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Cos’è la Costituzione Italiana, quando nasce e perché

Quali sono e come sono organizzati gli articoli principali della Carta che sancisce le regole della vita sociale e le norme dell’ordinamento dello Stato
Credit: Anne Nygard

Oggi si celebra la nascita della Repubblica Italiana ed è bene tornare a parlare dei suoi principi fondamentali, contenuti nella Costituzione che sancisce le regole della vita sociale e disciplina le norme dell’ordinamento dello Stato.

Molto è cambiato da quel 27 dicembre del 1947, giorno in cui il testo venne firmato dal Capo provvisorio dello Stato, per poi entrare in vigore il 1 gennaio del 1948 con i suoi 139 articoli. Restano però indelebili e imprescindibili le norme che lo costituiscono.

Ma come è nata la Costituzione Italiana e su quali principi?

Cos’è la Costituzione italiana?

La Costituzione Italiana è al vertice della gerarchia delle fonti dell’ordinamento giuridico della Repubblica. Riconosciuta come una costituzione rigida, lunga, votata, compromissoria, laica e democratica, è formata da 139 articoli e da 18 disposizioni transitorie e finali.

Rappresenta la principale fonte del diritto della Repubblica Italiana, dalla quale dipendono gerarchicamente tutte le altre norme giuridiche dell’ordinamento dello Stato.

Il processo che consolida i principi della Costituzione, concretizzandoli nella legge ordinaria, è detto attuazione della Costituzione. Questo processo è durato decenni e alcuni ritengono che non sia ancora completato.

Come si è arrivati alla Costituzione

Per avere un primo esempio in Italia di statuto costituzionale dobbiamo arrivare al 18 luglio del 1812, quando a Palermo il Parlamento del Regno di Sicilia borbonico promulgò la Costituzione siciliana. Questa prevedeva un parlamento bicamerale formato da una Camera dei Comuni, fatta da rappresentanti del popolo con carica elettiva, e una Camera dei Pari, costituita da ecclesiastici, militari e aristocratici con carica vitalizia. Il re continuava a mantenere il potere di veto sulle leggi, poi soppresso nel 1816 con la nascita del Regno delle Due Sicilie.

Un altro anno importante fu il 1848, con la concessione dello Statuto albertino da parte di Carlo Alberto di Savoia che rese l’Italia una monarchia costituzionale ereditaria, che si caratterizzava per la sua natura flessibile. Proprio per questo aspetto fu possibile portare l’Italia, poco tempo dopo, da una forma di monarchia costituzionale pura a una di monarchia parlamentare. La concessione dello Statuto albertino fu revocata poi dal successore di Carlo Alberto di Savoia, Vittorio Emanuele II.

Quando e come nasce la Costituzione italiana

Venendo alla storia più recente possiamo dire che il testo della Costituzione nasce dopo la caduta del Fascismo e la fine della Seconda Guerra Mondiale. La sua storia e legata a doppio filo con la nascita della Repubblica Italiana. Il governo provvisorio dell’epoca chiese agli italiani, il 2 giugno 1946, di scegliere se far rimanere l’Italia una Monarchia o se farla diventare una Repubblica. Il 54% dei voti finali (più di dodici milioni) fu per lo stato repubblicano e nella stessa data si svolse anche l’elezione dell’Assemblea Costituente a cui venne presentato il progetto costituzionale nel febbraio 1947, quando iniziò il dibattito in aula che si protrasse per quasi un anno.

La Costituzione Italiana fu approvata dall’Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947, con 458 voti favorevoli, 62 contrari e nessun astenuto, su un totale di 520 votanti. Fu poi promulgata dal capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre seguente e entrò in vigore il 1º gennaio 1948.

Il documento è composto da 139 articoli e relativi commi, più 18 disposizioni transitorie e finali, suddivisi in quattro sezioni:

Principi fondamentali (articoli 1-12)

Parte prima: Diritti e Doveri dei cittadini (articoli 13-54)

Parte seconda: Ordinamento della Repubblica (articoli 55-139)

Disposizioni transitorie e finali (disposizioni I-XVIII)

Struttura della Costituzione Italiana

I 12 principi fondamentali sono principi di democrazia, legati al lavoro, di libertà, di eguaglianza e pluralismo. Nello specifico abbiamo:

Democrazia – art. 1, 1° comma

Sovranità popolare – art. 1, 2° comma

Inviolabilità dei diritti – art. 2

Uguaglianza formale e uguaglianza sostanziale – art. 3

Diritto al lavoro – art. 4

Riconoscimento delle autonomie locali – art. 5

Tutela delle minoranze linguistiche – art. 6

Libertà religiosa – art. 8

Sviluppo della cultura, della tutela ambientale e del patrimonio storico e artistico – art. 9

Riconoscimento di collaborazioni internazionali – art. 10

Ripudio della guerra come strumento di offesa a– art. 11

Struttura della bandiera italiana – art. 12

La prima parte della Costituzione si sofferma sui Diritti e doveri del cittadino. I diritti sono riconosciuti e tutelati non solo con riferimento a ciascun individuo, ma anche nelle formazioni sociali in cui si svolge la sua attività (famiglia, comunità locale, partiti, sindacati, associazioni e altro).

Oltre ai diritti sono elencati anche i doveri dei cittadini. Tra questi il diritto-dovere al lavoro, consistente nello svolgere un’attività utile per la società, la fedeltà alla Repubblica, il pagamento delle imposte, il dovere dei genitori di curarsi dei figli, il dovere di votare e di difendere la patria.

La seconda parte della Costituzione include l’Ordinamento della Repubblica e descrive in particolare le caratteristiche del suo garante identificato nel Presidente della Repubblica, del potere legislativo, di quello esecutivo, di quello giudiziario e degli enti locali e degli istituti a garanzia della Costituzione stessa.

Il primo titolo riguarda il potere legislativo ed è suddiviso in due sezioni: il Parlamento e la formazione delle leggi. Per la struttura del Parlamento della Repubblica Italiana, la Costituzione ha previsto una forma a bicameralismo perfetto costituito da due Camere: la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica (art. 55, comma 1).

Il secondo titolo, dall’articolo 83 al 91, riguarda le modalità di elezione, i poteri e le responsabilità del presidente della Repubblica Italiana che l’ordinamento italiano identifica come capo dello Stato, garante dell’equilibrio dei poteri e rappresentante dell’unità nazionale.

Il terzo titolo, dall’articolo 92 al 100, riguarda il potere esecutivo ed è suddiviso in tre sezioni: il Consiglio dei Ministri, la Pubblica Amministrazione e gli organi ausiliari. Il Consiglio dei ministri è un organo collegiale che costituisce il Governo della Repubblica e che è composto dal Presidente del Consiglio dei ministri e dai ministri.

Il quarto titolo, dall’articolo 101 al 113, riguarda il potere giudiziario ed è suddiviso in due sezioni: ordinamento giurisdizionale e norme sulla giurisdizione.

Il quinto titolo, dall’articolo 114 al 133, riguarda le norme relative ai governi locali. Questa parte risulta molto articolata ed è stata oggetto di una profonda revisione. Originariamente veniva ripartita in regioni, province e comuni a cui, dal 2001, si sono aggiunte le città metropolitane. Tra le regioni, secondo l’articolo 116, il Friuli-Venezia Giulia, la Sardegna, la Sicilia, il Trentino-Alto Adige/Südtirol e la Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste, godono di particolari forme di autonomia garantite dai loro statuti speciali.

Il sesto titolo, dall’articolo 134 al 139, riguarda le garanzie poste per preservare la Costituzione ed è suddiviso in due sezioni: La Corte costituzionale e Revisione della Costituzione - Leggi costituzionali.

Perché è così importante

A chi nutre dei dubbi sulla reale efficacia di questo testo oggi, bisogna ricordare alcune cose fondamentali. La Costituzione Italiana fissa un limite al potere di chi comanda, scongiurando la dittatura e uno dei suoi principi è quello di garantire uguali diritti a tutti i cittadini.

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