tecniche genomiche) sono considerate dalle imprese rurali, la nuova frontiera: ma il provvedimento, secondo Luigi Scordamaglia di Filiera Italia, rischia di mettere a rischio tutto questo.

Il piano dell’esecutivo di Bruxelles, presentato a marzo nel quadro legislativo Nature Restoration Package, prevede nuove regole per la Direttiva sull’Uso Sostenibile dei Pesticidi del 2009, conosciuta come direttiva SUD. In accordo con la Strategia Farm to Fork per garantire l’accesso a cibi sani e sostenibili, l’obiettivo è il taglio del 50% dei fitofarmaci utilizzati in agricoltura, entro il 2030.

Queste sostanze hanno infatti un forte impatto sulla salute umana, come affermano diverse ricerce di Isde (Associazione italiana medici per l’ambiente), e sulla biodiversità. Secondo i dati Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), diffusi da Wwf, delle 108 tipologie di habitat naturali sensibili ai pesticidi, oltre il 50% si trova in pessimo stato di conservazione.

«Il Green Deal è un pacchetto che deve tenere insieme le proposte sulla riduzione dei pesticidi, quella sulla tutela della biodiversità e quella sul biotech agricolo di ultima generazione», ha spiegato Timmermans. Secondo alcuni lobbisti e rappresentanti agricoli, si tratta di un ricatto che vuole legare i finanziamenti per l’implementazione di tecniche di editing genomico, che potrebbero aumentare la produttività.

Anche se dannosi, si tratta di strumenti per la difesa dalle fitopatologie. Eliminarli significa «mettere a repentaglio la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare in Europa e aumentare le importazioni da Paesi terzi che non rispettano le nostre norme in termini di sostenibilità ambientale e sociale, nonché di sicurezza alimentare e benessere animale», risponde Scordamaglia.

Il timore è che anche gli investimenti e le ricerche sulle Tea e sulle altre innovazioni agricole si spostino fuori dall’Europa. «Le nuove tecniche genomiche che non sono Ogm aumenterebbero la produttività agricola diminuendo l’uso di fertilizzanti e pesticidi – ha dichiarato Carlo Calenda - Sono già state regolamentate in Argentina, Australia, Regno Unito e tanti altri Paesi in cui stanno piovendo investimenti. Invece in Europa questa proposta è stata ritardata varie volte, nonostante sia molto attesa dal mondo agricolo. Più aspettiamo e più la ricerca e gli investimenti si sposteranno fuori dalla Ue».

Anche negli altri Paesi membri il dibattito è acceso. Già nel 2022, quando si era iniziato a parlare del taglio a pesticidi ed erbicidi, l’allora ministra francese della Transizione Ecologica Barbara Pompili aveva dichiarato che avrebbe accettato il divieto solo in presenza di valide alternative. «Se vogliamo realizzare una transizione agroecologica, gli sforzi che chiediamo ai nostri agricoltori non devono condurli in un vicolo cieco o indebolirli di fronte alla concorrenza internazionale», aveva affermato durante una riunione dei ministri dell’Ambiente.

Per prepararsi al bando e rimpiazzare erbicidi e pesticidi, il mondo agricolo sta sperimentando dei fitofarmaci biologici, meno impattanti sulla natura e sulla salute umana. Prevalentemente si tratta di microrganismi come funghi, batteri, virus e protozoi. Dopo un lacunoso meccanismo di approvazione, sono stati messi in commercio. Rimangono però ancora poco utilizzati, rispetto ai loro omologhi chimici, e soprattutto nelle aziende più piccole.

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