Ambiente

Effetto cause climatiche: le azioni dei grandi inquinatori ne risentono

Uno studio racconta come le climate litigation possono impattare anche sul mercato. Il 9 maggio Greenpeace e Recommon hanno fatto causa a Eni: da allora - il caso vuole - il prezzo delle azioni è in calo
Credit: Ecquologia.com
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25 maggio 2023 Aggiornato alle 09:00

Forse sarà solo un caso, ma per curiosità prima di proseguire con questo articolo abbiamo buttato un occhio alle azioni di Eni: dal 9 maggio, giorno in cui Greenpeace e Recommon insieme ad alcuni cittadini hanno annunciato la prima azione legale della società civile nei confronti della multinazionale per le sue emissioni, le azioni risultano in costante calo (erano a 13,52 e oggi sono a 13,26 euro).

Questa piccola osservazione - che va detto si tratta di qualcosa di molto empirico e poco analitico - risulta interessante però alla luce di un serio studio che ha appena pubblicato il Grantham Research Institute il quale sostiene che le cause climatiche rappresentano un rischio finanziario per le società di combustibili fossili quotate in borsa.

Le climate litigation - che sono circa 2.600 nel mondo tra ricorsi e cause in nome dell’ambiente - secondo la ricerca abbassano infatti il prezzo delle azioni delle società generalmente riconosciute come “grandi inquinatrici” dato che il loro business si basa sui combustibili fossili, i maggiori responsabili delle emissioni climalteranti.

Lo studio esamina come reagisce il mercato azionario alla notizia di una causa intentata oppure vinta sul tema climatico e sostiene, nelle sue conclusioni, che istituti di credito, grandi finanziatori e governi dovrebbero considerare, guardando al futuro, l’effetto di questi contenziosi prima di prendere decisioni su investimenti (magari per giacimenti di gas o impegni relativi al fossile).

Analizzando 108 cause legali per crisi climatica portate avanti in tutto il mondo tra il 2005 e il 2021 contro 98 società quotate in borsa negli States e in Europa, i ricercatori indicano che la citazione in giudizio o la decisione di un tribunale può ridurre dello 0,41% il valore atteso delle azioni della società coinvolta.

In media, nei giorni successivi ai casi di cause contro le multinazionali dell’Oil & Gas, si è vista una riduzione del valore delle aziende del 0,57% dopo la citazione e dell’1,5% in caso di sentenze sfavorevoli.

Seppur si tratti di cifre percentuali basse, gli esperti concludono che il calo del valore dei grandi inquinatori è statisticamente significativo dovuto alle sfide legali in corso.

Uno degli autori del report, il ricercatore Misato Sato, spiega come «prima non sapevamo se i mercati si preoccupassero o meno delle controversie sul clima. Ma questa analisi è la prima prova a sostegno di ciò che si sospettava, ovvero che le aziende inquinanti e in particolare le big del carbonio ora devono affrontare anche economicamente il rischio di contenziosi».

Ci sono alcuni casi, come quello dell’agricoltore Saúl Luciano Lliuya che ha intentato una causa legale senza precedenti contro Rwe nel 2015 chiedendo un risarcimento per gli impatti della crisi climatica sui suoi terreni, dove il valore della multinazionale tedesca è sceso del 6% inizialmente e poi nuovamente dell’1,3% quando la corte d’appello ha accolto il reclamo.

Lo stesso vale per la Shell, menzionata come esempio anche da Greenpeace dopo la causa a Eni, che in Olanda ha perso una causa portata avanti da una Ong contro le sue emissioni di carbonio: dopo la decisione del tribunale il valore è inizialmente calato del 3,8%.

I fatti portano a dire i ricercatori che “i mercati dei capitali stanno rispondendo sempre più alle controversie sul clima”. Così come per il caso di Eni e di altre aziende, il ricercatore Sato conclude sostenendo che è ancora «troppo presto per dire se il contenzioso stia determinando cambiamenti sostanziali nell’azione per il clima tra i grandi inquinatori», ma nel frattempo le cause climatiche che possono influenzare il prezzo delle azioni, stanno diventando uno strumento sia per scoraggiare finanziatori del fossile, sia per tentare di migliorare il comportamento delle aziende responsabilizzandole sui loro impatti globali.

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