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Per salvare la Natura vale tutto, anche disobbedire

Tra alluvioni, siccità e terremoti, la Natura manda segnali forti e chiari. I governi, però, non sembrano farci molto caso. Chi sono gli ambientalisti e le ambientaliste che si danno da fare per sturare le orecchie di chi non vuol sentire?
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27 maggio 2023 Aggiornato alle 09:00

Gli umani hanno un gran bel pregio: sanno perdonare. Gli umani hanno però un grandissimo, bruttissimo difetto: sanno ferire. La Natura ha un gran bel pregio: non ce l’ha con nessuno. La Natura ha però un grandissimo limite: non conosce il perdono.

In queste settimane di gran burrasca, la Natura si è fatta sentire. L’inverno è passato senza una goccia di pioggia e, quando la pioggia è finalmente arrivata, è arrivata tutta d’un colpo. I fiumi si sono ingrossati e sono straripati. Le case si sono riempite di acqua e di fango. L’acqua era talmente selvaggia che sono morte anche 15 persone e, a oggi, migliaia di famiglie hanno perso la casa.

La Natura non ha deciso da un giorno all’altro di fare la pazza. Certo, ogni tanto anche lei dà di matto: terremoti, trombe d’aria ed eruzioni sono cose che succedono. E noi siamo - anzi, potremmo essere - bravi a limitarne i danni. Ma, in tutti questi anni, ci siamo arrangiati solo a peggiorare le cose. Abbiamo inquinato, scavato, cementato e buttato nei fiumi un mucchio di porcherie. E a ogni nuova catastrofe caschiamo dal pero come tanti angioletti rimbambiti.

Ogni anno che passa, assistiamo a bizze sempre più violente della Natura: caldo d’inverno, incendi d’estate, alluvioni, frane… La nostra responsabilità è sempre più chiara, eppure, i grandi della terra fanno finta di non vedere. Di fronte a tanta falsa tontezza, le persone hanno cominciato ad agitarsi. Questa brutta sensazione si chiama ecoansia, l’ansia che si prova per un pianeta che sta sempre peggio e di cui nessuno si cura.

Per fortuna, se alcuni si agitano e basta, altri si arrabbiano. E si organizzano e lottano. Sono gli ambientalisti e le ambientaliste, che difendono strenuamente la Natura.

Ci sono tanti modi di lottare. Lo sappiamo anche io e te. Quando c’è da ottenere qualcosa dai genitori, c’è chi s’impunta e non si muove finché non ottiene quello che vuole. C’è chi urla forte per farsi sentire. C’è chi sceglie le maniere dolci e preferisce venire a patti con le mamme e i papà.

Con i movimenti ambientalisti è lo stesso. Ognuno ha un carattere diverso e non vanno tutti d’accordo, anche se vogliono tutti la stessa cosa, e cioè un pianeta protetto davvero.

Tra i vari gruppi che si danno da fare per difendere la Natura ce ne sono alcuni molto grandi e potenti, come Greenpeace.

Greenpeace, che vuol dire “pace verde”, è un’organizzazione nata più di 50 anni fa. È attiva in 41 Paesi e può contare su un sacco di gente e una flotta di ben 6 navi per fare delle operazioni in mare.

Dal 2018, la lotta per la Natura ha cambiato volto. Anzi, ne ha trovato uno. È quello di una giovane ragazza svedese chiamata Greta Thunberg che, oggi, ha 20 anni ma nel 2018 ne aveva solo 15. Durante quell’estate troppo calda per un Paese freddo come la Svezia, Greta ha deciso di smettere di andare a scuola finché il suo Paese non avesse preso provvedimenti contro il cambiamento climatico. Nasceva così lo Skolstrejk för klimatet (Sciopero della scuola per il clima).

La sua incredibile forza e cocciutaggine si è rivelata contagiosa e milioni di ragazzi e ragazzi l’hanno raggiunta ogni venerdì, in quelli che sono diventati i Friday for Future, i Venerdì per il Futuro. Greta e i suoi compagni e compagne hanno manifestato in modo non violento e hanno parlato di fronte ai potenti di tutto il mondo mettendoli di fronte alla loro mollezza.

Siccome la Natura grida a gran voce di fare qualcosa ma i governanti e le grandi aziende sembrano duri d’orecchio, dei nuovi movimenti ambientalisti hanno messo il turbo e stanno facendo molto parlare di sé. Tra loro, ci sono l’energica Ultima Generazione e la nerboruta Extinction Rebellion, ma non sono i soli.

Per attirare l’attenzione sui problemi del pianeta, questi gruppi organizzano delle azioni teatrali che destano molto scalpore, come imbrattare di vernice lavabile i monumenti, versare zuppa o incollarsi ai grandi quadri dei musei (niente panico: quelli col vetro davanti!). La maggior parte di questi gruppi si concentra sulla fine delle energie fossili come il petrolio.

In questo momento si fa un gran parlare delle loro azioni plateali, purtroppo più di quanto non si parli dell’inquinamento che denunciano. È un gran peccato perché la verità è che vogliamo tutti la stessa cosa, vivere a lungo su un pianeta felice che gira in tondo senza troppi scossoni. Ma non tutti abbiamo il coraggio di capire che le cose dipendono ormai solo da noi.

Ah già, perché gli umani e la Natura hanno un’altra grande differenza: gli umani hanno la memoria corta, ma la Natura non si scorda niente.

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