Diritti

Commissione d’inchiesta caso Orlandi: nuove audizioni a giugno

I senatori ascolteranno, tra gli altri, la legale della famiglia Laura Sgrò, il promotore di giustizia di Città del Vaticano Alessandro Diddi e Giuseppe Pignatone, ex procuratore di Roma e presidente del Tribunale del Vaticano
Credit: Michele Francioso
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29 maggio 2023 Aggiornato alle 18:00

L’iter per l’istituzione di una commissione bicamerale di inchiesta relativa alla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori rischia di rallentare. La maggioranza di centrodestra vuole approfondire le vicende che riguardano le 2 ragazze scomparse a Roma nel 1983 e ha chiesto di sentire alcune persone in Senato. Questo anche alla luce delle recenti novità giudiziarie emerse sul caso Orlandi, con la riapertura delle indagini da parte della procura di Roma dopo che a gennaio era stata aperta un’inchiesta da parte del tribunale del Vaticano.

La commissione Affari costituzionali al Senato infatti svolgerà una serie di audizioni relativamente alla proposta di legge che vuole istituire la bicamerale, approvata all’unanimità dall’aula della Camera lo scorso 23 marzo.

Martedì 6 giugno, a partire dalle 12:00, i senatori ascolteranno gli interventi di Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi, Alessandro Diddi, promotore di giustizia dello Stato della Città del Vaticano, Francesco Lo Voi, procuratore capo della procura di Roma, Giuseppe Pignatone, ex procuratore di Roma e presidente del Tribunale del Vaticano e il giornalista Andrea Purgatori.

La richiesta di svolgere nuove audizioni era stata avanzata dal capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Marco Lisei, secondo cui bisogna «avere la certezza che sia in corso una indagine della procura della Repubblica di Roma, considerato che questa notizia è riportata solo da organi di stampa».

Per il senatore di Fratelli d’Italia occorre «delimitare meglio l’oggetto di indagine della commissione d’inchiesta» dato che all’articolo 1 del testo già approvato dalla Camera «si fa riferimento alla possibilità di esaminare il materiale reperito tramite le inchieste giudiziarie e giornalistiche in passato, mentre, proprio in questi giorni, sono stati acquisiti ulteriori documenti presentati dalla Città del Vaticano».

La richiesta avanzata da Lisei era stata criticata dalle opposizioni. La capogruppo del Movimento 5 stelle in commissione Affari costituzionali Alessandra Maiorino aveva espresso «ferma contrarietà» in merito alle nuove audizioni. Una richiesta «anomala, visto che sarebbero di competenza della istituenda commissione d’inchiesta», rilevava Maiorino, auspicando «una rapida approvazione del disegno di legge in esame».

Il testo approvato in prima lettura alla Camera porta come prima firma quella di Francesco Silvestri, capogruppo del M5S a Montecitorio. Mentre il Partito democratico «non intende mutare il proprio orientamento favorevole alla istituzione della commissione d’inchiesta», aveva spiegato il senatore Dem Dario Parrini.

L’iter si complica

Le nuove audizioni programmate dalla commissione Affari costituzionali rischiano però di complicare l’iter di approvazione della bicamerale relativa ai casi Orlandi e Gregori. Infatti, nelle ultime settimane i senatori avevano depositato gli emendamenti al testo e concluso la fase iniziale dell’esame. Con gli interventi previsti si riaprirà nuovamente il dibattito in commissione e potrebbero essere richiesti ulteriori approfondimenti prima di arrivare all’ok al testo. In più, la proposta di legge approvata all’unanimità dalla Camera, potrebbe subire qualche modifica e dover tornare a Montecitorio per una terza lettura.

Oltre ad aver chiesto nuove audizioni, Fratelli d’Italia ha depositato 2 emendamenti al testo. Entrambe le proposte puntano a ridurre la durata della commissione bicamerale d’inchiesta: 2 o 3 anni invece dell’intera XIX legislatura, come prevede il testo approvato dalla Camera.

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