Diritti

La pillola anticoncezionale non sarà gratuita

Il Consiglio di amministrazione dell’Agenzia Italiana per il Farmaco ha rimandato la decisione, in quanto “non sussistono gli elementi essenziali per deliberare”
Credit: Klaus Nielsen
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
25 maggio 2023 Aggiornato alle 17:00

Si parla da anni, in Italia, della possibilità di rendere gratuita la pillola anticoncezionale per tutte le donne (o per alcune fasce di età). Il dibattito era tornato centrale a aprile, quando il Comitato prezzi e rimborsi dell’Agenzia Italiana del Farmaco, l’Aifa, aveva approvato la decisione di rendere totalmente rimborsabile la contraccezione orale per tutte le donne, senza distinzioni di età. Per la piena attuazione, però, era necessaria la convalida da parte del Consiglio d’Amministrazione dell’Aifa. Ma non è arrivata: il cda ha rimandato la decisione, rilevando che “non sussistono gli elementi essenziali per deliberare” riguardo la gratuità della pillola anticoncezionale e chiedendo approfondimenti.

In un comunicato stampa diffuso dall’Agenzia italiana del Farmaco viene spiegato che “le commissioni consultive dell’agenzia non hanno ancora elaborato precise indicazioni sulle fasce di età a cui concedere gratuitamente la pillola anticoncezionale, sulle modalità di distribuzione e sui costi per il sistema sanitario nazionale nei vari scenari di adozione della rimborsabilità”. Insomma, secondo l’Aifa mancherebbero “gli elementi essenziali per deliberare”, i criteri per stabilire a chi concedere il contraccettivo gratuito, come per esempio “tutte le donne in età fertile”, “le donne che versano in condizioni economicamente disagiate”, oppure “le giovani fino a 19-26 anni come avviene in alcuni Paesi europei e nelle 6 Regioni italiane che offrono gratuitamente la pillola anticoncezionale”.

Le Regioni italiane a cui fa riferimento Aifa sono Toscana ed Emilia-Romagna (che sono state le prime, nel 2018), Puglia, Piemonte, Lazio, Lombardia. Anche la provincia autonoma di Trento dispone della gratuità del contraccettivo, prevista qui come altrove solo nei consultori e per determinate categorie. In Emilia-Romagna, dove possono ottenere la pillola gratis tutte le giovani donne sotto i 26 anni dopo una consulenza con un medico e un’ostetrica di un consultorio familiare, si è assistito a una diminuzione delle interruzioni volontarie di gravidanza in questa fascia d’età: dalle 1.949 del 2017 alle 1.437 del 2021, il dato più basso dal 1980.

In Europa alcuni Paesi già prevedono la gratuità della pillola per determinate categorie: tra questi, Francia, Olanda, Svezia, Portogallo (qui è gratis per tutte le persone che ne hanno bisogno) e Slovenia (il Governo sloveno considera la pianificazione familiare un diritto umano fondamentale garantito dall’articolo 55 della Costituzione). Anche in Francia, da quando la pillola è diventata gratuita per le under 25, gli aborti volontari sono diminuiti dal 9,5% al 6%, ha scritto su Il Sole 24Ore il professor Roberto Marci, presidente della Società italiana di Riproduzione umana.

In un’intervista rilasciata al Quotidiano Sanità a fine aprile, Giovanna Scroccaro, presidente del Comitato prezzi e rimborsi di Aifa, aveva stimato che i costi per lo Stato italiano si aggirerebbero «attorno ai 140 milioni di euro annui, ma si tratta di una decisione importante, che consentirà di ampliare la platea di donne che oggi, magari, consideravano il costo di questi contraccettivi come troppo alto e per questo non ne facevano uso». All’inizio di maggio il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, aveva detto che il cda avrebbe dovuto garantire «che la scelta tecnica operata dalle commissioni consultive» fosse «in linea con il tetto programmato della spesa farmaceutica» e non concorresse «ad alcun sfondamento del medesimo».

Pro Vita & Famiglia, l’associazione onlus anti-abortista, aveva definito “grave e pericolosa” la decisione dell’Aifa di rendere la pillola anticoncezionale gratuita. La notizia era stata accolta negativamente anche da Fratelli d’Italia, il partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Non è da escludere che le pressioni per bloccare l’iter di approvazione siano arrivate dal Governo, la cui priorità, al momento, sembra essere la natalità: il cda dell’Aifaè costituito dal Presidente, designato dal Ministro della Salute d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni, e da 4 componenti, di cui due designati dal Ministro della Salute e due dalla Conferenza Stato-Regioni”.

Il consiglio di amministrazione dell’Agenzia del Farmaco, tuttavia, si è detto “pronto a svolgere il suo ruolo e a esprimere compiutamente il suo parere non appena disporrà dell’adeguata istruttoria richiesta alle Commissioni consultive”. Poi, una volta ricevute le indicazioni, “si impegna ad attivare un tavolo di concertazione con i ministeri vigilanti e la Conferenza delle Regioni”.

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