Economia

Il Superbonus pesa il 110% in più del previsto

L’impatto delle agevolazioni edilizie supera le stime iniziali, raggiungendo gli 86 miliardi di euro. Il Ministero dell’economia fa il punto della situazione
Credit: Julia Solonina
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29 maggio 2023 Aggiornato alle 13:00

Il Superbonus, introdotto dal Governo Conte con l’intenzione di dare nuova linfa all’economia italiana piegata dai lockdown e ritoccato più volte da parte dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, non smette di far discutere.

Verrebbe da dire 110% nomen omen, proprio perché questa è la percentuale di spesa in più che la misura avrebbe nei confronti delle casse pubbliche. A fronte dei 35 e 5,9 miliardi preventivati per Superbonus e Bonus facciate, infatti, dovranno aggiungersi rispettivamente 45,2 e 41 miliardi. I dati esposti in audizione alla Camera da Giovanni Spalletta, direttore generale del Ministero dell’Economia, mostrano infatti che nel periodo di validità dei sussidi, dal 2020 al 2035, i costi effettivi si sono più che raddoppiati, arrivando a pesare 86 miliardi di euro, una cifra enorme se comparata ai 30 miliardi di ammontare della Legge di bilancio 2023, ma anche a un’altra famosa (e discussa) forma di incentivo e contrasto alla povertà fornito direttamente dallo Stato come il Reddito di Cittadinanza, che nel 2022 è costato quasi 8 miliardi.

Il grande affollamento di cantieri per i palazzi d’Italia, dovuti proprio all’utilizzo dei bonus statali, ha avuto un impatto tutto sommato modesto sulla crescita economica italiana. «Secondo le prime stime - afferma alla Camera il direttore generale del Tesoro, Riccardo Barbieri Hermitte - si possono calcolare per i primi 2 anni 62 miliardi di euro di Pil e 29 miliardi in più di entrate fiscali»: un beneficio che esiste, ma che al netto dell’inflazione si traduce in una crescita di circa 1,1 punti in più nel 2021, di 2,2 nel 2022 e, tuttavia, in una diminuzione dell’1,8 % prevista per il 2023.

Il dato in negativo stimato dal Mef sconta forse il drastico cambiamento che il Governo Meloni ha deciso di apportare al Superbonus: una riduzione del 20% sull’agevolazione a opera del Decreto Aiuti Quater, bloccando la cessione dei crediti (con una forte congestione del mercato) e limitandone l’accesso per le sole villette unifamiliari (fatta eccezione i lavori già iniziati). Dall’anno prossimo, inoltre, il bonus scenderà definitivamente al 70%, mentre l’agevolazione per la ristrutturazione delle facciate è già arrivato al capolinea.

L’ammontare delle restrizioni è stato fortemente disincentivante per i potenziali beneficiari. Dai dati di utilizzo dell’ultimo report mensile di Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), infatti, emerge che la detrazione rimane saldamente al traino della crescita nel settore edile. Ma ad aprile 2023 sono stati ammessi in detrazione 1,8 miliardi in più rispetto a marzo (75 miliardi in totale, con oltre 407.000 cantieri), molto meno dell’incremento di 4-5 miliardi per ogni mese del 2022.

Ulteriori ritocchi sono in vista, sempre per attutire l’impatto delle agevolazioni nelle tasche dello Stato, quindi dei contribuenti, ma che contemporaneamente non si pongano in contrasto con la direttiva europea relativa alle case green, che richiede l’efficientamento energetico di più della metà degli immobili italiani entro il 2033.

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