Ambiente

Il futuro dei polli sarà finalmente migliore?

Dopo le pressioni di eurodeputati e cittadini, la Commissione Europea sarebbe intenzionata a chiedere il solo utilizzo di razze a crescita normale e non a rapido accrescimento
Credit: © University of Nottingham and the British Hen Welfare Trust
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28 maggio 2023 Aggiornato alle 06:30

In questi giorni si è compiuto un altro passo fondamentale verso la fine della sofferenza di miliardi di polli in tutta l’Unione europea. L’allevamento di questi animali, selezionati geneticamente per crescere a dismisura e il più in fretta possibile a beneficio dell’industria alimentare, è infatti un’aberrazione in contrasto con le norme comuni sulla tutela del benessere animale.

A giugno 2022 come Animal Equality abbiamo depositato una petizione presso il Parlamento Europeo per chiedere di porre fine allo sfruttamento dei polli a rapido accrescimento allevati per la loro carne. A febbraio 2023, la Commissione europea ha risposto al nostro appello, riconoscendo che l’allevamento di questi polli è problematico e annunciando di stare valutando “la necessità e le opzioni per affrontare le potenziali conseguenze negative sul benessere animale di alcune strategie di allevamento in questo processo di revisione della legislazione prevista entro il 2023”, sulla base del parere scientifico fornito dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa).

Il 24 maggio, poi, è arrivato il parere positivo della Commissione Petizioni del Parlamento Ue a mantenere aperta la nostra petizione.

Ma il passo in avanti in difesa dei polli non si è limitato a questo. Dopo che tutti gli eurodeputati intervenuti nel corso della seduta hanno sottolineato il loro pieno sostegno alla nostra iniziativa, la Commissione europea ha comunicato che i polli broiler a rapido accrescimento saranno effettivamente oggetto della proposta di revisione della legislazione sul benessere degli animali allevati prevista entro il 2023, con riferimento al requisito giuridico della crescita rallentata.

Questo significa che, in linea con i pareri dell’Efsa, la Commissione dovrebbe richiedere di utilizzare razze di polli che crescono in modo normale, e non in modo spropositato come succede in quelle a rapido accrescimento.

Se questi cambiamenti ci saranno, saremo di fronte a una svolta storica per i polli sfruttati a scopo alimentare, troppo spesso ignorati e che mai prima d’ora erano stati presi così in considerazione da parte delle istituzioni europee. La deputata dei Verdi Margrete Auken, intervenuta durante la seduta della Commissione Petizioni, ha detto: «Le disposizioni in materia di benessere animale ci sono, ma devono essere rispettate ed è compito della Commissione Ue che ciò avvenga. Sono davvero lieta che ci sia questa petizione e credo sia necessario chiedere alla Commissione se va cambiata la legge o la pratica denunciata».

Ora è necessario che la Commissione Europea agisca per impedire che lo sfruttamento ingiustificato di questi animali prosegua oltre.

Come ampiamente dimostrato da Animal Equality e come compreso dagli europarlamentari, infatti, non esistono misure ragionevoli che possano consentire agli Stati membri di allevare questa specie senza causare loro sofferenza, quindi la revisione della legislazione sul benessere animale relativa ai polli è doverosa e non può più aspettare.

Fin dal 2010 l’Efsa ha riconosciuto che la selezione genetica effettuata sui polli broiler allevati per la loro carne ha ripercussioni disastrose sulla qualità di vita di questi animali. Gli studi che ha pubblicato collegano esplicitamente le criticità rilevate, tra le quali i disturbi scheletrici, agli eccessivi tassi di crescita di questa razza di polli.

Una situazione che si pone in grave contrasto sia con l’articolo 13 del Trattato di Lisbona, che riconosce gli animali quali esseri senzienti e quindi meritevoli di tutela, sia con la Direttiva europea 98/58/CE, recepita anche in Italia, che obbliga i Paesi membri a rispettare le disposizioni in essa previste a tutela del benessere degli animali allevati e a evitare loro dolori, sofferenze o lesioni inutili.

Le campagne verso le istituzioni sono cruciali per ridurre la sofferenza degli animali nel breve e medio termine, ma ricordiamoci che ogni volta che stiamo facendo la spesa o ci sediamo a mangiare è come se stessimo andando a votare. Smettendo di consumarli ogni giorno possiamo contribuire direttamente al loro benessere sul lungo termine.

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