Economia

Ue: l’Italia acceleri su Pnrr, ma prudenza per la politica fiscale

Nel Pacchetto di primavera di quest’anno, la Commissione esorta il Belpaese a utilizzare le risorse dei fondi europei, in particolare per gli investimenti green e digitali
Il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis
Il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis Credit: EPA/OLIVIER MATTHYS
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31 maggio 2023 Aggiornato alle 08:00

Come ogni anno (anche se la tradizione è stata sospesa per 3 anni) la Commissione europea redige il “Pacchetto di primavera”, un insieme di raccomandazioni specifiche per ogni Paese membro attraverso cui i Governi dei singoli Stati ricevono orientamenti per stimolare l’occupazione, la crescita e la solidità delle finanze pubbliche su risultati realisticamente realizzabili nei 12-18 mesi successivi.

Fra i parecchi temi esposti qualche giorno fa dal vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis insieme al commissario all’economia Paolo Gentiloni, la spesa pubblica assume particolare rilevanza, esortando fortemente l’Italia a ridurre sempre di più le misure di sostegno alla lotta contro il caro bollette entro la fine dell’anno, utilizzando il risparmio residuo per ridurre il deficit.

È necessario, sostanzialmente, mantenere una politica fiscale «prudente», con un tetto massimo dell’1,3% nella spesa primaria finanziata a livello nazionale. L’ideale sarebbe attuare i progetti su scala pubblica non attraverso le casse dello Stato, ma sfruttando le risorse del Pnrr, specialmente per gli investimenti sul green e digitale, su cui sono oggi all’attivo progetti pari a solo 27 miliardi di euro dei quasi 100 disponibili per le 2 missioni.

La Commissione infatti bacchetta il Governo per i ritardi nella spesa dei fondi forniti dall’Europa, su cui è necessario un «rafforzamento della capacità amministrativa» per accelerare lo sblocco degli appalti e favorirne quindi «un’attuazione rapida e costante».

Altrettanta rapidità risulta essenziale per discutere «sulle più che legittime richieste di modifiche del Pnrr», proprio perché, come evidenzia Gentiloni, rimaneggiare le scadenze ufficiali potrebbe risultare fruttuoso solo prima del prossimo e imminente termine per la quarta erogazione del finanziamento, prevista proprio per giugno.

Serve velocità ma anche maggiore attenzione verso alcuni punti nodali e altamente divisivi della politica economica italiana. Fra le raccomandazioni, non a caso, spunta quella di «ridurre ulteriormente le imposte sul lavoro e rendere più efficiente il sistema tributario» senza risparmiare frecciate all’unica aliquota fissa della flat tax, che rischia di distogliere il Governo dall’obiettivo principale di preservare «la progressività del sistema tributario, migliorandone l’equità».

Critiche aspre vengono mosse anche alla mancata riforma del catasto, un aggiornamento dell’impianto catastale italiano ancora fermo al 1939 necessaria per «allineare i valori catastali con gli attuali valori di mercato» e quindi riclassificare singoli immobili o intere aree anche in termini di imposta dovuta. Una riforma giudicata come «non una priorità» dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo poco dopo l’insediamento del Governo Meloni, che ha scelto tuttavia di valorizzare la riforma sull’autonomia differenziata delle Regioni, che permetterebbe livelli di autonomia (anche fiscale) differenti tra ogni parte del Paese e che, secondo la Commissione, «potrebbe avere impatto negativo sulla qualità della finanza pubblica italiana e sulle disparità regionali».

Buone notizie invece sul fronte degli aiuti per la ricostruzione delle zone più colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna, che secondo le più recenti stime ammonterebbero a oltre 7 miliardi. «L’Italia ha 12 settimane per accedere al Fondo di solidarietà» istituito dall’Unione europea nel 2014 per fornire sostegno (fino a 500 milioni di euro l’anno) agli Stati membri colpiti da gravi catastrofi naturali o emergenze di sanità pubblica. Una spesa che in virtù dello status di misura «una tantum e temporanea» non sarà presa in considerazione «nel normale conteggio di finanza pubblica a livello europeo» coerentemente a quanto già accaduto in precedenza nelle medesime occasioni.

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